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La Regione sulle trivelle: "Già chiesta la sospensiva al Ministero"

Per rispondere alle istanze dei cittadini e dei Comuni interessati attraverso il confronto e la partecipazione. Si tratta di indagini geologiche di superficie e non di perforazioni, ma nessuna decisione verrà presa senza la condivisione delle comunità coinvolte

Nessuna trivellazione in atto. Quanto ai permessi di ricerca ‘Fantozza’ e ‘Bugia’ che coinvolgono alcune aree del modenese e del reggiano – autorizzazioni a compiere rilievi geofisici che sono di competenza ministeriale -, la Regione Emilia-Romagna li blocca chiedendo al Ministero dello Sviluppo economico una sospensiva dei permessi in questione.

"Posto che si tratta di indagini geologiche di superficie, non impattanti per la sicurezza del territorio, e comunque non di perforazioni, nessuna decisione verrà presa senza la condivisione con i cittadini e le comunità interessate - spiegano in viale Aldo Moro - La sospensiva, che è già stata richiesta, servirà a rispondere alle istanze dei cittadini stessi e dei Comuni, attraverso il confronto, la partecipazione e un dibattito pubblico fondato sulla conoscenza di tutti gli argomenti in discussione".

"La Regione Emilia-Romagna è da sempre in prima linea in merito alla tutela ambientale e la sicurezza dei cittadini e dei territori. A rafforzamento della sicurezza, segue infatti le linee guida ricavate dalle indagini scientifiche e tecniche del Rapporto Ichese, svolte in seguito alle raccomandazioni della omonima Commissione, organismo voluto dalla Regione stessa per garantire attraverso la conoscenza, il monitoraggio e il controllo la tutela del territorio rispetto al tema delle estrazioni. Linee assunte in un accordo specifico siglato tra Regione e ministero dello Sviluppo economico e regolarmente seguite".

Detto quindi che i giacimenti di idrocarburi sono di proprietà dello Stato (sistema demaniale), che la loro ricerca e il loro sfruttamento sono considerati di interesse pubblico, quando autorizzati, e che vengono effettuati da un’impresa privata in concessione, in Emilia-Romagna è in vigore un sistema di regole condivise che ha alzato notevolmente l'asticella della qualità e dei controlli che vengono svolti e che sono richiesti a tutela dei territori e per la loro valorizzazione. Ne è prova il fatto che la regione vanta primati innegabili nelle produzioni agroalimentari (44 fra Dop e Igp, il numero più alto in Europa) e che anche le estrazioni off shore al largo della costa convivono senza problemi con le necessità del distretto turistico, fra i più importanti nel Paese.

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