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Cronaca Carpi / Via Eraclito

Palestra Motus, la replica dell'ex collaboratore Francesco Dal Canto

Diamo spazio alla lettera inviata alla nostra redazione dall'attuale gestore della Motus di Modena ed ex collaboratore di quella di Carpi, finita nella bufera dopo l'improvvisa chiusura

A seguito del nostro articolo, pubblicato lo scorso 21 maggio, sulle vicende della palestra Motus di Carpi, riceviamo e pubblichiamo una lettera di Francesco Dal Canto, ex collaboratore della società carpigiana e attuale gestore della palestra Motus recentemente inaugurata a Modena, in Via Pico della Mirandola. Dal Canto ci scrive per “rilevare le inesattezze che possono cagionare un grave ed ingiusto danno al mio centro fitness che ha aderito alla filosofia del fitness low cost ed utilizza il marchio Motus”.

“Come è stato messo in luce – esordisce Dal Canto – la filosofia alla base dei centri è quella del fitness low-cost, che risponde ad una precisa esigenza sociale in tempi di crisi: consentire l'accesso alle attività sportive a chiunque, nonostante le ristrettezze economiche e gli impegni di studio e lavoro. Nasce così l'idea di “Motus”: centri accessibili a chiunque sia per il ridotto prezzo del servizio, sia per l'ampiezza dell'orario di apertura, senza alcun limite di tempo. Il nostro tesserato non acquista “un corso”, ma molto di più. Acquista il diritto di utilizzare i nostri macchinari come, quando e per quanto ritenga opportuno o gli risulti più comodo. Niente corsi, quindi, e pochi personal trainer a disposizione di chi lo richieda, secondo le modalità ed i tempi che il tesserato richiede. Oltre alla passione. Tanta passione per lo sport e per il lavoro che lega a filo doppio tutti i nostri collaboratori. Lavorare h24 7/7 è impegnativo, ma non siamo soli. I nostri collaboratori, tutti giovani capaci ed intraprendenti, sono in prima linea ogni giorno per assicurare il servizio, con contratti di lavoro regolarmente retribuiti, senza abusi o vessazioni di sorta”.

“Certo, le 'pecore nere' non mancano – spiega Francesco Dal Canto in riferimento al centro di Carpi, e aggiunge - l'amministratore ha compiuto delle scelte errate, che hanno portato alla chiusura del centro, tutte scelte assunte in piena autonomia e consapevolmente. A loro si chiedano risposte, non a noi collaboratori o chi, oggi, ha preso in mano la situazione. Tuttavia, quando le Autorità sono intervenute per verificare la situazione, non sono state riscontrate irregolarità. Certo, molti tesserati possono aver subito un danno ingiusto, ma il vero danno lo subiamo noi tutti i giorni”.

“Oggi vengo ingiustamente aggredito come l'imprenditore “senza scrupoli”, responsabile di una “truffa ben congegnata” a danno di centinaia di tesserati. Molti però fingono di dimenticare che io ero un collaboratore, regolarmente retribuito e contrattualizzato come tanti miei colleghi. Come loro ho deciso di avviare un percorso imprenditoriale; come loro anche io aderendo alla filosofia del fitness low cost. Io, a differenza di molti, ho proseguito la collaborazione con il marchio Motus, che tanto mi ha insegnato e che mi affianca in questo mio percorso di crescita professionale, condiviso con gli amici di Fiorano e Reggio Emilia. Credo nel mio lavoro – conclude il gestore della Motus modenese – e mi impegno per farlo al meglio, sperando che lo spirito imprenditoriale di un giovane ragazzo non venga infranto dalla cieca rabbia di chi, in questo Paese difficile, pretende soltanto, senza concedere un'opportunità a chi, per la prima volta, cerca di crearsi un piccolo spazio nel mondo, per dimostrare che, nonostante tutto, le cose non stanno come pensano”.

Sottolineando come le espressioni “senza scrupoli” e “truffa ben congegnata” non fossero in alcun modo riferite alla persona di Francesco Dal Canto (semplice collaboratore come lui stesso conferma), quanto piuttosto alla gestione dei vertici societari, il nostro sito si impegnerà da subito ad approfondire la situazione passata e presente della Motus di Carpi.

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