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Domenica, 28 Aprile 2024
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Modena è sempre "città amica degli animali", al vertice della classifica Legambiente

Primo posto nel premio nazionale “Animali in città” assegnato da Legambiente per l’insieme dei servizi di gestione di cani e gatti offerti dal Comune

Modena si conferma come "città amica degli animali" classificandosi al primo posto nel premio nazionale assegnato da Legambiente per l'insieme dei servizi offerti dal Comune per la gestione dei cani e dei gatti, ma anche della fauna selvatica. Il premio è stato consegnato a Roma, nell'ambito della presentazione nazionale della dodicesima edizione del rapporto intitolato "Animali in città". A riceverlo per l'amministrazione sono state l'assessore all'Ambiente Alessandra Filippi e Silvia Degli Esposti, dell'Ufficio diritti animali del Comune.

È il quinto anno consecutivo che Modena riceve il premio, e il secondo in cui ottiene al primo posto, quest'anno davanti a Verona e Ferrara su 552 Comuni esaminati. Per la città della Ghirlandina è stata rilevante sia la performance complessiva dei servizi offerti, sia quella più specifica riferita al quadro delle regole adottate (da quelle per una corretta gestione degli animali domestici e per la tutela e il recupero di quelli selvatici fino alle ordinanze che limitano l'uso di botti e fuochi pirotecnici per salvaguardare il benessere animale).

Hanno pesato positivamente anche la presenza di strutture come il gattile e il canile e le attività svolte, l'esistenza di numerose aree cani e la gestione delle colonie feline. Significativa anche la presenza di un Centro di recupero per la fauna selvatica e l'attivazione di protocolli che definiscono le procedure da adottare nel caso di ritrovamento di bocconi avvelenati o segnalazioni di maltrattamenti.

Per il secondo anno consecutivo, inoltre, il Comune di Modena ha messo a disposizione un bonus animali (del valore di 30.000 euro) per sostenere le spese veterinarie delle famiglie in crisi economica. Si può inoltrare domanda fino al 20 ottobre, per un contributo massimo di 200 euro.

I dati del Rapporto “Animali in Città” 2023

I numeri del rapporto “Animali in città” parlano chiaro e tracciano un quadro a tinte fosche dove la mancanza di monitoraggio, di regolamentazione e controlli restano i principali talloni d’Achille sui cui Amministrazioni comunali e ASL devono lavorare, replicando al tempo stesso le buone pratiche già presenti nella Penisola. Ai questionari inviati da Legambiente, hanno risposto in modo completo 552 Amministrazioni comunali su 7.904 totali (di cui 57 Comuni capoluogo di provincia pari a circa il 53% dei Comuni capoluogo italiani) e 38 Aziende sanitarie su 112 totali. Il dato complessivo che emerge è che il 39,5% tra le Amministrazioni comunali (più di una su tre) ed il 94,7% tra le Aziende sanitarie (più di nove su dieci) che hanno fornito informazioni hanno raggiunto performance almeno sufficienti rispetto al complesso dei 36 indicatori* utilizzati per i Comuni e 25 per le Aziende sanitarie. 

Entrando nel dettaglio nel report ecco quanto emerge: di fronte ad una crescente spesa pubblica italiana del settore - che nel 2022 è stata pari a 229 milioni di euro (+ 5% rispetto al 2021) di cui 181 milioni in capo ai Comuni (3,1 euro/cittadino) e 48 milioni alle Aziende sanitarie (0,82 euro/cittadino) – non ne corrisponde una gestione efficiente. Ad influire: la mancanza di monitoraggio, regolamentazione e controlli.  Una spesa pubblica che equivale a circa 6 volte la somma impegnata per la gestione di tutti i 24 Parchi nazionali e addirittura a 30 volte la somma impegnata per la gestione di tutte le 27 Aree marine protette. Una gestione carente del settore che si evince anche dalla scarsa conoscenza da parte dei Comuni, delle strutture dedicate agli animali d’affezione presenti sul territorio (tra le quali rientrano anche i canili rifugio). Infatti, solo il 43,8% delle Amministrazioni comunali che ha fornito dati dichiara di conoscere con esattezza tali numeri, percentuale che cala al 40% per quel che riguarda la conoscenza delle colonie feline. Ancora più bassa la soglia dei Comuni che hanno dichiarato di avere spazi aperti dedicati agli animali d’affezione (solo il 37%) con differenziazioni tra nord e sud (ad esempio a Grignasco (No) è presente 1 area ogni 105 cittadini, contro Mazara del Vallo (TP) con 1 ogni 50.000 abitanti).  

Anagrafe canina: solo il 41,8% dei Comuni (231 su 552) dichiara di conoscere il numero complessivo dei cani iscritti in anagrafe canina presenti nel proprio territorio, pari ad 1.176.322 cani. Percentuale che cala al 39,3% per quel che riguarda la consapevolezza delle nuove iscrizioni avvenute nell’anno 2022, pari a 70.128 cani. Negativi anche i dati relativi alle attività di regolamentazione previste per il settore e che sono fondamentali per una corretta e serena convivenza tra animali e cittadini. Solo il 7,4% dei Comuni ha regolamentato possibili agevolazioni fiscali per le adozioni dei cani e appena il 6% quelli che hanno previsto regolamenti con agevolazioni o oneri fiscali per il controllo delle popolazioni.  

Lato sterilizzazione, i numeri sono ancora lontani se si vuole puntare ad una seria politica di controllo demografico. Nonostante un leggero incremento rispetto al 2021 del 3%, solo il 50% delle Aziende sanitarie ha dichiarato di aver effettuato azioni di prevenzione, con la sterilizzazione di 4.881 cani (il 18% rispetto ai cani dichiarati entrati nei canili sanitari) e 21.042 gatti (circa il 14% di quelli presenti nei gattili sanitari o nelle colonie feline, nelle quali oltre 130.000 gatti risultano non sterilizzati). Infine, per quel che riguarda i controlli, meno di 1 Comune su 2 (il 42,9%) ha effettuato specifici controlli e solo il 53,6% dichiara di aver dotato il proprio personale di lettore microchip. Di questi, ne risultano in totale 491, ossia in media 1,7 per ciascuna delle 296 Amministrazioni comunali che li hanno dichiarati.  

“Con il nuovo rapporto Animali in Città – dichiara Antonino Morabito, responsabile nazionale Fauna e Benessere animale di Legambiente e curatore del rapporto – torniamo a ribadire che salute e benessere umano, animale e ambientale sono inestricabilmente interconnessi e devono essere affrontati in modo coerente e olistico, consapevoli che le malattie infettive di origine zoonotica sono sempre più comuni. Per questo è fondamentale aderire pienamente all’approccio "One Health” e puntare al rafforzamento della cooperazione, delle sinergie istituzionali in stretta collaborazione con la società civile. Le esperienze positive che raccontiamo all’interno di Animali in Città 2023 confermano che è possibile passare in Italia da un approccio basato sulla cura dei problemi ad uno che li prevenga”.  

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