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Un angolo di Modena a Parigi: le eccellenze modenesi nel negozio di Marianna

Ubicato a Levallois, a nord ovest di Parigi, "La Marianna" è un piccolo paradiso di profumi e sapori del territorio inaugurato il 1° settembre 2022 da una modenese

"Il coraggio non ce l'ha nessuno, ti viene quando sei lì". E' una frase pronunciata dalla figlia di una vicina di casa, un giorno, sulla porta dell'ascensore. Si riferisce al sogno di una vita finalmente raggiunto - quello di vivere alle Canarie - ed è rivolta a Marianna, un' impiegata modenese che ha sempre vissuto e lavorato tra Modena e Villanova, ma che da tempo sogna di abbracciare la quotidianità di una grande città estera.

Ora Marianna risiede a Parigi da ormai 7 anni e da pochi mesi ha inaugurato la sua personale attività, "La Marianna", un negozio di gastronomia italiana che sprizza modenesità da tutti gli angoli, un luogo mistico nel quale i francesi ordinano intingoli modenesi già pronti, gnocco fritto e tigelle, tortellini e cotechino.  

"A Parigi la cucina italiana del nord è quasi del tutto sconosciuta - racconta Marianna - Conoscono la cucina siciliana, quella sarda, di Roma e Napoli, ma per il resto non sanno dov'è Modena, non conoscono nessun piatto. La mia missione è fargli assaggiare - ed è un'impresa, fidati - la vera cucina modenese. Parlo dei tortellini,  del cotechino, la gramigna panna e salsiccia... L'altro giorno, ad esempio, una signora ha assaggiato per la prima volta una pesca dolce e ha deciso di comprare tutta la scatola. Oppure i tortelloni. Qui sono abituati a quelli piatti dai ripieni classici come funghi o ricotta e si stupiscono quando vedono i nostri tortelloni modenesi, grossi e ripieni, come i ballanzoni con pasta verde, ricotta e mortadella di Bologna, quelli di zucca mantovana, o quelli con pasta marrone di cacao con all'interno stracchino, funghi e tartufo".

Basta dare uno sguardo alla vetrina di La Marianna per sentirsi avvolti dal tepore di casa, dagli effluvi e dai sapori di Modena. Esposti in bella vista, i prodotti tipici, scelti con cura, si intrecciano a ricordi d'infanzia della proprietaria. Vi sono i salumi, tra cui i ciccioli frolli, le marmellate e il savor di Casinalbo fatto con i marusticani, piccoli frutti che Marianna, da piccola, andava a sgraffignare in bicicletta insieme al nonno. Immancabili, poi, il Lambrusco e i vini di Vignola e Castelvetro, bottiglie che colpiscono Marianna per gusto e dettagli. Il caffè Cagliari, il nocino Mallo che beveva sin da piccola, l'aceto balsamico tradizionale di Modena, inequiparabile a quello che si vende nei mercati parigini.

"Qui vendono l'aceto balsamico a prezzi folli ma è roba industriale, dunque mi son detta "devo vendere quello vero". Ed è la parte piu difficile perchè non sono abituati: loro cercano il Ponti con il caramello dentro".

Ad impreziosire ulteriormente il negozio di Marianna vi sono le creazioni artigianali di amiche modenesi: un gigante tortellino d'oro è appeso alla parete, intorno una cornice anch'essa dorata. Poi grembiuli coloratissimi, una ghirlanda di tappi di sughero, la skyline modenese con il profilo del Duomo e della Ghirlandina.

"Lavorare qua è una figata, non mi sembra neanche di lavorare. E pensare che mi sono fatta 25 anni di impiegata pensando che alla fine stavo bene...no. La cosa assurda è che ho sempre pensato (e mi hanno sempre fatto credere) che non fossi portata per stare con il pubblico, ma in realtà no: ho preso fiducia dopo il burn out".

Il burnout. Marianna è arrivata a Parigi il 31 Gennaio (San Geminiano!) del 2015 grazie ad un posto liberatosi nella filiale estera dell'azienda per la quale da anni lavorava a Modena. Cambia la dirigenza e Marianna è vittima di mobbing, un insieme di comportamenti aggressivi, subdoli che la portano alla depressione, al credersi incapace e non meritevole del posto di lavoro. 

"Sono stata per due anni a casa in malattia, due anni di psicologo e di disocuppazione. Mi sono ripresa, ma a 43 anni, mi sono detta, che cosa faccio? Ho sempre fatto l'impiegata... Mi butto sul cibo, l'unica cosa che mi piace fare nella vita è mangiare. Così ho iniziato a lavorare per due gastronomie italiane".

Da qui all'apertura de La Marianna il passo è alquanto breve. Non le basta vendere prodotti tipici italiani. Marianna vuole raccontare la sua città attraverso il cibo, vuole raccontare gli aneddoti che legano la sua vita alle eccellenze del territorio modenese. Ma vuole anche ascoltare le storie dei clienti  e consigliare loro con il sorriso in volto. Perchè - come recita il motto sulla vetrina di La Marianna - nella vita bisogna fare tre cose: mangiare, bere e ridere.

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