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Mini alloggi per anziani, approvato il nuovo regolamento

Valore Isee inferiore e età maggiore sono ora tra i criteri di priorità per l’accesso rivolto a over 65enni su valutazione del Servizio sociale. Ok del Consiglio comunale

Piccole unità abitative autonome attrezzate e organizzate per permettere la permanenza a domicilio delle persone fragili o vulnerabili, sole o in coppia. Sono i minialloggi di proprietà del Comune di Modena, 24 dei quali situati al civico in strada Vaciglio e altri 15 in via Belluno. I destinatari sono anziani o adulti fragili privi di risorse o reti parentali adeguate; il servizio ha infatti la finalità principale di consentire la permanenza in un contesto autonomo prevenendo percorsi di istituzionalizzazione.

Nella seduta di giovedì 12 ottobre il Consiglio comunale di Modena ha approvato il Regolamento che disciplina l’accesso ai minialloggi e individua i criteri di compartecipazione, da parte dei cittadini, al costo del servizio. Hanno votato a favore Partito democratico, Sinistra per Modena, Modena civica e Movimento 5 stelle; astenuti Europa Verde - Verdi e Modena sociale; contrari Lega Modena, Alternativa popolare, Fratelli d'Italia e Forza Italia.

A presentare la delibera è stata l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli che ha spiegato come il servizio comprenda, “oltre all’accoglienza residenziale in spazi autonomi, un’attività di presidio sociale e assistenziale, per favorire la permanenza in contesto autonomo in una logica di vita indipendente e sostegno alla domiciliarità. Presidio diurno e servizi di reperibilità sono dunque assicurati sulle 24 ore per la gestione di eventuali situazioni di emergenza urgenza”.

I minialloggi sono privi di barriere architettoniche; vani, servizi e attrezzature sono adeguate a permettere l'utilizzo, la fruizione, gli spostamenti anche da parte di persone che non abbiano piena autonomia, ma è comunque necessario che i destinatari degli alloggi abbiano autonomie psicofisiche e relazionali adeguate e compatibili con il tipo di servizio. Gli ospiti possono anche integrare l’arredo con proprio mobilio per poter personalizzare il contesto abitativo in cui vivono.

Dai 24 minialloggi di via Vaciglio, di proprietà comunale, 22 sono attualmente occupati (uno sarà assegnato a breve e in un altro sono in corso lavori di manutenzione) da complessivi 23 anziani (12 donne e 11 uomini) la cui età media è di 73 anni, ma tra loro ci sono anche 10 ultraottantenni. Al piano terra dello stesso edificio è presente, inoltre, Centro Diurno frequentato da alcuni degli anziani.

Fa invece riferimento alla parrocchia Madonna Pellegrina, la struttura di via Belluno, gestita dal Ceis, che comprende altri 15 minialloggi abitati da 5 donne e 15 uomini (con età media di poco inferiore ai 72 anni) e un sedicesimo appartamento assegnato alla famiglia della custode che lavora anche allo Spazio Anziani situato al piano terra. Inoltre, complessivamente, su un totale di 38 inquilini presenti presso le due strutture, sono stati attivati 16 interventi domiciliari del Sad, il Servizio di assistenza domiciliare.

Il Regolamento individua anche i requisiti di accesso al servizio che è rivolto a persone con almeno 65 anni di età (prima il limite di età era 60 anni), fragili o vulnerabili con invalidità permanente, residenti nel territorio comunale. Per l’accesso saranno valutate le condizioni di autonomia psicofisica che, seppur ridotte, dovranno consentire una vita autonoma, anche se supportata da servizi, all’interno dei minialloggi, e la compatibilità dal punto di vista relazionale e comportamentale con un contesto abitativo collettivo di persone fragili. Al servizio si accede su valutazione professionale del Servizio sociale territoriale e di un’apposita Commissione composta da membri di Comune e Azienda Ausl. Ulteriori elementi di novità sono che in presenza di tutti i requisiti richiesti, il criterio di priorità per l'assegnazione di un minialloggio, sarà il valore Isee inferiore e l'ulteriore criterio di priorità sarà la maggiore anzianità del richiedente.

Per quanto riguarda la compartecipazione al costo del servizio, è la Giunta comunale a definire annualmente la tariffa a carico del cittadino e i valori Isee per i quali è possibile richiedere agevolazioni. Nella quota di compartecipazione sono compresi, oltre ai servizi abitativi (alloggio, utenze, spese condominiali, smaltimento rifiuti...) anche l’attività di presidio diurno e i servizi di reperibilità.

