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Economia

Hera, si chiude dopo 21 anni la presidenza di Tommasi di Vignano. Arriva Fabbri

Il mandato si chiude il 27 aprile, giorno dell'assemblea dei soci. Sal 2002 investiti 8 miliardi di euro complessivi e condotte oltre 50 fusioni e acquisizioni

E' ormai il momento per la successione del presidente di Hera, alla guida di fin dalla nascita dell'utility (nel 2002 a Bologna), Tomaso Tommasi di Vignano. , nato a Forlì nel 1970, direttore Centrale Mercato di Hera nonché amministratore delegato di Hera Comm, è pronto alla successione. L'attuale presidente esecutivo del gruppo "ritiene concluso il proprio mandato", si legge in una nota aziendale, che giungerà alla scadenza naturale il 27 aprile 2023, giorno in cui è convocata l'assemblea dei soci.

"Sono orgoglioso per aver contribuito alla storia del Gruppo Hera- commenta Tommasi di Vignano - e, insieme a un management di alto livello, di aver coniugato crescita aziendale e sviluppo sostenibile in una formula unica nel panorama nazionale. Abbiamo realizzato un modello innovativo e anticipatore dei tempi, con l'obiettivo di creare crescente valore per i nostri stakeholder e rendere i territori in cui operiamo sempre più competitivi. Faccio pertanto il mio migliore in bocca al lupo a Cristian Fabbri in vista del prossimo importante incarico che andrà a ricoprire dopo l'assemblea del 27 aprile".

Secondo Tommasi, "si tratta di un riconoscimento per il grande lavoro che, già dal 2006, svolge all'interno del gruppo Hera e sono certo che continuerà a contribuire allo sviluppo dell'azienda e saprà trasformare anche le sfide future in opportunità".

Cristian Fabbri-2

Hera ricorda che Tommasi di Vignano è presidente del gruppo da novembre 2002 e, nel giugno 2003, ne ha gestito la quotazione in Borsa. "La sua guida è stata fondamentale - scrive la multiutility - per rendere concreta la visione lungimirante dei soci pubblici fondatori del gruppo Hera e ha contribuito, con il suo know how e le sue indiscusse doti manageriali, ad accompagnare l'azienda lungo un percorso di sviluppo e successi", che l'hanno resa tra le più importanti multiutility del panorama nazionale.

"Un percorso di crescita ininterrotta coronato nel 2019- prosegue Hera- dall'ingresso nel FTSE MIB tra i 40 maggiori titoli di Piazza Affari e, dal 2020, nel prestigioso indice internazionale Dow Jones Sustainability Index. Impegnata da oltre vent'anni a creare valore per tutti gli stakeholder, anche grazie a una governance solida, l'azienda si è confermata nel tempo come un riferimento per i territori serviti e un operatore sistemico su cui fare affidamento. A dimostrazione della crescita costante basti ricordare che, dal 2002 ad oggi, i lavoratori del Gruppo sono più che raddoppiati (da 4.200 a oltre 9.300 dipendenti), così come i cittadini serviti (da 2 milioni a più di 4,2 milioni), mentre il margine operativo lordo è sestuplicato, passando da 192 milioni di euro a quasi 1,3 miliardi di euro".

"In vent'anni- continua il gruppo in una nota- i significativi investimenti realizzati, per circa 8 miliardi di euro complessivi, e le oltre 50 fusioni e acquisizioni concluse hanno consentito di ottenere sinergie importanti e determinato l'ampliamento del perimetro aziendale, crescenti ricadute economiche sui territori serviti e la creazione di valore per tutti gli stakeholder, a partire da dipendenti, clienti, fornitori, oltre che per gli azionisti a cui sono stati distribuiti nel tempo dividendi per oltre 2 miliardi di euro".

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