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Domenica, 28 Aprile 2024
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Alice Neri, telecamere non ammesse al processo: "Non ha interesse sociale rilevante"

Il Tribunale di Modena rigetta la richiesta presentata dalle testate giornalistiche locali di poter riprendere o fotografare alcune fasi del processo. Aser, Asm e Ordine dei Giornalisti: “Decisione inaccettabile”

Nei giorni scorsi diverse testate giornalistiche locali avevano formalizzato al Tribunale di Modena la richiesta di poter effettuare riprese video e fotografie nel corso del processo per l'omicidio di Alice Neri, che si aprirà il prossimo 7 febbraio. L'iniziativa vedeva come capofila l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) e l’Associazione stampa modenese insieme al Comitato di redazione del TgR Rai dell’Emilia-Romagna.

La richiesta - sottoscritta anche da ModenaToday - era molto circoscritta e votata proprio al rispetto delle parti coinvolte in questa delicata vicenda giudiziaria, prevedendo di poter effettuare immagini "anche solo per i primi cinque minuti in apertura di dibattimento oppure semplicemente prima dell'avvio vero e proprio dell'udienza riprendendo l’aula prima dell’ingresso della Corte. Riteniamo che queste possano essere soluzioni che non ledono in alcun modo l'interesse delle parti del processo - evidenziava la richiesta - ma consentono alle testate radiotelevisive, web e ai fotografi di poter raccogliere un minimo di materiale utile a svolgere il proprio lavoro, che come si sa è basato sulle immagini".

Ebbene, nelle scorse ore il Tribunale di Modena, attraverso il Presidente della Corte d'Assise, ha negato ogni autorizzazione. Alla base del diniego una doppia motivazione: da un lato il processo che vede alla sbarra Mohamed Gaaloul come unico indiziato per l'omicidio della 32enne non è stato ritenuto di “interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento”, dall'altro è stato valutato che la presenza di telecamere influenzerebbe in modo negativo alcune delle parti in causa, i testimoni e persino i giudici popolari, che potrebbero essere "turbati, influenzati e condizionati".

L’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia-Romagna, l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna (Aser) e l’Associazione stampa modenese esprimono la propria delusione: "Dispiace constatare che nonostante un numero sempre crescente di femminicidi in Italia, il Tribunale modenese sul processo per l’uccisione di Alice Neri non abbia ravvisato l’esistenza di un interesse sociale particolarmente rilevante alla conoscenza del dibattimento. Dispiace inoltre apprendere che ancora oggi si ha il timore che nel lavoro dei giornalisti, il cui compito è informare nella maniera più accurata possibile, vi sia il rischio di influenzare 'il sereno e regolare svolgimento dell’udienza o della decisione'".

"Ricordiamo inoltre che in altri processi, in altri Tribunali, si è dato modo agli operatori di fare video e fotografie, come ad esempio nel processo per il delitto Saman a Reggio Emilia: in quell’occasione le riprese sono state autorizzate con il divieto esplicito di inquadrare le persone che non avevano dato il consenso e senza dare la possibilità di diffondere l'audio delle testimonianze. Indicazioni che sono state rispettato dai colleghi. Quella vicenda, anche grazie al lavoro svolto dalla stampa, ha raggiunto le case di milioni di italiani dando la forza a tante ragazze di ribellarsi a certe imposizioni e a denunciare", spiegano Aser, Asm e Ordin, che richiedono un confronto "convinti che si possa sempre trovare una soluzione - nel rispetto dei rispettivi ruoli - per migliorare la collaborazione tra operatori della giustizia e operatori dell’informazione nell’interesse primario di tutta la comunità". 

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