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Cra e centri diurni, nuovo regolamento comunale per l'ingresso nelle strutture

Assessore Pinelli: “Modifiche al regolamento per bilanciare aspetto economico e bisogni assistenziali”. Il Consiglio comunale approva la delibera con i voti di maggioranza e M5s

“Fermo restando che nei posti accreditati delle Case residenze anziani accedono solo persone non autosufficienti e non gestibili a domicilio, si rende necessario bilanciare la pesatura dei punteggi relativi ai criteri che determinano l’ingresso per garantire la maggiore equità negli accessi. L’obiettivo, in particolare, è evitare che dai posti accreditati restino escluse persone prive di risorse economiche che non possono permettersi di accedere a un posto sul libero mercato nemmeno per brevi periodi, a vantaggio di altre che invece potrebbero farlo”.

Lo ha spiegato l’assessore Roberta Pinelli illustrando in Consiglio comunale giovedì 11 febbraio la proposta di modifica del “Regolamento comunale per l’accesso alle Case residenze e ai Centri diurni per anziani e criteri di pagamento per concorrere al servizio”. La proposta è stata approvata con i voti a favore di Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena Civica e il Movimento 5 stelle; contraria Forza Italia; astenuti Lega Modena e Fratelli d'Italia-Popolo della famiglia.

L’accesso a case residenza e centri diurni per anziani prevede un percorso di valutazione dei bisogni e del contesto sociosanitario e relazionale, della persona a cura dell’assistente sociale e del personale medico ed infermieristico. Per attivare il percorso di valutazione l’utente deve rivolgersi al Servizio Sociale Territoriale, presso il Polo territoriale di residenza. A partire dall’analisi condivisa di bisogni e risorse dell’anziano e del suo contesto è elaborato il progetto personalizzato di vita e di cura che può prevedere l'attivazione di diversi servizi, fra cui anche l’inserimento in casa residenza o centro diurno. La Cra è una struttura sociosanitaria residenziale destinata ad accogliere anziani non autosufficienti non assistibili nel proprio ambito familiare. L'obiettivo è il mantenimento delle autonomie residue e il recupero delle capacità fisiche, mentali e relazionali della persona anziana, grazie alla presenza di personale specializzato che garantisce assistenza nelle attività quotidiane, assistenza medica di base, prestazioni infermieristiche e riabilitative.

Si possono distinguere diverse tipologie di accoglienza in Cra in base alle finalità del ricovero: accoglienza di lungo periodo o permanente, che individua la casa residenza come luogo di vita stabile per l'anziano; accoglienza temporanea di sollievo per garantire alla famiglia un periodo di riposo dai compiti di cura; accoglienza temporanea in situazioni d'urgenza per garantire all'anziano continuità di cura anche a seguito di dimissioni protette ospedaliere o accadimenti imprevisti.

Per elaborare la graduatoria d’ingresso vengono valutati tre criteri: la necessità di assistenza e tutela sociosanitaria dell’anziano, che con le modifiche introdotte vede il punteggio massimo passare da 60 a 50; le risorse della rete familiare in termini di disponibilità affettiva, relazionale e di vincoli a cui è attribuibile un punteggio massimo che passa da 25 a 15; la condizione economica calcolata con un criterio di proporzionalità inversa in base all’Isee socio-sanitario residenze, che incide per un punteggio massimo che sale da 15 a 35. Inoltre, non è più obbligatoria la presentazione della dichiarazione Isee (in assenza non viene assegnato punteggio).

“Le modifiche – ha osservato Pinelli - costituiscono un ulteriore aggiustamento dopo un periodo di osservazione in cui abbiamo verificato i cambiamenti già introdotti per tutelare situazioni di bisogni sanitari complessi che trovavano risposta solo nei posti accreditati. Pensavamo anche che sarebbe stato possibile differenziare la tariffa a carico dell'ospite (di base 50 euro); il tetto aggiuntivo imputabile all’utente è stato però fissato dalle norme regionali ad un massimo del 10 per cento della tariffa. Di pari passo, con l’unica eccezione di alcune situazioni di gravissima disabilità acquisita accolte solo nel nucleo dedicato al Giucciardini, ormai tutte le Cra sono in grado di gestire anche su posti privati situazioni complesse, grazie anche al lavoro svolto con il dipartimento di Cure primarie. Dunque, i tempi sono maturi per questo ulteriore aggiustamento che contribuisce a garantire equità nel mix dell’offerta di posti accreditati e privati”.

