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Cronaca Sassuolo

Itinerari Modenesi | Cosa vedere a Sassuolo in un giorno

Un viaggio nei luoghi più interessanti della città di Sassuolo e tra le meraviglie dei suoi dintorni

Sassuolo è il terzo comune più popoloso della provincia, dopo il capoluogo e la città di Carpi. L'itinerario inizia dalla Stazione dei Treni, comoda sia per chi arriva per l'appunto in treno, sia per chi in automobile in quanto l'area è ricca di parcheggi. Percorrendo via Ciro Menotti si giunge in piazza Giuseppe Garibaldi, sulla quale si affaccia il simbolo della città, ovvero la Torre dell'Orologio. La piazza è caratterizzata da un lungo colonnato a ferro di cavallo che ospita diversi negozi interessanti per i turisti e questa è spesso la piazza in cui avvengono i più importanti eventi sassolesi.

Proseguendo lungo via Cesare Battisti in direzione Palazzo Ducale si entra di fatto Piazza Martiri Partigiani. Sulla piazza si affaccia la chiesa principale della città dedicata a San Giorgio, il patrono sassolese. La chiesa di San Giorgio come si presenta ora, è un rarissimo monumento di Barocchetto puro, costruito nel 1760 su disegno dell’architetto veneziano Pietro Bezzi, al posto della vecchia chiesa allora demolita e che risaliva al nucleo primitivo della fine del 1200. 

L'itinerario prosegue lungo via Rocca, alla cui conclusione si trova il Palazzo Ducale di Sassuolo. Si tratta di una delle residenze ducali italiane più ricche di affreschi, peccato sia poco noto a livello nazionale, tuttavia nel nostro territorio rappresenta il simbolo delle Delezie Estensi. Fu prima proprietà della famiglia Pio, poi residenza estiva della famiglia ducale, specialmente dopo la fuga da Ferrara e la proclamazione di Modena quale capitale del ducato.

Una volta entrati nel Palazzo Ducale è possibile osservare dal terrazzo che dà sul lato sud-ovest dell'edificio, la nota e meravigliosa Pescheria Ducale. Una “grotte rustique, au bout d’un petit canal”, come ebbe a definirla Charles-Nicolas Cochin nel suo Voyage d’Italie del 1758, ovvero una stupefacente macchina idraulica, che un tempo era definita da filari interni ed esterni di alberi, organizzata su più livelli entro alte mura, in parte appartenenti alla precedente cinta castellana tre-quattrocentesca. 

Una volta usciti dal Palazzo Ducale, sempre in Piazzale della Rosa, consigliamo la visita al meravigliosa chiesa di San Francesco. Fu Francesco d’Este ad abbattere l'originale chiesa per ricostruirla di fronte come cappella palatina, a partire dal 1650, su disegno dell’architetto romano Bartolomeo Avanzini. Nella chiesa è venerato il Santo Tronco, crocifisso miracoloso a cui sono devotissimi i sassolesi, che viene dall’arciconfraternita esposto al bacio dei fedeli il giovedì e venerdì santo e portato in processione per le vie cittadine, con gran seguito di persone, il giovedì santo.

VISITA NEI DINTORNI...

L'itinerario prosegue nei dintorni di Sassuolo, precisamente a Montegibbio, una frazione posta sulle colline sassolesi a 11 minuti di distanza dal centro storico di Sassuolo. La località è famosa in quanto in quel luogo si trova il castello di Sassuolo o noto anche come Castello di Montegibbio.  Una volta che arriverete al castello ad accogliervi sarà la porta d'entrata medioevale e da lì il mastio, che sebbene alterato conserva ancora l'originario portale sopraelevato in perfetto stile medioevale. Da quanto sappiamo, il castello venne innalzato nel 920 dai canonici della Cattedrale di Parma per difendere i territori in loro possesso dalle invasioni degli Ungari. La visita avviene all'interno delle sue sale deccorate secondo gli stili di varie epoche. Infatti dopo la sovrintendenza di Matilde di Canosssa, questo complesso di edifici diventò dapprima il baluardo dei ghibellini e successivamente una roccaforte degli Estensi.

All'interno della struttura trovate anche l'acetaia comunale di Sassuolo, curata dai custodi dell'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Ogni anno, venendo a ridursi per evaporazione il contenuto dei barili, si procede al rincalzo di ciascuna botte, partendo dalla più piccola, prelevando il contenuto da quella immediatamente maggiore e versando il nuovo mosto cotto e fermentato solamente in quella “di testa”, la più grande. In questo modo le botti maggiori conterranno sempre il prodotto più giovane, quelle intermedie l’aceto in via di maturazione e quelle più piccole l’affinato e delizioso balsamico invecchiato, che potrà essere prelevato per l’uso solo dopo almeno 12 anni dall’avvio della batteria.

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