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Cronaca Vicolo Caselline

Minimarket etnici con prodotti scaduti e non tracciabili, chiusura e multe in città

Due negozianti del Bangladesh sono finiti nel mirino della campagna che i Carabinieri stanno conducendo nel campo agroalimentare. Attività sospesa e maxi multa in via Caselline, sanzioni anche per un negozio di via Morselli

In tutta Italia i Carabinieri stanno svolgendo controlli approfonditi sulla filiera agroalimentare, dalle aziende agricole agli allevamenti, dai magazzini fino ai rivenditori al dettaglio. Nella giornata di ieri è toccato anche alla città di Modena, dove sono state scelte due aziende "campione". La scelta è ricaduta su due minimarket gestiti da cittadini del Bangladesh, tra le decine e decine che negli ultimi anni sono state aperte in tanti quartieri e che cendono di tutto, dai prodotti per la casa agli alimentari, comprese ovviamente frutta e verdura.

Il primo controllo è stato effettuato in via Morselli, zona Musicisti, dove il titolare bengalese di 36 anni è stato multato per 1.100 euro, in quanto alcuni prodotti non riportavano l'etichettatura. Il controllo è stato eseguito da Ispettorato del Lavoro, Forestale, Nas e Nac. Molto peggio è andata invece al connazionale gestore del negozio di via Caselline, in pieno centro storico.

Tutti i reparti impiegati dai Carabinieri, infatti, hanno riscontrato violazioni, determinando la chiusura dell'attività e multe salatissime. Sul fronte della merce posta in vendita, il 28enne bengalese è stato multato per oltre 3.500 euro, a causa di alcuni prodotti scaduti, di altri in cui le scadenze non erano proprio riportate e di frutta e verdura prive di ogni tracciabilità. A queste sanzioni se ne è aggiunta una di ben 5.000 euro data dal fatto che il negozio utilizzava sportine non biodegradabili, come la legge impone ormai da qualche anno.

E' stata poi l'Ausl di Modena dare il colpo di grazia all'emporio, che è stato sospeso per condizioni igienico sanitarie a dir poco carenti. Come se non bastasse, anche il Fisco potrà rivalersi sul negoziante, che è stato multato per 16mila euro avendo assunto nei mesi scorsi un dipendente non in regola con il permesso di soggiorno, un altro bengalese 21enne a cui erano state revocate le condizioni per la permanenza in Italia.

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