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Al nuovo numero di Guardia Medica 18.700 telefonate nei primi due mesi. Ora tocca ai CAU

L'Ausl alle prese con la creazione della rete dei CAU: si partirà dal potenziamento dei punti di primo intervento di Castelfranco Emilia, Finale Emilia e Fanano. A Modena due strutture, la prima al Policlinico

Sul finire di agosto, martedì 29, si è tenuta una seduta della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena. Tra i punti all’ordine del giorno un aggiornamento interlocutorio sul percorso di riforma del sistema dell’emergenza-urgenza, tema che vede la sanità locale al lavoro per una riforma che varà tratti per certi versi epocali. Le Aziende sanitarie hanno avviato gruppi di lavoro e uno stretto dialogo con i territori per arrivare poi a settembre a presentare un piano complessivo per la Provincia di Modena, come previsto dagli indirizzi che la regione ha varato iln luglio.

“Ci stiamo confrontando costantemente sui vari distretti sanitari e con tutti i soggetti che lavorano con noi per approfondire il tema – chiarisce la DS Ausl Romana Bacchi –. I dati confermano, non solo a Modena ma in tutta la Regione, che nella rete ospedaliera vi è un utilizzo dei Pronto soccorso con accessi per patologie di minore gravità – codici bianchi e verdi – che in modo più appropriato andrebbero trattate con un’assistenza di prossimità, più vicina al cittadino e al suo bisogno”.    

La riforma del sistema ha preso il via nella nostra provincia lo scorso 3 luglio, con l’attivazione della Centrale unica telefonica provinciale per la continuità assistenziale (Guardia medica), col numero 800 032 032. Positivi i risultati, con oltre 18.700 contatti da parte di cittadini tra luglio e agosto, contatti che per il 60-65% si sono risolti tramite un consulto telefonico, per il 25-30% con una visita ambulatoriale, per il 5-10% con visite domiciliari, la parte restante, tra l’1 e il 5%, con l’attivazi0ne del 118. 

Da qui è seguito un periodo di confronto con diversi soggetti e il lavoro in gruppi e sottogruppi di professionisti delle aziende sanitarie per analizzare le ipotesi di sviluppo di tutte le altre progettualità, in primis i futuri CAU, centri di assistenza urgenza. Si tratta, come noto, di strutture territoriali per le urgenze a bassa complessità che possono essere collocate all’interno di Case della Comunità, presso le attuali sedi di Punti di primo intervento e in prossimità degli Ospedali; molto importante per i Cau l’integrazione con tutto il territorio, in un’ottica di prossimità e capillarità, che li vuole fortemente connessi con tutti i servizi già esistenti, le Centrali Operative Territoriali - COT, i Nuclei di medici e pediatri, gli specialisti ambulatoriali, ecc.

La rete dei Cau, ancora molti punti da risolvere

È in fase di valutazione un progetto di evoluzione in CAU dei tre Punti di primo intervento già esistenti (Castelfranco Emilia, Finale Emilia, Fanano), a seguire si lavorerà per gli altri CAU: il primo di Modena presso il Policlinico e un altro a Carpi, successivamente a Vignola e Sassuolo e un secondo CAU a Modena. Tutto ciò si integrerà con la rete dei servizi territoriali e dei PS già esistente sulla provincia.

Per chiarire come il CAU può rappresentare un’evoluzione per il PPI si è presentato il caso di Castelfranco Emilia, sul cui territorio circa 8000 cittadini nel 2022 hanno avuto accesso ai PS per casi di bassa gravità. Il Cau consentirà una presa in carico effettiva del paziente con la sua patologia, grazie a un rafforzamento su più fronti: la graduale estensione oraria di apertura; la dotazione di attrezzature e servizi di telemedicina; il reclutamento e la formazione del personale. Si sta dunque lavorando alla costruzione di percorsi ben strutturati in entrata e in uscita dal CAU (integrazione con Centrale Operativa Territoriale e con i servizi della rete), al collegamento con i medici e pediatri delle cure primarie, ai percorsi per il completamento diagnostico ad accesso diretto agli ospedali vicini, così come per l’invio diretto agli ospedali di riferimento per i casi a medio-alta gravità (sospetto infarto, ictus, traumi maggiori).

“Ognuna di queste strutture dovrà essere disegnata in modo molto preciso ed adeguato al singolo territorio – chiarisce Bacchi -. Stiamo identificando dunque l’utilizzo ottimale di tutte le risorse presenti per dare una risposta vicina a questi bisogni dei cittadini”.

Si è inoltre lavorato per l’evoluzione della rete dell’emergenza territoriale: è infatti in corso la valutazione della rete dei mezzi di soccorso (avanzati e di base), il confronto fra 118 e associazioni di volontariato per l’utilizzo efficace ed appropriato dei mezzi in funzione del bisogno e l’elaborazione di progettualità complementari a supporto della rete. Gli obiettivi di questo lavoro, ancora in corso, saranno quelli di migliorare l’appropriatezza dei mezzi di intervento (adeguati alla tipologia di bisogno), ridurre eventuali ridondanze o sovrapposizioni di mezzi di soccorso, arrivare infine a una maggiore integrazione con le associazioni di volontariato.  

