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Cronaca

Tangenti e vacanze a Ischia all'ombra della Camorra, in manette i vertici di CPL Concordia

La cooperativa modenese finisce nella bufera per la sospetta corruzione dilagante che secondo i PM avrebbe caratterizzato gli appalti per la metanizzazione dell'isola di Ischia. Arrestate 10 persone, tra cui il sindaco dell'isola e l'ex presidente Roberto Casari

Nuova bufera sulla CPL Concordia, già al centro di alcune indagini per gli appalti vinti in passato in diversi comuni campani per lavori di metanizzazione. Ma questa volta la Procura ha deciso di passare alle vie di fatto, ordinando ben nove arresti che hanno coinvolto anche i dirigenti della coop modenese. I fatti riguardano i rapporti tra CPL e la politica locale dell'isola di Ischia, dove negli anni scorsi la coop lavorò grazie a quelle che i Pm di Napoli ritengono essere un vasto giro si corruzione, accordi sottobanco e false fatture coperte da fondi neri.

Il Comando per la Tutela dell'Ambiente ha infatti arrestato 10 persone, tra cui il sindaco di Ischia Giuseppe Ferradino, il fratello Massimo e i nomi di vertice di CPL, tra cui l'ex presidente Roberto Casari, il presidente del cda di CPL distribuzione Maurizio Rinaldi, il responsabile delle relazioni istituzionali del Gruppo Francesco Simone, il responsabile commerciale dell'area Tirreno Nicola Verrini, il responsabile del nord Africa Bruno Santorelli, mentre altre tre persone si trovano ai domiciliari, tra cui il funzionario dell'ufficio tecnico del Comune.

La magistratura napoletana ritiene, in buona sostanza, che CPL abbia ottenuto l'appalto grazie ad alcuni favori all'Amministrazione isolana e al versamento di tangenti, attingendo il denaro da fondi neri creati in Tunisia con una società collegata. Tra le operazioni contestate vi è anche l'assunzione del fratello del sindaco come consulente di CPL, nonché la convenzione della coop con un hotel di proprietà della famiglia Ferrandino, per le vacanze dei propri dipendenti a Ischia. Sospetti anche su un viaggio in tunisia pagato dalla coop al sindaco.

Ma tra corruzione e appalti spunta anche l'ombra della Camorra, stando a quanto si legge negli atti dell'inchiesta. I dirigenti della CPL Concordia avrebbero fatto "sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i Sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legali a tali ambienti criminali".

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