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Cronaca Mirandola

Da Islamabad alla Germania, passando per la Bassa Modenese

Giro d'affari milionario, finte assunzioni in agricoltura grazie al "click day" del decreto flussi, imprese danneggiate e traffico di esseri umani: ecco come Carpi e Mirandola sono diventate porta d'accesso per l'area Schengen

Aveva generato un volume di affari compreso tra i 9 e i 13 milioni di euro l'organizzazione criminale smantellata dalla squadra mobile nell'ambito dell'"Operazione Lambrusco" (soprannome dell'unico pakistano finito in manette nella mattinata odierna): questa abnorme quantità di denaro veniva dalle 900 persone che negli ultimi cinque anni hanno sborsato somme comprese tra i 10mila e i 15mila dollari ("Tutti i risparmi di una vita", ha specificato Amedeo Pazzanese, capo della squadra mobile di Modena) solamente per avere un punto di accesso nell'area Schengen, l'Italia, per poi dirigersi alla ricerca di fortuna in Danimarca e in Germania. Sono stati proprio i tedeschi ad allertare l'ambasciata italiana di Islamabad a fronte del rintraccio sul territorio di diversi uomini di origine pakistana che, completamente privi di occupazione, erano titolari di un visto per lavori agricoli nel Belpaese.

CLICK DAY - Una volta avviato il regolare iter presso l'ambasciata, i pakistani alla ricerca di un ingresso in Unione Europea pagavano la somma pattuita al "rappresentante locale" dell'organizzazione criminale che, nel frattempo, aveva ricevuto precise direttive da parte delle aziende compiacenti sul numero di "operai" da fare giungere a Carpi e Mirandola, aziende che poi avrebbero monopolizzato i click day delle procedure telematiche per la regolazione dei flussi di lavoratori stagionali. Così facendo, non solo l'associazione a delinquere avrebbe agevolato l'ingresso sul territorio nazionale di persone che poi sarebbero cadute nella clandestinità, ma avrebbero tolto braccia a quelle realtà imprenditoriali che avrebbero avuto una reale necessità di manodopera. Solo in pochissimi casi gli stranieri giunti nella Bassa Modenese avrebbero poi avuto un'occupazione che, in realtà, sarebbe durata solamente qualche giorno.

L'ORGANIZZAZIONE A reggere le fila del sodalizio criminale erano il reggiano L. S., 47 anni, e il pakistano F. A., 37 anni, residente a Carpi. Entrambi condotti in carcere nella mattinata odierna, sono stati tratti in arresto con l'accusa di associazione a delinquere: il primo era agrotecnico titolare di uno studio di consulenze per agricoltori, mentre il secondo era a tutti gli effetti l'ideatore del sistema criminale che ha raccolto il favore di diversi soggetti compiacenti. I due si trovano dietro le sbarre dato l'alto rischio di reiterazione del reato, visto che l'organizzazione era pronta a rimettersi in moto in vista del decreto flussi 2014. Ridotti ai domiciliari invece il 58enne M. V., nato e residente a San Cesario, impiegato di Agrimpresa Modena, associazione di categoria vittima della condotta messa in atto; il mirandolese M. T., 48 anni, agente di commercio responsabile dell'inserimento dei dati per via telematica durante i click day; M. V., 47anni, agricoltore titolare di un'azienda che intascava 3mila euro per ogni finta assunzione; P. V., 52enne mirandolese, dipendente di Coldiretti, associazione anch'essa vittima di tale situazione.

NON SOLO MODENA - Come spiegato da Eufranio Massi, direzione territoriale del lavoro, a dare il giusto input alle indagini è stata la discrepanza fra le dimensioni delle sette aziende agricole compiacenti censite e l'abnorme richiesta di manodopera formulata: "Purtroppo - ha ammesso - questa è una questione che non riguarda solo Modena: il discorso flussi riguarda tutta l'Italia e abbiamo avuto concreti sentori di simili dinamiche in molte altre province. Basti pensare tra i 22mila profughi approdati su Lampedusa dopo i fatti della Tunisia, ci sono state persone truffate che credevano di arrivare regolarmente in Italia su un aereo e di certo non su un barcone".

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