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Neonato di Pavullo morto dopo il parto, la Regione: "Rispettati tutti i protocolli. No strumentalizzazioni"

In aula l'assessore Venturi ha ricostruito gli eventi accaduti domenica 29 ottobre, ribadendo la bontà dell'operato del servizio di emergenza e dei professionisti dell'ospedale di Sassuolo

“Sono state fatte le cose giuste, nei tempi e nei luoghi giusti. Secondo le procedure e i protocolli previsti in questi casi. Purtroppo, l’esito non è stato positivo. Vorrei davvero, prima di tutto, chiedere rispetto e vicinanza per i genitori che hanno perso il loro bimbo. E aggiungo: per favore, nessuna strumentalizzazione”.

Queste le parole dell’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, intervenuto stamani nella seduta della Commissione consiliare competente per un’informativa sul decesso del neonato venuto alla luce domenica mattina all’ospedale di Sassuolo. In aula erano presenti anche Massimo Annicchiarico, direttore generale Azienda Usl di Modena, e Kyriakoula Petropulacos (Direzione generale Cura della persona, salute e welfare della Regione).

“Una premessa doverosa, nei confronti della famiglia” ha esordito Venturi. Perché “un fatto come quello accaduto, il decesso di un neonato dopo un distacco massivo di placenta, colpisce drammaticamente. Per questo vorrei che evitassimo, nelle nostre discussioni, la strumentalizzazione dei fatti che sono avvenuti, rispettando l’immenso dolore dei familiari”.

I drammatici fatti di domenica tra Pavullo e Sassuolo

“I protocolli- ha spiegato l’assessore- che sono stati applicati sono quelli in uso da anni. In ogni caso, come è già stato detto in questi giorni, la scelta di avviare all’ospedale di Sassuolo una paziente che presentava quel quadro clinico, sarebbe stata presa comunque. E non c’entra nulla, come qualcuno strumentalmente ha voluto insinuare, la sospensione del punto nascita di Pavullo. Il distacco massivo di placenta, che è stato diagnosticato, è una condizione estremamente rara, che comporta purtroppo un’elevata mortalità perinatale: 125 per mille circa, morte in utero nel 15 per cento dei casi. Ed è alto anche il rischio per la vita della madre. E dunque, lo ribadisco, il trasferimento in un centro quanto meno di 2° livello è indicato anche per salvaguardare la vita della donna, dalla quale dipendono anche le possibilità di sopravvivenza del bambino”.   

“Vorrei anche segnalare- ha aggiunto Venturi- che l’assistenza è stata assolutamente adeguata nel pre-operatorio a Sassuolo, dove tra l’altro la sala operatoria era già aperta, c’era tutto il personale e tutti gli esperti e specialisti necessari in caso di emergenze così drammatiche. Infine- ha concluso l’assessore alla salute- vorrei dire che da parte nostra c’è e ci sarà il massimo impegno a tutelare e proteggere la famiglia, coinvolta in questa terribile vicenda. Ma vorrei anche spendere una parola per ringraziare tutti i professionisti della sanità che hanno fatto il loro lavoro con impegno e competenza, come tutti i giorni, dando qualità al servizio sanitario di questa regione”.  

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