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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Corruzione elettorale a Sassuolo, la Procura promette di fare presto

Una costola dell'indagine "The Untouchables" vede indagate diverse persone, tra cui il capogruppo dimissionario del Pd, Giuseppe Megale, e un dipendente di Sgp. Nel mirino dei PM le promesse elettorali delle ultime amministrative

Corruzione elettorale. Questo il reato sul quale la Procura di Modena sta indagando in riferimento alle ultime elezioni amministrative nel comune di Sassuolo. Un'inchiesta sulla quale i PM mantengono uno stretto riserbo, ma che è nata come “costola” dell'indagine “The Untouchables”, che ha portato nei giorni scorsi all'arresto die due persone legate alla famiglia Ambrisi con l'accusa di usura ed estorsione.

Come spesso accade in queste lunghe inchieste – specialmente da quando le intercettazioni telefoniche sono diventate lo strumento principe in mano agli inquirenti – sono emersi fatti secondari, che non hanno a che fare in senso stretto con l'associazione criminale che operava a Sassuolo da almeno vent'anni, ma che posso costituire reato. E' appunto il caso di questa indagine che rischia di creare un vero scandalo politico, qualora le ipotesi dovessero essere confermate.

Fino ad ora son stati spediti due Avvisi di Garanzia, uno al Giuseppe Megale, che si è dimesso dal ruolo di capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Comunale e un altro ad un dipendente della società pubblica Sgp. Nel mirino della Procura vi sono dunque i rapporti tra i due criminali arrestati per usura e l'allora candidato al consiglio comunale (già Assessore dell'Amministrazione Pattuzzi) con l'ipotesi che vi siano state promesse di future agevolazioni in cambio di voti e viceversa un sostegno "interessato" da parte di potenziali elettori. 

Un reato tutt'altro che semplice da esaminare, che richiederà la massima perizia. L'indagine è in corso e la Procura dovrebbe chiuderla nel giro di pochi mesi: gli elementi emersi finora non sono sufficienti però a chiarire se si arriverà ad una richiesta di processo o di archiviazione, come non di rado accade in situazioni simili.

Ma sul piano politico lo scossone è consderevole. Secondo il segretario provinciale Pd Lucia Bursi, Megale ha mostrato rispetto per le istituzioni e lo stesso partito: "Non appena Giuseppe Megale ha ricevuto l'avviso di garanzia mi ha comunicato l'intenzione di dimettersi da consigliere comunale perche' l'indagine a suo carico non toccasse in qualche modo l'amministrazione, ma anche di autosospendersi dal Pd in modo che neppure il partito venisse, in qualche modo, associato alla vicenda investigativa", segnala Bursi in una nota. Dalle opposizioni, intanto, arriva una richiesta di chiarimenti immediati.

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