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Mafia

"Infitrazioni consolidate", il report della DIA. A Modena organizzazioni nigeriane e albanesi

La Direzione Investigativa Antimafia ha presentato il report nel quale si fa il punto sulle attività mafiose anche nei territori della nostra regione

"Il quadro criminale in Emilia Romagna conferma il consolidarsi della strategia di infiltrazione nell’economia legale e nei gangli della Pubblica Amministrazione da parte delle organizzazioni mafiose. Si registra inoltre la presenza nel territorio regionale di consorterie criminali di origine straniera dedite al narcotraffico, allo spaccio di sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione".

Con queste parole a dir poco preoccupanti si apre il capitolo sulla nostra regione contenuto nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia sulla criminalità nel periodo che copre il solo primo semestre dell'anno passato. La Dia mette in luce una serie di operazioni svolte nei vari territori, attraverso le quali fornisce un quadro che vede confermato il radicamento della ‘ndrangheta, che continua a manifestarsi tramite significative proiezioni di cosche reggine (BELLOCCO, IAMONTE, MAZZAFERRO, MORABITOPALAMARA-BRUZZANITI), vibonesi (MANCUSO), crotonesi (oltre ai cutresi, anche i cirotani FARAO-MARINCOLA) e di altre famiglie calabresi.

Le propaggini della 'ndrangheta

Lo scorso anno il Tribunale di Bologna con decreto del 9 febbraio 2022 ha disposto il rinvio a giudizio di 48 persone, tra cui diversi ‘ndranghetisti, a seguito della nota operazione Perseverance del marzo del 2021, tutte ritenute responsabili di associazione di tipo mafioso e di altri reati aggravati dall’art. 416 bis quali falsa testimonianza, corruzione di Pubblico Ufficiale, recupero crediti ed emissione di fatture relative ad operazioni inesistenti. Tra le ipotesi di reato consumate sotto il vincolo associativo qualificato, rileva quella concernente una ipotizzata turbativa della libertà degli incanti che sarebbe stata posta in essere nel 2021 da parte di esponenti ‘ndranghetisti.

Ricordiamo poi come la Polizia di Stato di Reggio Emilia, abbia eseguito, il 13 gennaio 2022, un provvedimento di sequestro preventivo di beni del valore di oltre 700 mila euro, emesso dal Tribunale di Reggio Emilia a carico di 2 coniugi dimoranti nel modenese, poiché ritenuti profitto dei reati di riciclaggio e autoriciclaggio. L’indagine, che ha coinvolto 8 soggetti, trae spunto da un incontro dei due coniugi con esponenti ‘ndranghetisti finalizzato ad impossessarsi in modo fraudolento del patrimonio di tre facoltose anziane.

Il 4 maggio 2022, la Polizia di Stato e la Guardia di finanza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso, il 19 aprile 2022 dal Tribunale di Bologna, nei confronti di un imprenditore parmense di origine crotonese, condannato nel 2019 in primo grado a 10 anni nell’ambito dell’operazione “Stige” condotta dalla DDA di Catanzaro, perché ritenuto appartenente ad una associazione “vicina” alla cosca FARAO-MARINCOLA, attiva sin dalla metà degli anni ’90 in Italia e in territorio tedesco.

La Guardia di finanza di Catanzaro e quella di Bologna hanno eseguito, il 10 giugno 2022, un decreto di sequestro di prevenzione dell Tribunale di Catanzaro a carico di un pluripregiudicato calabrese già coinvolto anche in traffici internazionali di stupefacenti e da anni dimorante nel bolognese. Nel corso di una delle attività di indagine che lo hanno visto coinvolto, sono emerse non solo il suo ruolo di primo piano all’interno del sodalizio criminale dedito al traffico internazionale di stupefacenti ma anche plurimi contatti diretti con organizzazioni di tipo mafioso quali la cosca “Mancuso” di Limbadi (VV) e con esponenti di spicco del narcotraffico internazionale. Il 27 giugno 2022, la Guardia di finanza di Bologna ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare personale, nell’ambito della operazione denominata Black Fog, a carico di un soggetto ritenuto responsabile di intestazione fittizia di beni finalizzata ad eludere l’eventuale applicazione di misure di prevenzione antimafia nei confronti del coindagato a titolo di concorso. Il destinatario del provvedimento avrebbe agito come intermediario per l’individuazione di forme di investimento di risorse finanziarie di origine illecita in attività imprenditoriali a favore della cosca IAMONTE di Melito Porto Salvo (RC). Le attività info-investigative, relative ai periodi precedenti, hanno documentato nella Regione la presenza e gli interessi affaristico/imprenditoriali di soggetti riconducibili alla cosca calabrese BELLOCCO di Rosarno (RC), MANCUSO di Limbadi (VV) e MAZZAFERRO di Marina di Gioiosa Jonica (RC).

Camorra e Cosa Nostra non sono sparite

Per quanto attiene alla presenza di soggetti collegati con consorterie di tipo camorristico, riscontri recenti sulla presenza in Emilia di tali propaggini criminali sono emersi dal processo incardinato presso il Tribunale di Bologna all’esito dell’indagine “Hammer” nel cui ambito, il 9 dicembre 2020, il GUP aveva condannato alcuni affiliati al clan CONTINI, tra i quali anche il nipote del capoclan. Il soggetto avrebbe esercitato, in Provincia di Rimini, una pressione con atti di violenza e mediante l’ostentazione della disponibilità di armi. L’organizzazione camorristica dei CONTINI “…seppur non connotata da spiccata alta vocazione imprenditoriale (come la ‘ndrangheta), tuttavia” appare “caratterizzata da violente modalità attuative di controllo del territorio”.

