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Cronaca Novi di Modena

Sgominata una banda specializzata in furti di trattori su commissione nella Bassa

Una vera e propria organizzazione criminale gestita da sinti residenti tra Novi e Mirandola, che depredava le aziende agricole per poi trasferire i trattori all'estero con il supporto di un gruppo di ricettatori campani. Lunga indagine della Polizia del Commissariato di Carpi conclusa con 6 arresti e 15 denunce

Un'associazione a delinquere che aveva l'obiettivo di rubare trattori, attrezzature agricole e materiale edile nelle aziende della Bassa, per poi trasferirli in Campania e rivenderli all'estero.  e alla loro successiva rivendita all'estero.

E' questo ciò che hanno scoperto gli agenti del Settore investigativo del Commissariato di Polizia di Carpi con il coordinamento della Procura della Repubblica, nel corso di un'indagine durata oltre un anno e iniziata nel 2019 grazie alle denunce sporte da imprenditori locali che avevano subito il furto di mezzi agricoli. Gli investigatori hanno raccolto una serie di elementi comprovanti che all'interno del gruppo criminale, i cui membri sono per lo più legati da vincoli di parentela, non vi era solo un semplice accordo tra le parti, ma un vero e proprio pactum societatis, ossia un accordo che andava ben oltre la realizzazione del reato programmato concretizzandosi in una continua capacità di creare, in modo standardizzato, nuove occasioni criminali, una vera e propria associazione a delinquere in cui ogni associato aveva un proprio ruolo prestabilito.

All'esito dell'indaguine e della valutazione del G.I.P. del Tribunale di Modena, questa mattina all'alba sono statte eseguite sei misure cautelari, tre in carcere e tre ai domiciliari, nei confronti di sei italiani di origini sinti, residenti nelle aree di Novi di Modena e Mirandola.

I furti venivano organizzati prevalentemente di sera e di notte, approfittando dell'oscurità e della chiusura dell'attività lavorativa, in zone appartate con un raggio di azione esteso alle campagne del modenese, del reggiano e del mantovano, dopo preventivi e circostanziati sopralluoghi.  La merce rubata, in attesa di essere caricata su autoarticolati per il trasporto in Campania, veniva custodita in casolari o capannoni in disuso e abbandonati situati nelle campagne dei comuni limitrofi.

I sinti modenesi si appoggiavano ad un gruppo campano costituito da cinque persone, con attività legali nel settore dei trasporti, alcuni residenti in provincia di Modena e Reggio Emilia, mentre altri pendolari tra l'Emilia e la Campania, che si avvalevano di autisti compiacenti e di autoarticolati idonei al trasporto dei trattori . I furti avvenivano su commissione, o comunque a seguito di un accordo circa la marca e il modello del mezzo da rubare, dei quali venivano nottetempo fotografati anche i dati di fabbrica  per poter predisporre dei documenti di trasporto falsi, ma che dessero parvenza di una regolare spedizione della refurtiva.

Le indagini hanno permesso di attribuire agli indagati una ventina di furti. Diciotto di questi mezzi, per un valore complessivo di oltre un milione di euro, sono stati recuperati  e riconsegnati ai legittimi proprietari da personale del Commissariatodi Carpi, con l'ausilio della Polizia Stradale di Guastalla (RE), Mirandola (MO) e della Sottosezione di Modena Nord, le cui pattuglie intercettavano i carichi diretti verso sud. Molti dei colpi, infatti, sono stati svolti nel 2019 quando già la Polizia aveva posto sotto intercettazione e stava pedinando la banda.

Oltre ai sei arrestati, sono indagate a piede libero altre 15 persone, a vario titolo, per i reati di furto aggravato, ricettazione e favoreggiamento.

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