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Le Iene a Modena per una neonata non riconosciuta, il Policlinico chiarisce

La trasmissione televisiva ha trasmesso un servizio con interviste riprese all'interno della struttura ospedaliera sulla vicenda di una madre che ha cambiato idea dopo un parto anonimo. L'AOU chiarisce i termini della vicenda e valuta anche azioni legali

La scorsa estate una donna ha partorito in anonimato presso il Policlinico di Modena, seguendo la procedura di legge che tutela questo genere di scelta che non prevede il riconoscimento del bambino. La madre, tuttavia, ha cambiato idea decidendo di tornare sui suoi passi e riconoscere la bambina, scontrandosi però con le procedure burocratiche di una situazione complessa che vede coinvolti più soggetti istituzionali. Di fronte a queste difficoltà, la donna si è rivolta alla trasmissione Le Iene, che hanno realizzato un servizio andato in onda la sera del 12 dicembre.

In replica a quanto trasmesso su Italia 1, l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena è intervenuta con una nota stampa, confermando "di aver applicato la normativa specifica finalizzata a garantire ogni tutela ai soggetti coinvolti: la madre e il neonato".

L'AOU riepiloga il caso: "La paziente ha partorito una bambina al Policlinico il 23 luglio scorso dopo aver espresso – già durante il percorso presso un Consultorio della provincia – la scelta di partorire in anonimato e di non procedere alla denuncia di nascita. Il 24 luglio, la donna – contro il parere dei medici – firma per la dimissione e lascia l’ospedale senza aver proceduto alla dichiarazione di nascita, effettuabile direttamente in reparto entro tre giorni, o in alternativa entro il decimo giorno dal parto nel Comune di residenza o dell’avvenuta nascita, avendo la possibilità di affidare contemporaneamente la bambina alle cure dei sanitari in attesa della registrazione anagrafica". 

"In questi casi la normativa prevede che il personale dell’Azienda proceda a tutelare sia i diritti fondamentali del neonato, oltre a quelli della madre; tale legislazione è stata applicata anche in questo specifico caso. In data 25 luglio, preso atto della mancata partecipazione della madre ad un incontro già programmato con i professionisti per procedere alla valutazione del caso, il personale sanitario intervenuto nel parto, ostetrica, in assenza della volontà di riconoscimento del genitore, ha proceduto a effettuare la dichiarazione di nascita al solo fine di garantire alla neonata la protezione giuridica e i suoi diritti fondamentali". 

"In questi casi, come previsto la legge per i neonati partoriti da madre 'che non vuole essere nominata' (essendo questo un diritto della madre), onde garantire alla piccola la tutela giuridica, assistenziale e affettiva sono stati attivati i competenti Servizi Sociali che, dopo la dimissione dall’Ospedale, l’hanno presa in carico dandone immediata comunicazione al Tribunale dei Minori competente per l’adozione dei provvedimenti conseguenti, nel frattempo la bambina è stata collocata presso una “famiglia d’emergenza” che le potesse garantire tutta l’assistenza e le cure di cui ha bisogno un neonato".

"Tutto ciò è stato effettuato, come già detto, nel pieno rispetto della normativa di settore. Quando la paziente, quindi, il 31 di luglio, ha scritto al reparto manifestando la propria volontà di ritornare sui suoi passi, correttamente le è stato risposto che era già avvenuta la necessaria presa in carico da parte dei Servizi Sociali. I Servizi Sociali, essendo stato investito della situazione il Tribunale dei Minorenni, contatti da legale della signora, gli hanno appunto suggerito di rivolgersi, senza indugio, al Tribunale dei Minori per portare avanti l’istanza della signora. La nascita di un bambino è un evento straordinario che incide profondamente sulla vita e sugli affetti di tutti i soggetti coinvolti, compresi i nostri professionisti sanitari che assicurano quotidianamente assistenza e tutela ai nascituri e ai loro genitori, con elevata professionalità e umanità, e proprio per questa ragione è importante che in tali occasioni vengano rispettate in modo puntuale e attento le norme e le procedure volte a garantire proprio la tutela di chi ne è interessato, come d’altra parte hanno fatto in modo inappuntabile i professionisti del Policlinico in questo caso", conclude l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. 

Secondo l'AOU, quindi, la questione sembra quindi riconducibile alle responsabilità di soggetti diversi in questo procedimento, ovvero nella necessità della donna di rapportarsi al Tribunale dei Minori e non al reparto ospedaliero per riconoscere la figlia già affidata ai Servizi Sociali.

Resta poi la questione relativa all'ingresso delle Iene nel reparto ospedaliero di via del Pozzo e al contenuto del servizio: "Pur comprendendo il dramma personale di una donna che ha rinunciato ad intraprendere il proprio percorso di madre l’Azienda ritiene fondamentale rispondere a queste accuse, sia per tutelare la propria immagine e l’onorabilità dei propri professionisti, sia per tranquillizzare le migliaia di donne che si rivolgono al Policlinico di Modena che è il Punto Nascita più grande della provincia e centro hub per il parto difficile. È grave che una troupe televisiva si sia introdotta senza qualificarsi, in una degenza d’ospedale per estorcere risposte ai professionisti, manipolarle in modo da costruire una narrazione distorta della realtà in un contesto in cui è mancato ogni contraddittorio. Su questo tema, l’Azienda si riserva di intervenire nelle sedi opportune per tutelare la propria immagine e quella dei suoi professionisti".

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