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Cronaca Canalchiaro / Piazzale Redecocca

Scontri in Piazzale Redecocca, quattro condanne. La più pesante ad un agente di Polizia

La sentenza arriva a sette anni dagli scontri che seguirono allo sgombero dell'ex caserma di Sant'Eufemia, portando a riflettere su temi caldi quali il diritto all'abitazione e la pubblica sicurezza

Il Tribunale di Modena, riunito in composizione collegiale alla presidenza della Dott.ssa Ester Russo, ha deliberato questa mattina sui fatti di Piazzale Redecocca, con una sentenza che vede intersecarsi temi quantomai caldi quali il diritto d'abitazione da un lato e la pubblica sicurezza dall'altro.

Era l'11 maggio del 2016, quando, di prima mattina, era iniziato lo sgombero dell'ex caserma di via Sant'Eufemia occupata da una ventina di famiglie indigenti guidate dai collettivi autonomi La Rage e Guernica. L'attività di sgombero, esecutiva di un sequestro chiesto dalla Procura della Repubblica e autorizzato dal Tribunale di Modena a seguito di un'indagine per invasione d'edificio, aveva visto impegnati circa un centinaio di uomini delle forze del'ordine in tenuta antisommossa, tra Polizia e Carabinieri. 

Dopo un primo momento di opposizione passiva degli occupanti, la situazione aveva iniziato ad assumere contorni violenti quando forze dell'ordine e centri sociali si erano spostati verso Piazzale Redecocca, sede degli uffici comunali in cui le famiglie sgomberate avrebbero dovuto incontrare gli assistenti sociali. Il momento di massima tensione era stato raggiunto in tarda mattinata, quando alcuni manifestanti avevano tentato di sfondare il cordone che Carabinieri e Polizia avevano erto a presidio dell'edificio, innescando una rapida colluttazione. Ad avere la peggio era stata una manifestante di quindici anni, gravemente ferita ad un occhio con un colpo di manganello. 

All'esito degli scontri, dopo mesi di indagini, dodici persone erano finite a processo a vario titolo: occupazione abusiva di edifici, resistenza, lesioni e altri reati.

Tra queste, 11 manifestanti e l'agente di Polizia che aveva sferrato la manganellata che colpì la ragazza. Per tutti loro, assistiti dall'Avv. Tatiana Boni, questa mattina si è chiuso il processo di primo grado. Otto sono stati i membri dei collettivi assolti, tre i condannati. Ad uno dei manifestanti è stata comminata una pena di dieci mesi di reclusione, agli altri due una pena di quattro mesi: per tutti e tre comunque, la pena è sospesa e non ci sarà la menzione sul casellario giudiziario.

"Anche il Collegio ha finalmente escluso delle aggravanti importanti. Per i condannati si farà Appello, ma comunque è importante che tante posizioni siano state riviste e che il Collegio abbia assolto gran parte degli imputati" ha commentato il legale a margine dell'udienza.

La condanna più pesante è stata inflitta all'agente di polizia, ritenuto responsabile di lesioni sia ai danni della giovane che ai danni di un altro manifestante. L'agente è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione, oltre che al risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede, fatta salva la corresponsione di una provvisionale di 15mila euro alla minore e di mille euro al ragazzo.

Per l'Avv. Boni, legale delle parti lese anch'esse imputate nel processo "è stato afffermato il fatto che le due vittime che assistevo sono state intenzionalmente colpite dall'agente". Ma per gli Avvocati Cosimo Zaccaria e Roberto Ricco, difensori dell'agente di Polizia, la situazione è molto diversa. I legali hanno dichiarato: "Le sentenze vanno rispettate e attenderemo di leggere quali saranno le ragioni a sostegno della decisione. Certamente faremo appello: a nostro avviso i fatti erano e restano chiari. Il nostro assistito stava difendendo un edificio comunale, in cui erano asserragliati perchè impauriti, dipendenti, lavoratori e indigenti in attesa di assegnazione di una casa. Il nostro asssistito, un graduato dal passato e dalla carriera irreprensibile della Polizia di Stato, stava difendendo sè stesso e gli altri occupanti l'edificio da ripetute cariche dei manifestanti. Cariche a seguito delle quali ben due poliziotti sono rimasti feriti e condotti in Ospedale. Il nostro assistito stava adempiendo al suo dovere, cercando di ripristinare sicurezza a favore di soggetti indifesi, e per questo ha fatto un uso legittimo dello sfollagente. Pertanto stupisce - ed in parte rammarica - la decisione, ma come detto le sentenze vanno rispettate. Confidiamo entrambi nella possibilità di far valere le ragioni dell'ispettore di Polizia in Corte d'Appello". 

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