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Martedì, 30 Aprile 2024
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Migranti e minori non accompagnati. Sindaco: "Risorse e progetti per l'accoglienza"

Ricevuto in Municipio il prefetto Valenti. A Modena più di 250 minori stranieri non accompagnati. Il sindaco Muzzarelli: “Non smantellare il Sai, no ai ghetti”

Di fronte all’aumento di arrivi di migranti sul territorio e al flusso di minori stranieri non accompagnati, servono progetti e risorse per garantire un’accoglienza dignitosa, completa e favorire processi di integrazione caratterizzati da diritti e da doveri. È la richiesta che, a distanza di un mese dalla visita a Modena del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha rivolto al prefetto Valerio Valenti, Capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, ricevuto nel Palazzo comunale venerdì 1 settembre insieme alla prefetta Alessandra Camporota.

Della delegazione ministeriale facevano parte anche la prefetta Maria Forte, vice capo del Dipartimento e direttore centrale per le Politiche migratorie autorità Fami, e il prefetto Francesco Zito, direttore centrale dei Servizi civili per l’Immigrazione e l’Asilo, mentre con il sindaco c’erano il vice Gianpietro Cavazza, l’assessora al Welfare Roberta Pinelli, la direttrice generale del Comune Valeria Meloncelli, i tecnici del settore Servizi sociali e il comandante della Polizia locale Roberto Riva Cambrino.

Rispetto ai minori stranieri non accompagnati, dove si sommano i tanti arrivi autonomi a quelli ripartiti dall’accoglienza nazionale in seguito agli sbarchi, a Modena i posti disponibili sono ormai alla saturazione. Nel 2022 sono stati gestiti complessivamente 454 minori, quest'anno le prese in carico alla fine di agosto erano 251, un'altra decina è arrivata nelle ultime ore e si sta cercando una sistemazione, ma i posti nella rete di accoglienza Sai sono esauriti e “andrebbero potenziati, non smantellati come paiono le intenzioni del Governo, perché sono la chiave per favorire la seconda accoglienza nella prospettiva dell'integrazione, e andrebbe aumentata la cifra dei rimborsi ai Comuni” ha osservato il sindaco che ha sottolineato come “sia importante l’accoglienza diffusa e sia necessario evitare di creare ghetti: i Comuni non devono essere lasciati soli ad affrontare una situazione che non può più essere considerata un’emergenza”.

Oltre a chiedere maggiore sostegno per la rete Sai, quindi, il sindaco ha avanzato anche altre richieste specifiche sia rispetto al Centro stranieri (con fondi Pnrr è previsto un intervento per la sua qualificazione, ma servono garanzie e risorse per la gestione, anche per sostenere i corsi di italiano) sia per continuare l’esperienza della comunità di transito, un progetto avviato in accordo con il Ministero che ora dovrebbe essere rifinanziato. Un’altra richiesta specifica ha riguardato le risorse per realizzare una struttura temporanea in cui ospitare lavoratori stranieri in uscita dai percorsi di accoglienza (i Cas) ma che non riescono ancora a ottenere un alloggio: “Insomma, serve un luogo per garantire un letto e una doccia a chi lavora regolarmente”.

Insieme a Prefettura, Questura, Regione e Aziende sanitarie (Asl e Auo), inoltre, verranno definite proposte progettuali sulle quali chiedere i finanziamenti del progetto Fami per la tutela della salute dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale, inclusi i minori non accompagnati, in condizioni di vulnerabilità.

Anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca, il sindaco Muzzarelli ha sottolineato la necessità di “fare uno sforzo per assicurare una convivenza sicura e rispettosa, con la comunità unita a operare a garanzia del bene di tutti i cittadini” e ha richiamato l’esigenza del rispetto del principio di un’equa ripartizione nazionale dei migranti sui diversi territori: “Non si può più parlare di emergenza, i flussi sono strutturali”.

Per il sindaco servirebbe una seria legge sulla cittadinanza (“pensiamo alle nuove generazioni”) e politiche in grado di colmare i “buchi” nella filiera composta da prima e seconda accoglienza allargando il perimetro della legalità perché “più persone abbiamo fuori dalla legalità, irregolari sul territorio, più ci ritroviamo problemi per strada con persone lasciate senza prospettive, in balia della criminalità che rischiano di diventare manovalanza per lo spaccio”.

Il quadro normativo, dal punto di vista di una città come Modena, dovrebbe essere caratterizzato da: maggiore programmazione di flussi per migranti regolari; maggiore programmazione e attenzione all’accoglienza di richiedenti protezione e minori stranieri (per prevenire situazioni emergenziali che gravano sui territori); norme a tutela delle persone più vulnerabili, premianti per i percorsi di inserimento sul territorio e di uscita dalla marginalità; supporto ai territori per le gestione delle persone in situazione di grave marginalità su salute, tenuta sociale, sicurezza.

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