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Partecipate, il Comune lascia Banca Etica e il "flop" Palatipico

Via i dipendenti comunali dai cda e il Comune esce da ProMo e Banca Etica. M5S all'attacco: "Dall’analisi delle partecipate spunta il flop di ProMO". Ma odg del Pd chiede al governo di lasciare i dipendenti e consentire la partecipazione nella banca

Con l’approvazione da parte del Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 6 aprile, della Revisione straordinaria delle partecipazioni societarie del Comune di Modena si è avviato il percorso per l’annunciata uscita dell’ente locale da ProMo e da Banca Etica, così come per le dimissioni dai consigli di amministrazione delle altre società controllate di tutti i dipendenti comunali, vista l’incompatibilità del loro ruolo, pur svolto a costo zero, con le novità normative introdotte dalla cosiddetta riforma Madia.

ProMo, nata per valorizzare le eccellenze del territorio nel cosiddetto progetto Palatipico, avrebbe dovuto realizzare anche un museo a Cittanova e ora dovrà essere venduta o liquidata. "Dietro questa parola tecnica si nasconde tuttavia un fallimento politico – attacca il Movimento 5 Stelle – L'operazione Palatipico è partita con cospicui finanziamenti pubblici pari a 8 milioni di euro, di cui 900 mila dati dal Comune attraverso il conferimento di un terreno insieme a 7,1 milioni di euro della Camera di Commercio. Tali finanziamenti sono serviti a costituire la società ProMO, che oggi il Comune e la Camera di Commercio devono provvedere a vendere o liquidare". 

Secondo i pentastellati, dunque, sarà molto difficile per il Comune recuperare i 900 mila euro investiti nell'operazione Palatipico, anche alla luce delle perdite accumulate. "Invitiamo l’Amministrazione comunale ad applicare alle partecipate un’analisi più puntuale e più gestionale, per evitare di dissipare - come nel caso di ProMO - energie e risorse delle cittadine e dei cittadini modenesi in progetti che non rispondono alle esigenze della città o che non sono stati condotti finora con la necessaria efficacia".

Lo stesso Consiglio comunale, però, ha approvato l’ordine del giorno proposto dal Pd che chiede al governo di inserire nel previsto decreto correttivo che dovrà essere adottato dal Consiglio dei ministri sia la possibilità di continuare a mantenere fra gli amministratori delle società controllate anche dipendenti degli enti controllanti in modo da rendere possibile “un oggettivo contenimento dei costi” sia una norma che consenta di mantenere la partecipazione delle amministrazioni pubbliche in Banca Etica, “per l’alto valore politico” che rappresenta, visto che la società ha come scopo “la raccolta del risparmio e l’esercizio del credito applicando i principi della finanza etica”.

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