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Cronaca

Bonifici sospetti dal conto dell'anziana che assisteva, rinviato a giudizio per peculato

Secondo l'accusa, l'amministratore di sostegno avrebbe disposto del denaro dell'anziana beneficiaria per fini personali. Mancano all'appello 36mila euro

E' stato rinviato a giudizio con l'accusa di peculato, reato proprio paragonabile ad un'appropriazione indebita commessa da pubblico ufficiale, un amministratore di sostegno la cui colpa sarebbe quella di essersi autoliquidato un'ingente somma di denaro a lui non spettante.

Ad accorgersi del bonifico che si presume indebito sarebbe stato il figlio della donna beneficiaria dell'amministrazione di sostegno, dopo il decesso della stessa. Al centro dell'accusa, secondo quanto raccontato dall'Avv. di parte civile Emilio Stagnini del foro di Reggio Emilia, un bonifico di 9.200 euro che l'amministratore di sostegno si sarebbe fatto attingendo dal conto corrente della signora dei cui beni disponeva.

Tale cifra, si sarebbe andata ad aggiungere a quanto già liquidato come compenso dal Giudice Tutelare. Non solo: secondo l'accusa a mancare all'appello sarebbe anche altro denaro, prelevato in più occasioni a titolo non ancora specificato, per un ammontare totale di 36mila euro.

L'amministratore di sostegno, professionista nominato dal Giudice Tutelare, è stato quindi rinviato a giudizio: a settembre si terrà la prima udienza dibattimentale.

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