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Carbone alla GLS per l’atteggiamento verso i contagi: arriva la Befana di Rifondazione Comunista

La Befana di Rifondazione Comunista porta il carbone a GLS per denunciare l’atteggiamento dell’azienda e l’assenza di protocolli sanitari adeguati

Questa mattina la Befana di Rifondazione Comunista ha portato il carbone alla GLS di Modena.

“Con questo atto simbolico vogliamo manifestare tutta la nostra vicinanza ai lavoratori e alle lavoratrici di un’azienda che adotta comportamenti che riteniamo antisindacali.”

Alla GLS di Modena il sindacato S.I. Cobas ha denunciato in questa seconda ondata contagi sul 25% della forza lavoro e solo dopo la protesta del sindacato e l’incontro con l’Ausl e il Prefetto è stato disposto lo screening con il tampone su tutti i dipendenti.  

Per risposta però – continua il portavoce-  l’azienda ha inviato lettere disciplinari a chi si è astenuto dal lavoro come forma collettiva di protesta sindacale. E questo avviene in un clima aziendale in cui la dirigenza, dopo un picchetto dei lavoratori, ha fornito alla Digos l’elenco di tutti gli iscritti al S.I. Cobas, a cui è seguita la denuncia da parte della Questura e successiva richiesta di archiviazione da parte della Procura per assenza di elementi, a cui segue l’opposizione dell’azienda. Riteniamo molto grave questo atteggiamento aziendale, e riteniamo altrettanto grave che gli organi giudiziari non mantengano un profilo autonomo e superpartes di fronte ad una vertenza sindacale.”

Il carbone, fanno sapere gli esponenti del partito,  non è solo per GLS, è simbolicamente anche per quelle istituzioni che non hanno predisposto protocolli che garantiscano la sicurezza sul lavoro e di chi acquista on line.

Il settore della logistica è uno di quelli che non si è mai fermato, neanche nei momenti di massima emergenza sanitaria, e i lavoratori della logistica entrando letteralmente nelle case degli italiani sono tra coloro che sono più a contatto con i cittadini. La tutela di chi opera in questo settore dovrebbe quindi essere massima, eppure i sindacati denunciano in tutti i principali poli logistici italiani l’assenza di interventi puntuali del sistema sanitario capaci di prevenire la diffusione del contagio tra i lavoratori e i loro famigliari e tra i lavoratori e i cittadini con cui vengono in contatto. Carenze istituzionali che fanno emergere la chiara volontà di non intralciare il settore della logistica, lasciando soli i lavoratori di fronte ad aziende che mettono il profitto davanti alla salute.

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