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Piccoli appartamenti per redistribuire i profughi, la nuova direttiva sull'accoglienza

Le indicazioni della Prefettura mirano ad eliminare le stutture di accoglienza più "pesanti" e a distribuire i richiedenti asilo in piccoli gruppi in modo diffuso. Ai Comuni la direttiva di implementare i progetti di inclusione sociale

Associazioni e coop sociali trovino nuovi alloggi per i migranti "di piccole dimensioni, per favorire sempre più l'accoglienza diffusa, riducendo contestualmente la presenza dei profughi nelle strutture collettive", i cosiddetti hub, che "per la loro natura hanno carattere temporaneo e provvisorio". Lo chiede il Prefetto di Modena, Maria Patrizia Paba, dopo averne parlato in questi giorni nel capoluogo con l'assessore al Welfare, Giuliana Urbelli, e i responsabili degli enti al lavoro nell'accoglienza. 

Matura in particolare "un'ottica di redistribuzione" nel Comune di Modena, che, conviene la Prefettura, ospita "un consistente numero di profughi", nell'ambito di una "equa ripartizione tra tutti i Comuni della provincia", secondo i parametri condivisi tra il ministero dell'Interno e l'Anci. Nel prossimo futuro dovremo quindi attenderci alloggi più piccoli e dislocati in diversi punti del territorio, come per altro sta già avvenendo nei comuni della Bassa che si affacciano alla prima esperienza di accoglienza.

Insistendo sulle attività che favoriscono l'inclusione, "prima fra tutte" Paba cita "l'apprendimento della lingua italiana" ma anche "l'orientamento sociale e amministrativo, la conoscenza del territorio, l'adesione ai valori ed alle regole di convivenza". Tutti aspetti su cui la Prefettura assicura di esercitare "una puntuale vigilanza, ulteriormente accentuata con le nuove direttive" del prefetto, nel campo delle ispezioni

Alla riunione in viale Martiri si è poi fatto il punto sul "volontariato di utilità sociale", come nel caso dell'iniziativa di tinteggiatura delle scuole Paoli alla quale seguiranno nuovi specifici progetti. Riferendosi anche agli altri Comuni oltre a quello capoluogo, Paba sostiene dunque "l'attività di accoglienza in una rafforzata dimensione di rete che, superando la fase dell'emergenza, si indirizzi verso la migliore inclusione sociale dei profughi".

(fonte DIRE)

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