La presenza nella Regione Emilia Romagna di interessi riconducibili alla camorra campana è testimoniata anche dal decreto di sequestro emesso, dal Tribunale di S. M. Capua Vetere (CE), in accoglimento della proposta avanzata dal Direttore della DIA, eseguito il 23 febbraio 2022 ad opera della DIA di Napoli, colpendo un cospicuo patrimonio immobiliare comprendente anche un fabbricato di 2.500 mq ubicato in San Secondo Parmense (PR). Il provvedimento è stato emesso nei confronti di 2 fratelli imprenditori, attivi nei settori del cemento e della ristorazione, ritenuti vicini al clan camorristico BELFORTE operante a Caserta e nei Comuni di Marcianise, Capodrise, Maddaloni. Le precedenti attività info-investigative avevano accertato la presenza e gli interessi imprenditoriali nella Regione di soggetti riconducibili ai clan dei CASALESI di Casal di Principe (CE) e ACERRA di Pomigliano d’Arco (NA).

In relazione alla presenza della criminalità organizzata di origine siciliana, il 3 febbraio 2022 i Carabinieri di Piacenza hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro emesso, il precedente 17 gennaio dal Tribunale di Bologna su richiesta della locale DDA, nei confronti di un siciliano residente in provincia di Piacenza condannato per associazione mafiosa e ritenuto appartenente al clan RINZIVILLO di cosa nostra gelese. Sono stati sequestrati beni per un valore di circa di 10 milioni di euro, consistenti in un complesso immobiliare di pregio nel territorio compreso tra San Giorgio e Carpaneto (PC) dove l’uomo abitava con la famiglia, nonché quote societarie di 3 imprese attive nel settore dell’edilizia con sede nel milanese e in Sicilia, oltre a 93 immobili e 2 terreni siti in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana e, infine, 39 autoveicoli. Il 29 aprile 2022, la Guardia di finanza di Catania ha eseguito un decreto di sequestro di prevenzione antimafia nei confronti di un catanese dimorante a Rimini, condannato anche per gravissimi reati tra cui tentato omicidio commesso unitamente ad esponenti del clan NICOTRA attivo a Misterbianco (CT). Ritenuto socialmente pericoloso dal 1991 ed accertata anche la presunta sproporzione tra il profilo reddituale del suo nucleo familiare e l’asset patrimoniale, all’uomo sono stati sequestrati beni immobili, quote societarie di aziende site a Catania e Bologna, oltre a conti correnti ed automezzi per un controvalore di circa 20 milioni di euro. Anche le organizzazioni criminali straniere in Emilia Romagna continuano a presentarsi interessate prevalentemente al traffico di stupefacenti, tentando di occupare spazi sempre maggiori rispetto alle altre compagini italiane.

Le mafie straniere a Modena

In provincia di Modena è stata riscontrata la presenza di un’organizzazione criminale albanese attiva nel settore del traffico di sostanze stupefacenti che si avvaleva di contatti diretti con gli esponenti della criminalità calabrese attivi in Sud America. I Carabinieri e la Polizia di Stato l’8 febbraio 2022 hanno dato esecuzione ad un provvedimento cautelare a carico di 20 persone per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. L’indagine, coordinata dalla DDA bolognese, ha riguardato complessivamente 40 persone, di cui 6 di origine straniera, con condotte contestate dal 2013 fino ad aprile 2021, inserite in un contesto associativo attivo nel modenese. I promotori del sodalizio erano 3 fratelli, il cui padre risulta aver trascorso a Modena gli ultimi anni della sua vita in soggiorno obbligato, disposto dal Tribunale di Palermo quale misura di prevenzione antimafia.

Un ruolo importante nel sodalizio era rivestito da una donna rumena che svolgeva compiti di collegamento del vertice con gli altri livelli dell’organizzazione, il cui centro operativo è stato individuato in due pizzerie. L’associazione, che disponeva di armi e autovetture modificate per il trasporto della droga, era costituita ai vari livelli da corrieri, magazzinieri e prestanome e si avvaleva di altri gruppi criminali per lo spaccio di piazza.

La presenza di sodalizi nigeriani è confermata poi dalla condanna del 15 maggio 2022 emessa dal Tribunale di L’Aquila a carico di 6 nigeriani per associazione di tipo mafioso ed altro. Tra i condannati figurano 2 soggetti dimoranti in Emilia Romagna che avevano ruoli di promozione e direzione dell’organizzazione attiva fin dal 2018. Il primo dei due ricopriva il ruolo di “presidente del consiglio degli Anziani” (Council of helders), di “vice del capo nazionale” (National Head of Zone Italia) e di padrino dell’iniziato di affiliazione (Link Man). Il secondo fungeva da “Segretario nazionale” del Cult, relazionandosi e rispondendo direttamente al National Head. L’associazione denominata BLACK AXE (cd. Zone Italia) rappresenta una costola nazionale dell’omonimo “Cult” con sede in Nigeria, con ramificazioni locali – cd. Forum – in diverse città italiane.

Il 1° marzo 2022, la Polizia di Stato di Reggio Emilia ha dato esecuzione ad un provvedimento cautelare a carico di 10 nigeriani ritenuti membri dell’associazione di tipo mafioso Supreme Vikings Confraternity altrimenti nota come VIKINGS, Arobaga o Arrow Baga e di quella, sempre connotata dalla mafiosità, denominata National Association of Air Lords o Supreme Eiye Confraternity altrimenti detta EYE. Entrambe le organizzazioni criminali fanno parte di più vasti sodalizi, radicati in Nigeria e diffusi in diversi Stati europei ed extraeuropei, dedite alla commissione di reati contro la persona ed il patrimonio ed operative a Reggio Emilia, rispettivamente, nel periodo antecedente il 2018 ed il 2015. Tutti gli indagati risultavano dimoranti tra le province di Reggio Emilia e Modena.

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