Altro effetto atteso sarà la diminuzione di ingressi in urgenza, a cui i servizi dovevano più spesso ricorrere in presenza di persone non autosufficienti prive di risorse economiche e parentali che non possono essere curate a domicilio. Le modifiche approvate hanno carattere sperimentale al fine di verificare gli effetti sulle graduatorie di accesso dei prossimi mesi; sono applicabili dalla graduatoria del mese di giugno 2021 e le domande già in graduatoria verranno automaticamente ricollocate nella successiva, previo ricalcolo dei punteggi.

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione della delibera

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato la modifica al “Regolamento per l’accesso alle Case residenze e ai Centri diurni per anziani e criteri per accedere al servizio” che ha l’obiettivo di garantire maggiore equità negli accessi. La delibera, presentata dall’assessora al Welfare Roberta Pinelli, ha ottenuto il voto a favore di Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica e Movimento 5 stelle; contraria Forza Italia; astenuti Lega Modena e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia.  

Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha affermato che è ora “di ripensare alla radice il modello di assistenza delle persone anziane” per superare l’istituzionalizzazione come unica modalità e “mettere al centro la persona”. Per la consigliera il dramma del Covid, “che ha causato una strage nelle Cra”, deve essere all’origine di una “svolta culturale verso un nuovo modello che punti a mantenere a casa gli anziani il più possibile e che quindi sia basato sul potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata, rafforzando l’alleanza tra famiglie, che non devono essere lasciate sole, sistema sociosanitario e volontariato”.

Anche per Enrica Manenti (M5s) l’emergenza sanitaria ha reso evidente che “non si può più procedere per aggiustamenti, come fa la delibera, ma che si devono adeguare organizzazione e standard”. La consigliera ha sottolineato la necessità di coinvolgere il Consiglio “fin dalle prime fasi di programmazione delle nuove linee di indirizzo sul welfare” per il contributo che può portare alla discussione, “investendo il tempo non in piccole modifiche ma in ragionamenti programmatici e di visione”.

Per il Pd Vittorio Reggiani ha replicato che “cambiare le modalità di accesso a un servizio per renderle più eque non è una mera decisione tecnica ma la conseguenza di una visione politica e l’inizio di una revisione più ampia di tutto il servizio che porterà a migliorarne la qualità, risolvendo alcuni problemi emersi nella pandemia. Sarà un percorso – ha proseguito – che dovrà coinvolgere le famiglie e i soggetti gestori e che dovrà integrare l’assistenza domiciliare e residenziale”. Tommaso Fasano ha sottolineato come la valutazione dell’esperienza sia alla base della modifica del regolamento che interviene a correggere “un’impostazione non più adeguata”. Il carattere sperimentale del nuovo regolamento, ha aggiunto, consentirà di verificarne l’efficacia, “tenendo conto che l’invecchiamento della nostra società e l’aumento delle disuguaglianze economiche saranno temi sempre più centrali per le politiche sociali del Comune”. In dichiarazione di voto, Antonio Carpentieri ha osservato che la delibera “mette in equilibrio il diritto della persona non autosufficiente a essere accolta con i principi che ognuno deve concorrere in base alle proprie sostanze e che la collettività deve sostenere chi ha più bisogno”.

Per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) il nuovo regolamento “ha migliorato il vecchio”, ma sarebbe stato meglio un “cambiamento più graduale, che non aumentasse così tanto il peso della parte economica e lasciasse più spazio alle necessità socioassistenziali. Invece ora la capacità economica diventa una variabile determinante anche se non sempre esistono alternative reali nel privato: si rischia che migliori condizioni economiche diventino discriminanti, mentre magari si potrebbe pensare di alzare le rette per chi può ma dando a tutti la possibilità di essere assistiti nelle Cra”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) si è detto perplesso sui criteri di valutazione “generici e che lasciano molta discrezionalità solo all’ente pubblico nelle decisioni: anche la valutazione delle condizioni sanitarie avviene solo da parte della commissione senza un contradditorio con un medico di parte”. Il consigliere ha quindi giudicato “lesivo dell’utente” anche il fatto che “non sia possibile concertare con gli interessati in quale Cra essere accolti” e l’impossibilità di cambiare struttura se non per decisione del Comune.  

Per Paola Aime (Verdi) la modifica del regolamento “è nell’ottica di una maggiore equità, intanto che ci diamo il tempo di fare meglio dal punto di vista strutturale”. Secondo la consigliera, infatti, “occorre riprogettare le Cra, che sono di grande aiuto alle famiglie, sulla base di una nuova etica e di nuove politiche sui finanziamenti e sugli operatori, che devono essere maggiormente formati”.

Dichiarando il voto a favore di Sinistra per Modena, Federico Trianni ha affermato che “la delibera punta a organizzare al meglio il presente sapendo che si sta lavorando anche per un futuro che vedrà la crescita dell’età media e una sempre maggiore centralità dei servizi per anziani”.

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