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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità Polinago

Il fascino antico dell'Appennino nelle stanze della Tower House di Gombola

Il virtuoso recupero di Alessandra e Raffaele è valso anche una menzione sul The Guardian, che ha inserito la torre tra i venti migliori posti segreti dove alloggiare in Italia

Nascosta tra i sentieri appenninici, raggiungibile solo a piedi o con il fuoristrada, sorge sul sito di un antico castelliere ligure la Tower House di Gombola: una torre d’avvistamento altomedioevale, poi probabilmente edificio privato e infine rudere che dieci anni fa Alessandra e Raffaele  - una vita con un piede in montagna e uno in pianura - hanno deciso di acquistare e riportare a una forma il più possibile fedele all’originale.

Nel borgo, tra la gente del posto, non c’è memoria della torre abitata prima del loro arrivo. Oggi è su Airbnb a disposizione di chi vuole provare un’esperienza decisamente diversa dal normale: la sua particolarità le è valsa anche una menzione sul The Guardian, che l’ha inserita tra i venti migliori posti segreti dove alloggiare in Italia. “Ci interessa trasmettere la bellezza di questo tipo di abitazioni in Appennino, un luogo con un patrimonio storico, architettonico, paesaggistico e sentieristico che non merita di essere disperso o abbandonato”, spiegano i due. 

Il loro contributo è il recupero di questa torre, ristrutturata seguendo un metodo conservativo estremo. Dove non si poteva conservare, si è ricostruito con estrema attenzione alla scelta delle tecniche e dei materiali: gli infissi sono stati realizzati con legno di castagno e rovere dell’Appennino, sono stati cercati serramenti d’epoca, è stata recuperata la tecnica dei chiodi ribattuti, i pavimenti sono stati integrati con assi di altre case in demolizione della zona. Chi arriva è attratto dall’edificio e spesso non conosce Polinago o Gombola. Ma poi si crea l’effetto catena: “E’ capitato che una coppia di olandesi, dopo essere stata da noi, abbia deciso di acquistare degli antichi mulini della zona per recuperarli”, raccontano Alessandra e Raffele.

Hanno soggiornato qui tedeschi, olandesi, belgi, australiani, americani, giapponesi e - soprattutto da quest’anno- anche italiani. “Un turismo qualificato, rispettoso dell’ambiente, che può spendere seppur in modo diverso. Questa può essere una buona occasione per l’Appennino”. Che, per Alessandra e Raffaele, resta il centro della discussione: “Cerchiamo sempre di informare gli ospiti sul modo in cui si costruiva, sulle borgate abbandonate. Diamo informazioni sulle passeggiate perché il nostro obiettivo è contribuire, seppur in minima parte, alla valorizzazione dell’Appennino e delle sue borgate storiche. Il potenziale è molto grande ma serve un’operazione di recupero: innanzitutto dei sentieri originali e, di conseguenza delle borgate antiche che si raggiungevano solo così e che, in questo modo, potrebbero riacquistare importanza. Tanti edifici, tanti luoghi anche qui vicino a noi, raggiunti dal sentiero hanno un fascino diverso perché erano nati orientati ad esso”, la loro conclusione.

Una scommessa nata da un colpo di fulmine e sorretta dalla passione per il territorio e per un turismo lento, sostenibile. Passione che, dall'alto della Torre, ci offre una nuova prospettiva e, insieme ad essa, una possibile strada per il futuro del nostro Appennino. 

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