rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia Novi di Modena

Appalti post sisma, la Cgil chiede di rafforzare la sorveglianza

Zavatti (Cgil) cita i recenti casi di corruzione de L'Aquila e l'inchiesta sullo smaltimento illecito delle macerie emiliane e fa il punto sulle modalità di assegnazione e controllo degli appalti pubblici nel cratere

Il tema degli appalti nella ricostruzione post sisma torna di attualità. Anche in questi giorni sono emersi infatti ulteriori e pesanti indagini giudiziarie sui fatti di diffusa corruzione e tangenti legate alla ricostruzione de L'Aquila che coinvolgono un'importante impresa - la Steda Spa - nel contempo impegnata su 4 grandi cantieri nella Bassa modenese per lavori di 13 milioni di euro e con un lascito di ricadute negative sui nostri Comuni, sui lavoratori, sui fornitori e subappaltatori in attesa di pagamento. A sottolinearlo è la Cgil modenese, che parla di una “fitta scia di problemi” lasciata dalla Steda Spa, che si era aggiudicata un importante appalto di Novi, insieme alla F.lli Baraldi, poi esclusa dalla White list.

Negli ultimi giorni, inoltre, si sono chiuse le indagini preliminari presso la Procura di Modena, con 13 indagati tra imprenditori e legali di ditte coinvolte in subappalti abusivi nello smaltimento delle macerie del terremoto del 2012. Imprese prevalentemente residenti nella nostra provincia, ma anche a Mantova e Palermo. Anche questo esempio viene evidenziato dalla camera del lavoro di Modena, che in questi mesi sta attuando un forte pressing istituzionale sul tema degli appalti pubblici.

Il criterio di aggiudicazione dei lavori è basato, per circa l'88% delle assegnazioni, sul sistema del "massimo ribasso" e solamente per il resto, col criterio più saggio e sicuro della “offerta economicamente più vantaggiosa”. I ribassi sulla base delle offerte appaiono, in moltissimi casi, eccessivi e sproporzionati. In oltre un terzo dei lavori, i ribassi superano il 20%. Con numerosi casi che sforano il 30% e perfino il 40%. 

“Da tempo – spiega Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale - si sta spingendo per la diffusione di un metodo che superi l'eccessiva frantumazione degli appalti, attraverso la costituzione delle Stazioni Uniche Appaltanti-SUA, a livello delle Unioni dei Comuni, per avere un'evidente maggiore efficienza amministrativa e soprattutto una più efficace prevenzione anticorruttiva. Nella nostra provincia il meccanismo è già operante in quasi tutto il territorio, con la triste eccezione dei comuni della Bassa Modenese. Questo è un ritardo che il sistema delle istituzioni locali dovrà superare al più presto”.

“Vi è poi il tema della White list per le imprese impegnate nei lavori urgenti di ricostruzione pubblici e privati. É un sistema che va applicato e difeso, insieme agli altri presidi di controllo ed anticorpi di legalità, per la tutela delle imprese e del lavoro pulito. É noto che le Prefetture sono in grande sofferenza, a causa della carenza di organici adeguati, per la gestione rapida delle White list. Dallo scorso mese di ottobre, c'è un Protocollo fra Regione e Prefetture del cratere, che prevede l'assunzione di 17 operatori al fine di rafforzare questo necessario lavoro – conclude Zavatti - Da ottobre si è in attesa dell'ok del Ministero dell'Interno e questa è un'assurdità che va rapidamente risolta”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Appalti post sisma, la Cgil chiede di rafforzare la sorveglianza

ModenaToday è in caricamento