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Pd sull'importazione dei rifiuti: "Differenziata inutile? Si fa demagogia"

La consigliera comunale e responsabile Ambiente, Simona Arletti, interviene sul dibattito relativo alla questione rifiuti romani e difende le scelte fatte finora in tema di lotta all'inquinamento dell'aria

L'arrivo dei rifiuti da Roma, su decisione della Regione Emilia-Romagna in soccorso "istituzionale" alla Capitale, ha riacceso il dibattito sulla gestione complessiva dei rifiuti, sulla differenziata e sulle emissioni del termovalorizzatore di via Cavazza. Alle accuse del Comitato Modena Salute Ambiente rivolte al sistema della gestione dei rifiuti replica oggi il Partito Democratico.

Lo fa Annalisa Arletti, ex assessore e oggi responsabile provinciale dem per i temi dell'ambiente, che spiega: "C'è una situazione di emergenza nella Capitale del paese che va risolta. C'é lì e non da noi perché il nostro sistema funziona, e come avvenuto in passato per altre regioni (da nord a sud) daremo una mano con responsabilità, spirito di solidarietà nazionale e con tempi e quantità limitati. Senza dimenticare come e perché ci sono queste emergenze: le amministrazioni locali ancora indietro, come quella di Roma, passino dalle parole ai fatti, per passare dall’emergenza all’autosufficienza. La raccolta differenziata da noi è ai vertici nazionali, e come si puó leggere nel report annuale puntualmente pubblicato da Hera la stragrande maggioranza del materiale viene recuperato (intorno al 93%). Lascia quindi basiti la dichiarazione del Comitato Salute  Ambiente che di fatto provoca nei cittadini il dubbio sull’utilità della raccolta differenziata perché tanto tutto verrebbe incenerito".

Poi arriva una replica diretta alla polemica sollevata dal Comirato: "E'semplicistico pensare di ridurre problemi serissimi come l’inquinamento della Pianura padana (che va dal Piemonte al Veneto) additando gli inceneritori quali principali responsabili. Serve forse per suscitare indignazione ma è falso. Studi ufficiali di Arpae stabiliscono che a Modena il termovalorizzatore (ora in Emilia Romagna sono divenuti tutti termovalorizzatori, quindi ad alto grado di efficienza) contribuisce ad aggravare la formazione di polveri sottili (PM10) per meno dell’1% . Additarlo come la causa principale è, quindi, una semplificazione ed una falsità. Nessuno però che abbia davvero a cuore il problema polveri sottili può dire che esista un’unica azione risolutoria del problema. Basti dire che ci sono stati momenti in cui, per ragioni diverse, l’inceneritore di Modena è stato spento: ebbene, per quanto riguardava la percentuale di polveri sottili nell’aria non è cambiato granché. Non é accettabile fare finta di non sapere che esiste un quadro di programmazione e gestione dei rifiuti per garantire autosufficienza regionale, non può più valere la logica delle singole Province riportata dal Comitato, questa valeva un tempo, ora i termovalorizzatori debbono funzionare in modo da garantire uno smaltimento dell’indifferenziato ancora necessario e una funzionalità degli impianti che sappiamo hanno fermi manutentivi una volta all’anno. Al tempo stesso si procede con le politiche di riduzione di imballaggi e differenziazione con l’obiettivo di arrivare al superamento deli impianti obsoleti, mantenendo in piena efficienza (che vuol dire anche controllo delle emissioni in atmosfera) gli impianti esistenti e operando per usare tutte le best practice per ridurre gli impatti ambientali".

Sul tema dell'inquinamento, infine, Simona Arletti spiega: "Sono diverse e tutte impegnative le cose da fare e presto invece sulla qualità dell’aria. E’ tra le azioni più importanti l’Accordo del Bacino Padano siglato a Bologna alla presenza del Ministro Galletti e del Presidente Bonaccini che mira a dare attuazione integrata dei Piani aria regionali con una politica condivisa di area vasta sui settori più impattanti come la combustione di biomasse, i trasporti, l’agricoltura attraverso risorse economiche mirate, oltre alla decisione di darsi limiti alla circolazione comuni dal 1.10.2018. E’ questa la corretta ottica da adottare. Ci sono comportamenti individuali da modificare (penso alla mobilità individuale ancora in prevalenza basata su auto, invece che su mezzi sostenibili come la bici) ma se si vuole un cambiamento vero occorre oltre a un cambio di stili di vita un radicale investimento sulla mobilità collettiva e sul rinnovo delle caldaie termiche".

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