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Partecipate, ok dal Consiglio Comunale. ModenaFiere in sofferenza

Con la liquidazione di Promo il Comune ha incassato quasi un milione di euro. Fiera in perdita causa Covid. Cavazza: “Servono sostegni economici nazionali”

Con l’estinzione della società Promo avvenuta nel corso del 2020 il Comune di Modena ha incassato quasi 956 mila euro, il valore corrispondente a quello della partecipazione societaria al momento della liquidazione. La cifra è emersa nel provvedimento di “Analisi e razionalizzazione delle partecipazioni societarie del Comune” che è stato approvato giovedì 16 dicembre dal Consiglio comunale.

Il percorso di scioglimento della società era stato avviato negli anni scorsi e, in accordo con la Camera di commercio che ne deteneva il 90 per cento delle quote (Comune al 9,5, Provincia allo 0,5), nel 2020 era stata definito anche l’Accordo urbanistico per realizzare nell’area della sede il Centro del Palatipico.

La delibera sulle partecipazioni societarie è prevista ogni anno dal Tusp, il Testo unico sulle società a partecipazione pubblica, con l’obiettivo di rafforzare la capacità di controllo da parte del Comune. Quest’anno approfondisce anche la situazione della Fiera di Modena che nel 2020, a causa delle conseguenze dell’emergenza sanitaria, con chiusure e riduzioni di attività, come tutte le Fiere nazionali ha visto una forte riduzione dei ricavi (passati da 7 milioni e 139 mila euro del 2019 a 2 milioni e 539 mila euro) registrando una perdita di circa un milione e 120 mila euro.

“Al momento – ha spiegato l’assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza – non ci sono ragioni per dismettere la partecipazione del Comune. Anzi, rimanere nella società costituisce il mezzo più idoneo per valorizzare e incrementare i vantaggi indotti dalla gestione del servizio fieristico che rimane strategico per il sistema imprenditoriale del territorio. La società sta già lavorando a un piano pluriennale di risanamento con l’obiettivo di raggiungere al più presto l’equilibrio finanziario. Il Comune – ha aggiunto Cavazza – ha fatto e farà la propria parte, ma è necessario che al sistema fieristico vengano garantiti anche i sostegni economici nazionali: ci auguriamo che nella Legge di bilancio venga previsto un intervento concreto”.

La delibera sulle partecipazioni societarie è stata approvata con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Europa verde - Verdi e Modena civica) e quello contrario delle opposizioni: Movimento 5 stelle, Lega Modena, Forza Italia, Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia e Modena sociale.

Le altre società partecipate dal Comune, per le quali è stato fatto il punto sulle misure di razionalizzazione attivate, sono Amo spa, Hera spa, Seta spa, Farmacie comunali spa, ForModena, CambiaMo, Lepida spa e Banca popolare Etica. In particolare, sulla base delle indicazioni della Corte dei conti, rispetto alle azioni realizzate per le razionalizzazioni e il contenimento dei costi. Rispetto a Modena Fiere, inoltre, è stato spiegato che non è condiviso dai soci di Bologna Fiere spa, che la controlla, il parere della Corte dei conti che debba essere considerata a “controllo pubblico congiunto” visto che Bologna Fiere spa è classificata tra le società non a controllo pubblico.

Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle), dopo aver sottolineato che “finalmente la società Promo è andata in liquidazione”, si è soffermato sul tema del controllo pubblico congiunto, affermando che “sulla base delle pronunce della Corte dei Conti, dove la maggioranza dei soci è pubblica, come avviene per Modena Fiere e Seta, le società sono a controllo pubblico e devono rientrare nella disciplina del Tusp”.

“Sicuramente la grave perdita registrata da Modena Fiere è dovuta alla pandemia – ha commentato Barbara Moretti per Lega Modena – ma non sembra che il Comune abbia idee sul futuro del comparto fieristico e su quale sarà il ruolo dell’amministrazione al suo interno. E la stessa cosa sembra valere per Seta”. Giovanni Bertoldi ha aggiunto che “i soci delle partecipate hanno interesse a mantenere la situazione com’è ora, anche se è evidente che si tratta di società a controllo pubblico che dovrebbero ricadere nella disciplina del Tusp. Dovremmo prendere in considerazione la modifica della struttura di queste società”.

Per Marco Forghieri (Pd) nuovi interventi legislativi potrebbero essere utili per “fornire nuovi strumenti per le società partecipate che si confrontano sul mercato e per considerarle non solo come enti da razionalizzare ma come soggetti utili ai Comuni per realizzare gli obiettivi del Pnrr”.

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