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Prendersi Cura di chi Cura il Paziente Oncologico, al Policlinico un corso per i caregiver

Un corso organizzato dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena per diventare “donatori di attenzioni”, destinato ai volontari delle diverse associazioni che operano in questo delicato ambito

L’Oncologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Massimo Dominici, organizza col supporto della Direzione Professioni Sanitarie, diretta dalla dottoressa Anna Rita Garzia, il primo corso destinato ai volontari delle Associazioni che operano in ambito oncologico per insegnare loro a prendersi cura dei pazienti, sia quelli ricoverati, sia quelli che vengono curati al domicilio. Il corso comincerà il 16 ottobre e coinvolgerà le Associazioni Angela Serra, ANT, ASEOP, Fondazione Hospice, Il Cesto di Ciliegie, Io sto con voi, LILT ed è organizzato dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena con la collaborazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, dell’Azienda USL di Modena, dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Modena e degli Ordini delle Professioni Sanitarie.

Oggi noi siamo qui anzitutto per ringraziare le associazioni che aiutano i pazienti oncologici – ha spiegato il Direttore Generale Claudio Vagnini – e che si sono rese disponibili di aiutarci ancora di più cercando tra i propri iscritti volontari che vogliano trasformarsi in caregiver per i pazienti ricoverati in Oncologia. Il Caregiver è una figura fondamentale per il percorso terapeutico. Ha l’opportunità di trascorrere del tempo di qualità con il paziente, impegnarsi in attività che gli piacciono e fornire compagnia per ridurre la sensazione di isolamento. In molti casi fungono da collegamento tra il paziente, il suo team sanitario e altri familiari o amici per garantire che tutti siano informati e sulla stessa lunghezza d’onda riguardo alle condizioni del paziente e al piano di cura. Non ultimo, i caregiver gestiscono aspetti pratici come la pianificazione degli appuntamenti, l’organizzazione del trasporto da e verso le strutture mediche e, qualora necessario, la gestione delle pratiche burocratiche e delle questioni relative all’assicurazione. Un ruolo così importante che, per diversi motivi, non sempre i famigliari riescono a svolgere e che non può ricadere sul personale sanitario. Quindi questa collaborazione è fondamentale, un valore aggiunto per tutti.”

Negli ultimi anni, in piena pandemia da Sars-Cov-2, gli Oncologi del Policlinico coordinati dal prof. Dominici e dal Dr. Roberto Sabbatini, Responsabile DH oncologico hanno iniziato un percorso con i volontari delle Associazioni di Pazienti che supportano i pazienti con tumore che ha portato a una forte collaborazione in molti settori. Durante questa preziosa interazione è emersa l’idea di far si che qualcuno dei volontari delle Associazioni possano divenire “caregiver” per scelta. Oggi, con la possibilità di entrare nuovamente nei reparti, è giunto il momento di dare inizio a questo progetto.

La diagnosi di tumore spiazza i pazienti e le famiglie che li accompagnano, indipendentemente dall’età – spiega il prof. Massimo Dominici – I familiari più stretti e/o le amicizie più solide diventano quindi “caregiver” ovvero “donatori di attenzioni”. Non si tratta di diventare caregiver per scelta, ma ci si trova a farlo. Purtroppo, negli ultimi anni, per varie ragioni sociali e non solo, si è assistito ad una progressiva riduzione nel numero dei costituenti i nuclei famigliari o della possibilità che questi stessi possano divenire caregiver. Questo rischia di fare venire meno “i donatori di attenzioni” così importanti per un paziente con una diagnosi di tumore. Da qui nasce l’importanza di coinvolgere le Associazioni di volontariato che si sono rese disponibili ad aiutarci in un ruolo delicatissimo che è parte integrante del percorso di terapia”.

Infatti, il ruolo di un caregiver può essere assai impegnativo ed emotivamente rilevante per sostenere le esigenze e le preferenze del paziente assicurando che loro preoccupazioni vengano affrontate. Si tratta di un ruolo prezioso ma anche fragile se non ben preparato. Per tale ragione, nel corso verranno implementati una serie di eventi di condivisone e formazione per quei volontari che vorranno prendersi cura dei pazienti oncologici per “diventare caregiver per scelta”. Essi, raccogliendo i fabbisogni con le giuste competenze, potranno alleggerire i problemi derivanti dalla malattia. Il progetto, grazie a lezioni frontali dei professionisti medici, infermieri, psicologi, fisioterapisti, nutrizionisti e stomaterapisti accanto a quei Volontari che hanno già intrapreso questo percorso, vuole formare i nuovi caregiver in grado di svolgere un ruolo cruciale nel supportare e assistere le persone con diagnosi di cancro e le loro famiglie. Da qui l’esigenza di un percorso formativo che, oltre a fornire le basi teoriche e pratiche, faccia comprendere ai volontari le difficoltà in modo che possano decidere se intraprendere o meno questo percorso con la massima serenità.

In oncologia – aggiunge la dottoressa Anna Rita Garzia - il caregiver famigliare svolge un ruolo cruciale nel supportare e assistere le persone malate. Le loro responsabilità vanno oltre la fornitura di assistenza fisica e possono comprendere supporto emotivo, psicologico e logistico. Possono essere un orecchio in ascolto e offrire supporto emotivo per aiutare il paziente ad affrontare l’impatto psicologico di una diagnosi di cancro, offrendo rassicurazione, empatia e comprensione nei momenti difficili. I ruoli sono davvero molteplici e in vari ambiti. Forniscono infatti assistenza nelle attività della vita quotidiana oltre che partecipare agli appuntamenti dal medico, ai trattamenti e alle consultazioni con il paziente per porre domande. Possono avere un ruolo chiave nell'organizzazione e nella somministrazione dei farmaci prescritti dagli operatori sanitari, aiutando il paziente a gestire sintomi come dolore, nausea, affaticamento e altri effetti collaterali del trattamento”.

Questo ruolo si interseca con tutti i professionisti che operano col paziente oncologico e per questo è utile che i candidati possano ascoltare, durante la formazione, la voce di tutte le figure sanitarie che si prendono cura del paziente: medici specialisti, chirurghi, medici di medicina generale, personale infermieristico, nutrizionisti e psicologi. Un percorso completo, quindi, che potrà preparare i volontari ad entrare nei reparti oltre che accompagnare il paziente durante il percorso di cure al domicilio.

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