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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Pavullo nel Frignano

Processo mediatico, la Procura sulla maestra di Pavullo: “No a diffusione di nome e foto”

Anche il Procuratore Lucia Musti interviene sul caso, esprimendo disappunto verso le accuse rivolte dalla Camera Penale e sottolineando come siano stati rispettati i vincoli di segretezza. Poi stigmatizza le scelte dei giornali e il web 'forcaiolo'

Dopo l'intervento di ieri degli avvocati della Camera Penale di Modena, che invocavano un “giusto processo” mettendo sotto accusa gli eccessi mediatici, anche la Procura della Repubblica torna a parlare sul caso della maestra di Pavullo, ai domiciliari per i maltrattamenti a propri alunni. Il Procuratore Lucia Musti ha mal digerito sia la presa di posizione dell'avvocatura, sia le scelte di molti media locali e nazionali, come rende noto in una dichiarazione.

Nelle parole dei legali sulla pubblicazioni degli atti dell'indagine – ossia le intercettazioni video che i Carabinieri hanno messo a disposizione dei media -  il Procuratore trova una critica diretta all'attività dei suoi uffici: “Premesso che i fatti oggetto di indagine e per i quali è stata applicata una misura cautelare sono di particolare interesse pubblico, è il caso di evidenziare che il video diffuso, della durata di 31 secondi, si limita a riprendere un'auto con i colori di istituto dell'arma dei carabinieri, una caserma dei carabinieri, un edificio, presumibilmente una scuola, e due fotogrammi nei quali sono riprese due condotte nei quali fotogrammi non è possibile riconoscere né l’insegnante, né tantomeno i bambini. Lo stesso comunicato della polizia giudiziaria non faceva alcun cenno esplicito al nome dell’indagata e si limitava a richiamare la natura dei fatti oggetto di contestazione – sottolinea la Musti - Pertanto non vi è stata alcuna messa a disposizione della stampa e dei media delle video intercettazioni, come sembrerebbe evidenziare la Camera penale, a fronte del corposissimo materiale raccolto in sede di indagine e sulla base del quale si fonda l'ordinanza cautelare”.

Ma anche gli “eccessi” della “gogna pubblica” denunciati dall'avvocatura non hanno convinto il Procuratore di Modena, che ha giudicato inopportuno rivelare l'identità della maestra pavullese. “La procura della Repubblica non condivide la diffusione di fotografie ritraenti persone indagate ovvero l'indicazione dei nomi delle stesse – scrive la Musti, che poi aggiunge - stigmatizza e condanna ogni attacco (minacce ingiurie e diffamazioni) che possa essere rivolto agli indagati e condivide la non pubblicabilità degli atti di indagine al di fuori dei casi previsti dalla legge”.

In conclusione, dalla Procusa si auspica che “anche la trattazione giornalistica della vicenda sia improntata alla massima prudenza e sobrietà, nel rispetto del diritto\dovere di informazione ma anche in ossequio alla presunzione di non colpevolezza sancita dalla Costituzione, consentendo il completamento delle indagini e l’esercizio pieno dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, ivi compresi gli imputati”.

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