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Cronaca

Magner Bein | Il mirtillo dell'Appennino modenese, usato anche per le proprietà curative

Il mirtillo dell'Appennino modenese è uno dei frutti più significativi della nostra tradizione, eppure oltre ad essere un ottimo ingrediente in cucina, ha anche molte altre caratteristiche curative

Tra i tanti prodotti alimentari di cui abbiamo parlato nella rubrica #magnerbein, quello del mirtillo modenese è probabilmente il più antico. Infatti non si tratta di un frutto sorto a seguito dell'azione umana e quindi dell'installazione artificiale, com'è avvenuto per esempio per le ciliegie, ma di una varietà di mirtillo che nasce spontanea. Si tratta della specie Vaccinium Myrtillus, una pianta bassa, detta strisciante, che raramente nella zona dell'Appennino supera i 30 cm di altezza dal terreno. 

LA TRADIZIONE DEL MIRTILLO. Questo frutto ha la parte esterna di colore nero-bluastro mentre la polpa è rosso-bluastro. Si tratta di frutti dal diametro di 6-8 mm e che sono spesso utilizzati in cucina. Una delle torte tradizionali del nostro Appennino è la crostata, nelle varianti con il mirtillo o con le amarene. Inoltre all'origine le crescentine dolci venivano mangiate non con creme spalmabili, bensì con i frutti più dolci, tra cui il mirtillo, sia sottoforma di marmellata che naturali. 

I PRINCIPI CURATIVI. Tuttavia la caratteristica più unica del mirtillo dell'Appennino modenese sono le sue caratteristiche medicali. Infatti è usato nell'ambito fitocosmetico per la presenza nelle sue bacche di acidi organici, tannini, pectine ed in oftalmologia, ossia quella branchia della medina che si occupa della cura delle pervesioni, proprio per la sua ricchezza di anotociani. 

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