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29 maggio 1940: 83 anni fa Fausto Coppi scriveva la storia del ciclismo sulla Firenze-Modena

Fu proprio l'11esima tappa della 28esima edizione della "corsa rosa", la Firenze-Modena, a inaugurare quella che sarebbe diventata una delle migliore carriere sportive di tutti i tempi. Ripercorriamo allora gli avvenimenti di quel mercoledì di fine maggio 1940

Il 29 maggio 1940, esattamente 83 anni fa, Fausto Coppi trionfava in solitaria nella tappa Firenze-Modena del Giro d'Italia conquistando la sua prima maglia rosa. Da quel giorno, il mondo assistette allo sbocciare di un mito, un ragazzo che, appena ventenne, avrebbe rivoluzionato il mondo del ciclismo italiano e mondiale e sarebbe diventato il celeberrimo "campionissimo".

Vinse cinque volte il Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953), due volte il Tour de France (1949 e 1952) e il Campionato del mondo nel 1953.  Primeggiò anche nel ciclismo su pista, vincendo il Campionato del mondo d'inseguimento nel 1947 e nel 1949. Insomma, Fausto Coppi divenne un'icona di uno sport - il ciclismo - in pieno splendore, vissuto dagli italiani con sincero e attivo entusiasmo, interrotto solamente a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ma fu proprio l'11esima tappa della 28esima edizione della "corsa rosa", la Firenze-Modena, a inaugurare quella che sarebbe diventata una delle migliore carriere sportive di tutti i tempi. Ripercorriamo allora gli avvenimenti di quel 29 maggio 1940.

L'impresa di Fausto Coppi: è sua la maglia rosa della Firenze-Modena

Il Giro d'Italia 1940 si svolse in venti tappe dal 17 maggio al 9 giugno 1940, per un percorso totale di 3 574 km. Fu vinto da Fausto Coppi, il quale si aggiudicò il record di più giovane vincitore del Giro d'Italia (tutt'ora imbattuto).

Il 29 maggio 1940, dopo un giorno di riposo per smaltire la decima tappa, l'Arezzo-Firenze, riprende la competizione alla volta di Modena. Il tempo è pessimo: pioggia misto a grandine rendono impervio il percorso in prossimità dell'Appennino modenese, creando disagi alla quasi totalità dei ciclisti in gara.

Ci sono Olimpio Bizzi, Osvaldo Bailo, Pierino Favalli, Enrico Mollo - per citarne alcuni - e Gino Bartali, tra i favoriti in gara e di cui Fausto Coppi fa da gregario. Eppure, nonostante le condizioni metereologiche avverse, l'appena ventenne inizia la volata che lo porterà a vincere con quasi 4 minuti di distacco dagli altri in gara.

Il racconto di Giovanni Botti:

"Quel mercoledì di fine maggio era una giornata non certo primaverile sul nostro Appennino, con vento e pioggia mista grandine. I ‘girini’, dopo le salite della Prunetta e del Monte Oppio, dovevano arrivare all’Abetone, il punto più alto della tappa con i suoi 1388 metri. Poi giù fino a Modena. Proprio sulla salita verso l’Abetone le prime scaramucce. Il pistoiese Ezio Checchi guadagna un paio di minuti sul gruppetto dei più immediati inseguitori, tra i quali non c’è però Gino Bartali, non al meglio e attardato di un altro minuto. A un certo punto improvvisamente scatta Coppi che raggiunge Checchi e si invola da solo.

A Barigazzo l’Airone ha già fatto il vuoto e, a 76 chilometri dalla conclusione, si lancia a tutta velocità verso Modena. Dopo una fuga di 100 chilometri il futuro Campionissimo arriva da solo al traguardo posto all’interno del vecchio Stadio Marzari. I rivali, tra i quali anche il suo capitano Gino Bartali, arrivano a 3’45 e Coppi indossa la sua prima maglia rosa. Nei giorni successivi i giornali sportivi propongono titoli altisonanti".

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