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Economia

Progressiva riduzione della plastica, la Regione studia le strategie per le imprese

Via libera dalla Giunta alle proposte “Plastic-FreER”, frutto di oltre un anno di lavoro, con 37 incontri e 110 partecipanti. Focus su settori chiave quali food, meccanica e turismo

L'Emilia Romagna si interroga sul problema dell'impatto ambientale della plastica e di come ridurlo andando a modificare le consuetudini produttive. Alcune proposte sono arrivate dalla Cabia di regia istituita per individuare modalità e tempistiche di attuazione della strategia #Plastic-FreER, parte centrale del nuovo Piano regionale dei rifiuti e delle bonifiche in corso di approvazione, che punta a prevenire e recuperare la produzione e la diffusione di materiali plastici.

Nei giorni scorsi la Giunta regionale ha approvato l’esito di oltre un anno di lavoro, in cui la Cabina si è riunita 7 volte in sessione plenaria e ha promosso circa 30 incontri di specifici gruppi tematici attivati al suo interno.

“L’attività svolta è il cuore della strategia regionale sulle plastiche: ne supporta lo sviluppo raccordando tutte le istituzioni interessate con il mondo produttivo, della ricerca e dell’associazionismo- afferma Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente-. Ora si è conclusa la prima parte del lavoro e sta per avviarsi la seconda, con l’intento di accompagnare le strutture regionali nell’attuazione della strategia e monitorare i passi avanti compiuti. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato perché la Cabina di regia ci consegna un grande lavoro, assolutamente trasversale e pienamente iscritto nelle politiche di sostenibilità al centro del Patto per il lavoro e il Clima. Un contributo prezioso- conclude Priolo- anche per orientare le politiche e le scelte sulle risorse del prossimo settennato di programmazione dei fondi comunitari, con 49 milioni di euro già assegnati dalla Regione Emilia-Romagna all’economia circolare”. 

Le proposte

La Cabina di regia ha elaborato obiettivi specifici di riduzione dell’uso delle plastiche per tre settori strategici dell’economia regionale: food, meccanica-elettronica e turismo.

Il gruppo di lavoro che si è occupato del food ha posto al centro le alternative agli imballaggi monouso, il potenziamento e l’industrializzazione della filiera del riciclo del polistirolo, il miglioramento delle conoscenze sugli impatti ambientali dei teli da pacciamatura in plastica biodegradabile e la tracciabilità dei rifiuti prodotti dalle attività agricole. Nel campo della pesca, ha approfondito la possibilità di passare a sistemi di allevamento dei molluschi che non facciano uso di reti in plastica e nylon, creando una filiera locale per l’avvio a riciclo di quelle conferite dai pescatori nelle strutture portuali. E ancora: ha posto l’accento sulla necessità di potenziare le infrastrutture per la raccolta dei rifiuti nei porti, sostituire le cassette in polistirolo con alternative durevoli e riutilizzabili, sperimentare modelli di business basati su prodotti riutilizzabili anche per l’asporto/delivery.

Nel campo della meccanica e dell’elettronica, dove l’elevata complessità di prodotti e materiali spesso ne rende difficile il riciclaggio, l’invito è quello di agire sul fronte dell’ecodesign dei prodotti plastici per ridurre il numero dei polimeri impiegati nello stesso prodotto; ri-progettare i materiali plastici impiegando polimeri compatibili con il riciclo meccanico e/o chimico; avvalersi di tecnologie innovative per il riciclo chimico; favorire sistemi di raccolta semplici ed efficaci per la separazione dei rifiuti plastici, con soluzioni ibride per i diversi polimeri; impiegare tecnologie efficienti e a basso impatto ambientale e ridotte emissioni per riciclo e smaltimento dei prodotti plastici.

Sul fronte del turismo, le proposte puntano a un sistema di sconti sulla bolletta dei rifiuti per le imprese volontariamente attive nella riduzione delle plastiche monouso, senza aumentare la produzione di rifiuti in altri materiali. Altro tema centrale, favorire la nascita e il consolidamento di nuove aziende (e nuove filiere) centrate sullo sharing, ossia sulla condivisione o il noleggio, anziché sull’acquisto di nuovi prodotti: ad esempio, contenitori riutilizzabili per l’asporto di alimenti e bevande nel settore della ristorazione o per la distribuzione anche di prodotti non alimentari.

La filiera delle plastiche in Emilia-Romagna 

In Emilia-Romagna la filiera delle plastiche rappresenta un settore importante dell’economia regionale. Sono 7.800 le imprese attive con 117mila addetti: si tratta del 9,4% del totale delle aziende operanti sul territorio, che generano un fatturato di 42 miliardi di euro (dato 2019). 

Il solo indotto delle plastiche (di cui fanno parte sia le aziende di recupero e preparazione per il riciclaggio di materiale plastico, sia le aziende di trattamento e smaltimento di altri rifiuti non pericolosi) include 480 imprese e 17mila addetti.

La Cabina di regia 

L’istituzione di una Cabina di regia è una delle quindici azioni della strategia #Plastic-FreER. La sua mission è sostenere l’adozione di misure per favorire un’economia circolare della plastica che privilegi sistemi e prodotti riutilizzabili in grado di preservare il valore dei materiali più a lungo possibile, per ridurre la produzione dei rifiuti e la pressione sulle risorse sull’ambiente.

Alla Cabina partecipano 25 componenti, affiancati di volta in volta da esperti e soggetti interessati alle tematiche. Nel corso del 2021 si è riunita 7 volte in sessione plenaria e ha svolto circa 30 incontri dei gruppi tematici; in tutto ha coinvolto 110 soggetti strutturandosi in tavoli di lavoro orizzontali (policy e normative, tecnologia, economia, formazione e informazione) e verticali (food, meccanica-elettronica e turismo).

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