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Allo studio il recupero dell'area ex Pro Latte, intanto demolizioni e nuova recinzione

L’assessora Vandelli ha risposto al consigliere Giacobazzi (FI): “La proprietà subentrata nel 2021 ha attivato interventi di ripristino e si studia un nuovo progetto”

“All’ex Pro Latte è tempo di scrivere una nuova pagina: la proprietà subentrata nel 2021 ha da subito attivato interventi di pulizia e di sgombero e, a breve, farà partire le demolizioni e realizzerà una nuova recinzione provvisoria. È, inoltre, stato avviato un percorso per progettare un nuovo assetto nella zona che dia piena attuazione alle strategie e agli obiettivi del Pug”.

Lo ha annunciato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 8 novembre rispondendo all’interrogazione, trasformata in interpellanza, del consigliere di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi sulla situazione all’ex stabilimento Pro Latte. Il consigliere ha chiesto, in particolare, se l’Amministrazione è a conoscenza della situazione di degrado dell’area, se tra i rifiuti presenti ci siano sostanze pericolose o tossiche, se è stata verificata la presenza di una famiglia con minori all’interno del compendio e, in caso affermativo, se è stato attivato il suo recupero e la sua sistemazione. Giacobazzi ha quindi domandato come intenda attivarsi per la risoluzione di tale problematica e se siano in corso contatti con l’attuale proprietà per un intervento tempestivo di messa in sicurezza del compendio e per il futuro dell’area.

L’area dell’ex Pro Latte rientra tra quelle oggetto della ricognizione dei comparti attuabili ai sensi del vigente strumento urbanistico, oggetto di accordo di pianificazione e, nel 2010, di variante urbanistica, su cui sussiste una capacità edificatoria con destinazioni residenziali più una piccola quantità di funzioni non residenziali/terziario.

Area ex Pro Latte - agosto 2021 (foto Davide Curti)

L’assessora ha evidenziato che il Comune è in contatto con la nuova proprietà, la società immobiliare che sta gestendo l’ampliamento di Cpc a Sant’Anna, e che la proprietà sta sviluppando un progetto il cui iter prevede anche il parere del Consiglio comunale. “È tempo di azzerare il pregresso – ha ribadito – superando anche il precedente progetto, e di disegnare un nuovo assetto per arricchire questa parte di città di connessioni est-ovest, nord-sud, e per dotarla di tutto quello che serve per realizzare un quartiere di prossimità. Il percorso per la rinascita di quest’area – ha sottolineato – è possibile grazie all’azione dell’Amministrazione, che in questi anni ha dato priorità alla rigenerazione della Fascia nord, creando le condizioni essenziali per restituire nuova attrattività e qualità di contesto alla zona. È un’area in movimento e anche questo è prova della correttezza della strada intrapresa”.

L’assessora ha infatti ricordato il trascorso dell’area, “un ampio contesto che scorre dalle Vinacce fino alle ex Fonderie riunite, oggetto di un programma di rigenerazione pubblico-privata, con rifunzionalizzazione previa bonifica. Si tratta di un intervento – ha proseguito – che ha generato attese immobiliari importanti, ma poi il processo si è interrotto prima con la crisi culminata nel 2006 poi con il terremoto del 2012 e molte società sono entrate in procedure di liquidazione. Da quasi un decennio, quindi, l’area è sospesa con una proprietà con patrimonio negativo e un curatore senza portafoglio che non ha reso possibili interventi. Solo quest’anno, a procedura di liquidazione ancora in corso, il comparto è appunto stato venduto alla nuova proprietà”.

Vandelli ha poi precisato che sono stati diversi gli interventi del Comune per ordinare azioni urgenti e, negli ultimi due mesi, la Polizia locale è intervenuta due volte, identificando le persone trovate all’interno al momento dei sopralluoghi.

Sul tema è intervenuto il capogruppo del Pd Antonio Carpentieri, che ha posto l’attenzione sui contenitori dismessi, spesso legati a situazioni di fallimento di privati, “cui come Amministrazione dobbiamo far fronte. La politica nazionale – ha proseguito – deve farsi carico di situazioni di questo tipo, perché il Comune non ha armi se non le ordinanze che, forse, possono solo tamponare le emergenze ma non sbloccano la rigenerazione. Proviamo a pensare cosa la politica locale può fare, magari un documento politico, per sollecitare il legislatore a fornirle strumenti normativi e finanziari per agire”.

Nella replica, il consigliere Giacobazzi ha sottolineato che “i residenti aspettavano da tempo risposte su questo tema” e ha detto di condividere che, “quando ci sono fallimenti, l’Amministrazione ha sotto certi punti di vista le mani legate. Le cose sono cambiate da quando ho presentato l’interrogazione a giugno – ha aggiunto – c’è una proprietà nuova che ha dato indicazioni su quanto intende fare; speriamo che mantenga quanto detto”.

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