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Fondi per l'alluvione, il Governo conferma anche i lavori per l'Appennino modenese

Comuni modenesi saranno risarciti anche se la regione non li aveva inseriti. Musumeci risponde all’interrogazione di Barcaiuolo (FDI) per sopperire alle dimenticanze della Regione Emilia-Romagna

Nonostante "i ritardi nella consegna dell'elenco danni" per ottenere i risarcimenti, la giunta Bonaccini "aveva dimenticato di inserire numerosi Comuni montani della provincia di Modena". Ma "fortunatamente", grazie alla "lungimiranza del Governo" e alla "volontà di aiutare tutte le famiglie e imprese danneggiate", lo stanziamento è stato assicurato, grazie al meccanismo che assegna fondi alle intere province e non a singoli Comuni. Quindi, "anche la montagna modenese avrà i fondi per la ricostruzione che merita".

Segnala tutto Michele Barcaiuolo, senatore modenese Fdi, oggi nel corso della seduta a Palazzo Madama col ministro della Protezione civile Nello Musumeci. Quest'ultimo "sta agendo nell'interesse dell'intera regione Emilia-Romagna, nonostante qualche amministratore Pd abbia preferito inserire nell'elenco opere danneggiate da carente manutenzione, escludendo la montagna modenese che realmente necessitava dei risarcimenti", rimarca Barcaiuolo.

"In Italia non esiste una norma che prevede quanto debba durare lo stato di ricostruzione. Nella valle del Belice dal 1968 è ancora incompleto, lo stesso in Irpinia, lo stesso in Emilia-Romagna, dove da oltre 11 anni la ricostruzione non è ancora completata, anche se manca soltanto una minima percentuale". E questo, mette chiaro il ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, prova come continuare a sventolare il modello del sisma del 2012 in Emilia sia "improntato a fare polemica, proprio perché questo Governo sta ponendo un limite a tutte le fasi di ricostruzione. Tutte significa alluvione, significa dissesto, significa incendi, significa crisi industriale, significa sisma; il termine massimo che prevediamo è 10 anni per qualunque tipo di ricostruzione". Ciò premesso, e rispetto all'indicazione dei nove anni che tanto aveva preoccupato in Romagna e dintorni alluvionati, in Romagna il Governo e Musumeci stesso sperano di far molto prima.

"Una cosa è ricostruire un territorio dopo un'alluvione, altra cosa è ricostruirlo dopo un terremoto, ma 10 anni è il termine massimo. Noi- dice Musumeci- ci auguriamo che con l'Emilia-Romagna entro un paio d'anni il generale Figliuolo possa essere messo nelle condizioni, con la collaborazione della Regione e degli enti locali, di completare la ricostruzione". E con questo Musumeci dice di sperare di aver chiuso un caso -quello sui nove anni di tempo necessari a rialzare i territori alluvionati- su cui si è imbastita una "polemica davvero di cattivo gusto". Musumeci ha parlato in Senato rispondendo all'affondo del senatore Pd Daniele Manca che sollecitava un "cambio di passo urgente" nel post alluvione, a partire dalla definizione delle risorse per indennizzare famiglie e imprese al 100%.

"Lavoriamo ogni giorno per smentire le sue previsioni, dichiarazioni fuori tempo e fuori dal tempo, secondo le quali servono nove anni per la ricostruzione. Speriamo di trovare nel suo Governo un alleato. Servono rapidità ed efficienza, servono misure straordinarie e regole semplici", aveva detto poco prima Manca rimettendo in fila tutte le urgenze della ricostruzione rispetto alle quali "ancora non abbiamo un quadro economico chiaro e preciso, finalizzato a salvaguardare la credibilità del suo Governo e dunque la credibilità di tutte le istituzioni. Fate in fretta, perché in gioco c'è la democrazia e soprattutto ci sono la fiducia e l'affidabilità, che devono essere garantite a questo sistema territoriale, che ha sempre garantito all'intero Paese, non solo la locomotiva dello sviluppo economico, ma anche un luogo fondamentale di partecipazione e di vita democratica". Manca ha chiesto anche di non incrinare il dialogo fra istituzioni e "affinché il dialogo si rafforzi, signor ministro, le chiedo innanzitutto di fermare i diversi apprendisti stregoni che spesso abitano nella sua maggioranza, in alcuni casi anche al Governo, che cercano speculazioni politiche, evidenziando responsabilità territoriali che non ci sono o negando i cambiamenti climatici, irridendo le trasformazioni ambientali in atto. Non è razionale usare la propaganda al posto della necessaria cultura di Governo". E poi di nuovo si ritardi: sono passati 80 giorni dall'alluvione, "tanti, troppi, c'è ritardo". Ma Musumeci, di rimando: "Non raccolgo la polemica, che mi è sembrata per certi versi impropria".

Di avviso opposto il senatore imolese dem Daniele Manca, che non digerisce Musumeci nel momento in cui ricorda che la ricostruzione post-sisma in Emilia dura da 11 anni e non è del tutto completata: "Non accettiamo- tuona Manca in aula- la narrazione del ministro Musumeci sulla ricostruzione post-terremoto in Emilia-Romagna. Noi riconosciamo la legittimità della scelta del Governo di non utilizzare per la ricostruzione post-alluvione le strutture commissariali già presenti sul territorio, visto che ha deciso di creare una struttura con un commissario nazionale. Ma non possiamo accettare che il ministro racconti cose non vere sulla ricostruzione in Emilia-Romagna dopo il sisma, una ricostruzione che è stata rapida ed efficiente e riconosciuta come tale da Governi, dal presidente della Repubblica e colleghi di diversi colori politici". (DIRE) 

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