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Cronaca Strada Sant'Anna / Strada Sant'Anna

Rivolta in carcere, verso l'archiviazione l'indagine sulle presunte violenze degli agenti

La Procura chiede di archiviare le 120 posizioni del personale della Peniteziaria iscritte nei registri dopo la strage di tre anni fa. Nessun video o prove significative: le denunce dei detenuti non avrebbero trovato riscontro e sarebbero risultate contraddittorie

Sta per chiudersi probabilmente in maniera definitiva, almeno da un punto di vista giudiziario, la vicenda drammatica della rivolta nel carcere di Sant'Anna del 2020, che portò ad una vera propria strage dopo lunghe e angoscianti ore di violenza fra le mura del carcere. Il 23 giugno, come reso noto oggi, la Procura della Repubblica di Modena ha infatti deciso di chiedere l'archiviazione per l'inchista ancora in piedi, vale a dire quelal relativa alle presunte violenze ad opera degli agenti della Penitenziaria nelle fasi conclusive della sommossa.

Erano ben 120 gli agenti, tutti appartenenti al Corpo della Polizia Penitenziaria, iscritti nei registri nell'ambito di un'indagine che ha richiesto un enorme lavoro alla magistratura e alla Squadra Mobile di Modena. Un'inchiesta nella quale erano confluiti altri tre procedimenti penali prima aperti separatamente e che ha preso le mosse in particolare da ben nove esposti/denunce formalizzati nel tempo da detenuti, ristretti all'epoca dei fatti presso la Casa Circondariale modenese. I reati ipotizzati erano quelli di tortura e lesioni aggravate. Un'indagine della quale è facile intuire l'estrema delicatezza e a complessità.

Le denunce, tuttavia, non avrebbero trovato riscontro nell'indagine svolta dagli inquirenti, che hanno raccolto numerosissime testimonianze. In questi anni sono state raccolte molto fotografie e svolti numerosissimi interrogatori. Sono stati sentiti i detenuti - alcuni dei quali indagati a loro volta per devastazione, resistenza e lesioni nell'ambito della rivolta - oltre a diversi agenti ed ufficiali del Corpo di Polizia Penitenziaria. Tuttavia, non è stato possibile per la Procura acquisire alcuna documentazione video: non esistono o non sono emersi filmati sulle presunte violenze.  

Tra le fonti di prova orale acquisite vi sono anche le testimonianze di chi, anche sulle pagine dei media, aveva dichiarato di essere a conoscenza di informazioni relative a fatti accaduti in occasione della repressione della rivolta. In alcuni di questi casi, tuttavia, chi ha denunciato non ha voluto rivelare la propria identità, rendendo vane le eventuali informazioni.

Versioni inattendibili e discordanti

"All'esito della attenta, ponderata e complessiva valutazione di tutte le fonti di prova, questa Procura ha ritenuto che gli elementi acquisiti impediscano, sia di formulare un giudizio di attendibilità della versione dei fatti fornita dalle persone offese, sia, ancor più, di formulare una ragionevole previsione di condanna degli indagati in relazione alle fattispecie delittuose oggetto di iscrizione". Questo scrive il Procuratore Luca Masini in merito al contenuto dell'inchiesta.

A "traballare" e a rendere quindi impossibile verificare con certezza le denunce sarebbe quindi la "sostanziale inattendibilità dei racconti forniti" dai detenuti. Sotto accusa erano finiti i momenti immediatamente successivi alla rivolta, quando i detenuti erano stati condotti fuori muro di cinta dell'istituto penitenziario, per essere radunati nei locali più esterni. Secondo le denunce, i pestaggi sarebbero avvenuti qui. Tuttavia gli interrogatori avrebbero fornito versioni discordanti circa i luoghi in cui sarebbero sarebbero avvenute le percosse, nonché in ordine alle modalità delle presunte violenze e sull'identità stessa degli agenti della Polizia Penitenziaria protagonisti degli episodi.

la Procura riferisce di "versioni discordanti e in contrasto con quelle degli altri" durante gli interrogatori, nonostante i detenuti fossero riuniti negli stessi spazi. Inoltre, la denuncia di violenze non avrebbe "trovato adeguato riscontro nella documentazione sanitaria acquisita".

Da qui la richiesta di archiviazione, contro la quale ora chi aveva denunciato potrà presentare un eventuale opposizione, prima che sia il Tribunale a valutare il da farsi.


 

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