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Cronaca Mirandola / Via Lea Cazzuoli

Mirandola: commando di cinesi sequestra e rapina connazionali

L'episodio si è verificato l'altra notte nella frazione di San Giacomo Roncole. Dopo avere legato gli operai, gli assalitori hanno picchiato il titolare costringendolo a consegnare 4mila euro in contanti e 20mila yuan. Intervento dei Carabinieri

Calzamaglia in testa, pistola e machete in mano. Questo quanto è stato utilizzato l'altra notte da un commando di cinque cinesi per sequestrare rapinare una dozzina di connazionali all'interno di un'abitazione adibita anche a laboratorio tessile in via Cazzuoli a San Giacomo Roncole, frazione di Mirandola. 

Gli assalitori sono entrati dalla porta di ingresso principale e hanno fatto irruzione al piano superiore dove si trovavano i dodici operai ed il titolare. Dopo averli sorpresi e minacciati con le armi, li hanno legati con del nastro adesivo e hanno rovistato in tutti gli ambienti. Per farsi dire dal proprietario dove avesse nascosto il denaro, i rapinatori lo hanno picchiato provocandogli lievi ferite al volto (la prognosi è di 10 giorni) costringendolo a consegnargli 4mila euro in contanti e 20mila yuan. Inoltre, la banda ha portato via bracciali e collanine di tutti i connazionali presenti in quel momento in casa, oltre a undici smartphone e nove personal computer portatili. I cinque, preso il bottino, sono usciti e si sono allontanati facendo perdere le tracce.

Dopo pochi minuti è rientrata in casa la figlia del proprietario che ha liberato tutti e ha chiamato i carabinieri. Immediatamente sono iniziati i posti di controllo in tutta la provincia e in quelle vicine da parte dei carabinieri. A Castelmassa, nel Rodigino, una pattuglia ha intercettato l'auto con i cinque a bordo e ha tentato di fermarla ma gli occupanti l'hanno abbandonata e sono fuggiti a piedi nelle campagne circostanti. Nell'auto i militari dell'Arma hanno recuperato tutta la refurtiva, tranne i 4mila euro e 5mila Yuan. Gli inquirenti stanno ora esaminando reperti biologici riscontrati sulla vettura. L'ipotesi è che la banda entrata in azione provenisse da altre province e non avesse legami con la Bassa.

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