“Siamo in una fase preparatoria del percorso ed era opportuno aggiornarsi sulle valutazioni in corso – ha detto il Presidente Muzzarelli –; in merito alla Continuità assistenziale i cittadini hanno avuto risposta e cominciamo ad avere dei numeri importanti da analizzare, che restituiscono risultati positivi. Importante anche il lavoro con tutte le componenti e con l’Università per rafforzare la formazione e il coinvolgimento dei futuri professionisti. Rispetto alla costituzione dei CAU è importante il confronto in atto, con l’obiettivo di rafforzare il sistema di emergenza-urgenza e consolidare l’impianto dei PS della nostra provincia”.

Il dibattito fra i sindaci

Nel corso degli interventi, i Sindaci hanno esposto il loro apprezzamento per il lavoro dell’Azienda sanitaria sulla Continuità assistenziale, che ha avuto riscontri positivi sui territori, e anche per la disponibilità al confronto avuta in occasione dei comitati di distretto. 

Il Sindaco di Carpi Alberto Bellelli ha sottolineato la peculiarità di alcuni territori collocati su confini di provincia auspicando la prosecuzione del dialogo e della progettazione con le province limitrofe. La Sindaca di Vignola Emilia Muratori conferma l’impatto positivo del nuovo servizio di Continuità assistenziale a partire dai riscontri avuti dai cittadini. L’auspicio è arrivare a inquadrare meglio i nuovi servizi come il CAU, chiedendo chiarezza sulle prospettive di integrazione con il Pronto soccorso così come sulle valutazioni sull’emergenza territoriale. Il Sindaco di Castelfranco Giovanni Gargano ha espresso l’apprezzamento per il lavoro svolto e l’attività corale che ha impegnato tutti, anche durante l’estate, per il futuro dei servizi sanitari, e ha auspicato che in una logica allargata il CAU di Castelfranco possa diventare un punto di riferimento per rispondere con appropriatezza e dare un contributo al sistema provinciale, con una particolare considerazione che deve essere mantenuta rispetto alle distanze dai centri hub.

Il Sindaco di Concordia Luca Prandini ha chiesto un’attenzione costante e prolungata alla comunicazione verso i cittadini affinché abbiano chiaro cosa fare e a chi rivolgersi in caso di bisogno; ha poi ribadito, a partire dalla personale esperienza, l’impatto positivo del nuovo servizio di Guardia medica. Anche il Sindaco di Lama Mocogno Giovanni Battista Pasini ha espresso soddisfazione per il numero unico e per il percorso di condivisione in comitato di distretto delle progettualità di riforma del sistema, con un riscontro positivo per l’avvio del nuovo Ps di Pavullo e sull’attività del dottor Luca Fontana sull’ortopedia. Il Sindaco di Guiglia Iacopo Lagazzi ha accolto positivamente le nuove proposte di mettere a sistema le associazioni di volontariato dell’emergenza al fine della loro piena tenuta sui territori, assicurando lo spirito collaborativo partendo dalla consapevolezza che si tratta di zone di confine e montane che richiedono un attento monitoraggio, che sarà verificato nei comitati di distretto.

Ha sottolineato l’importanza delle analisi sui confini anche la Sindaca di Formigine Maria Costi, che ha poi evidenziato come il tema del personale e delle risorse ponga problemi nella realizzazione delle riforme; occorre inoltre continuare a parlare con le associazioni, con i cittadini e con gli operatori sanitari.

Essere sempre più vicini ai cittadini dal punto di vista dei servizi socio-sanitari è l’obiettivo che deve guidare tutti, ha osservato infine Luciano Sighinolfi, presidente del Comitato consultivo interaziendale. Aumentare le risposte di prossimità, potenziare la preparazione professionale e il collegamento con le scuole e le università, lavorare sui territori significa allargare il ventaglio delle possibilità che il sistema ha a disposizione per i cittadini; ha inoltre sottolineato la necessità di coinvolgere i medici di medicina generale e le farmacie e di fare formazione e comunicazione sui cittadini e il volontariato. 

Rispetto al tema delle aree di confine la DG Petrini e la DS Bacchi hanno precisato che il confronto è pienamente in corso ed è costante. Sul coinvolgimento delle associazioni si è ricordata la costituzione di un tavolo di programmazione sul sistema di emergenza territoriale, che è attivo e cerca di rispondere alle criticità sul reclutamento di volontari e sul riordino del sistema stesso al fine di renderlo sempre più solido per fornire le migliori e più appropriate risposte. 

Si lavorerà per potenziare la risposta di prossimità attraverso i CAU, anche insieme alla Medicina generale che con la sua esperienza potrà arricchire questo modello organizzativo. “Stiamo costruendo una nuova comunità di professionisti con un nuovo approccio clinico e organizzativo, con la conoscenza delle risorse del territorio e la possibilità di formarsi in maniera specifica – ha concluso la dottoressa Bacchi – saranno loro una delle carte vincenti”.

È stato confermato l'indirizzo assunto dalla CTSS di assicurare una presenza dei PS nell'intera rete provinciale e la programmazione dei nuovi CAU per rafforzare ed allargare le risposte sul tema delicato dell'appropriatezza dell'intervento al fine di migliorare le prestazioni ed i tempi delle risposte e la conseguente qualità per i cittadini modenesi.
 

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