Per l'anno 2023, è 16mila euro il valore Isee al di sotto del quale è possibile richiedere agevolazioni e la quota a carico a carico dell’utente è 18 euro al giorno a persona (se il nucleo è composto da due persone, la quota del secondo componente viene dimezzata) ma per le persone già inserite nel servizio verrà applicato un regime transitorio.

Sono intervenuti diversi consiglieri nel dibattito che, nella seduta di giovedì 12 ottobre del Consiglio comunale di Modena, ha preceduto l’approvazione della delibera incentrata sul Regolamento che disciplina l’accesso ai minialloggi e individua i criteri di compartecipazione da parte dei cittadini al costo del servizio.

Aprendo il dibattito per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti ha riconosciuto “l’universalità di questo servizio e la capacità di interpretare con facilità i bisogni che emergeranno dal territorio. Così come è significativa la conferma del portierato sociale che rappresenta un elemento di welfare generativo perché combina fragilità e risorse”. La consigliera ha invitato, comunque, “a estendere l’opportunità dei mini alloggi anche a cittadini più giovani con difficoltà di autonomia personale”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani ha sottolineato “l’innovazione introdotta da questo Regolamento: non è un aggiornamento bensì un ripensamento”. Attraverso questo servizio, infatti, “le risposte ai bisogni personali si inseriscono in un contesto più ampio creando risorse per tutti i soggetti coinvolti”. Ed è importante anche il fatto che “negli approfondimenti sugli anziani che accederanno al servizio vengano coinvolte anche le famiglie. L’ampliamento della ‘rete’ costituisce un valore”. Annunciando il voto a favore del Partito democratico, per il capogruppo Antonio Carpentieri le modifiche al Regolamento “permettono non solo di adeguare il documento alla società attuale ma anche di dare una prospettiva per i prossimi anni, come dimostra pure l’accesso elevato a 65 anni”. È significativo per Modena, ha aggiunto, che “la collettività si faccia carico di questo servizio, che poggia quindi sull’intera comunità, non solo dal punto di vista economico”.

L’aggiornamento del Regolamento “non introduce variazioni sostanziali nel modello del servizio, che resta quindi fermo a vent’anni fa”. Lo ha affermato Paola Aime, annunciando il voto di astensione di Europa verde - Verdi. “Avremmo preferito – ha detto – che si prendesse spunto dal modello danese della ‘Casa delle generazioni’, cioè un mix di casa di cura e alloggi per famiglie, riunendo quindi anziani, disabili e congiunti in un unico luogo che preveda varietà di tipologie abitative. Questo è un esempio di politiche di accoglienza attive e innovative”.

Per Marco Cugusi (Sinistra per Modena) sono diversi gli elementi di valore del Regolamento sui mini alloggi “che in futuro potrà migliorare ulteriormente recependo spunti innovativi da altre realtà, come appunto nel caso del modello danese”. Il consigliere ha riconosciuto “l’universalità di questo servizio, dedicato a tutte le persone che vivono, lavorano e pagano le tasse a Modena, senza limitarsi a chi è nato in questa città, e l’applicazione delle tariffe secondo il principio di equità”.

Dopo aver ricordato “il valore e l’universalità del servizio dei mini alloggi per persone non auto-sufficienti”, Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha rilevato “l’assenza di una discontinuità rispetto alle attività degli ultimi anni, con l’obiettivo, evidentemente non raggiunto, di migliorare il servizio”. Il consigliere ha espresso, poi, dubbi “sull’eliminazione del requisito della residenza almeno triennale a Modena per accedere: in questo modo tutti potenzialmente possono usufruire del servizio, che rischia perciò di non essere più a disposizione soltanto dei modenesi”.

“Le modifiche al Regolamento stridono con gli indirizzi di governo per la città, peraltro non condivisi da Fratelli d’Italia perché carenti sul fronte della sussidiarietà nei confronti della famiglia, che promettevano di sviluppare i servizi in relazione all’invecchiamento della popolazione”. Lo ha rilevato Elisa Rossini. “Le variazioni al documento – ha aggiunto – non sono poi così significative se si considera che anche prima c’erano portierato sociale e servizi aggiuntivi di assistenza sociale a domicilio e che innalzare l’età per l’accesso non è certo un cambiamento epocale” .

In conclusione del dibattito è intervenuta l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli. “Il Regolamento – ha spiegato – si inserisce nel contesto dell’attuale società modenese e cerca di dare una risposta alle esigenze del territorio e della comunità, per esempio il progressivo invecchiamento dei cittadini e la riluttanza a lasciare la propria abitazione, spesso di proprietà. Rimane alta l’attenzione, comunque, con l’obiettivo di intercettare i cambiamenti dei bisogni che dovessero manifestarsi”.

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