rotate-mobile
Attualità

Weekend da bollino nero, picco di smog. Da inizio anno 27 giorni di sforamento

Ieri e sabato a Modena si sono registrati valori di polveri sottili doppie rispetto alla soglia di guardia. Confermate le misure emergenziali fino a mercoledì compreso

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI MODENATODAY

Emergenza smog senza fine in Emilia-Romagna. Le previsioni per i prossimi giorni sulle concentrazioni di polveri sottili hanno portato all'ennesima allerta, con la proroga dei provvedimenti emergenziali. Tutta la regione resta dunque in "rosso" almeno fino a mercoledì 21 febbraio (compreso), quando è prevista la prossima giornata di controllo.

Nella giornata di ieri, domenica, ha superato la soglia dei 100 microgrammi per metro cubo di Pm10 la centralina di Modena Giardini, col valore di 101 su media giornaliera (ma sabato è andata peggio: 111 microgrammi). E' il dato peggiore in regione per quanto riguarda la giornata di ieri, ma i valori registrati sono sono simili da Piacenza (99 microgrammi della centralina Giordani-Farnese) fino a Rimini(97 in via Flaminia).

Modena paga una situazione peggiore rispetto alle altre province emiliane. Considerando sempre il valore delle PM10 per la stazione di rilevamento di via Giardini, da inizio anno solare si sono già registrati 27 giorni di sforamento dei limiti (su un totale di 49 date). Il numero sale poi a 38 giorni se consideriamo il periodo di attivazione del piano regionali antismog, vale a dire dal 1 ottobre 2023.

Le misure emergenziali

Le misure emergenziali, che impongono limiti alla circolazione anche ai diesel Euro 5, restano in vigore fino a mercoledì 21 febbraio compreso, prossimo giorno di controllo. Le restrizioni saranno revocate se le previsioni indicheranno un ritorno al di sotto del valore limite delle PM10.

In base al provvedimento, oltre ai diesel Euro 5, si fermano anche i veicoli più inquinanti già bloccati durante la settimana in applicazione della manovra ordinaria: i diesel fino a Euro 4, i veicoli a benzina fino agli Euro 2, quelli a gpl/benzina e metano/benzina fino agli Euro 1, ciclomotori e motocicli fino agli Euro 1.

Prosegue anche il divieto di utilizzare biomasse nei generatori di calore con certificazione inferiore a 4 stelle nelle abitazioni dotate di riscaldamento alternativo. È prevista, inoltre, la riduzione delle temperature negli ambienti di vita riscaldati a un massimo di 19 gradi (con un + 2 di tolleranza) nelle case, negli uffici, nei luoghi per le attività ricreative, associative o di culto, nelle attività commerciali. La temperatura va ridotta fino a un massimo di 17 gradi (con un + 2 di tolleranza) nei luoghi che ospitano attività industriali e artigianali. Cliniche, case di cura, scuole e luoghi che ospitano attività sportive sono esclusi dall’obbligo di ridurre la temperatura.

Vietato anche effettuare combustioni all’aperto, compresi i barbecue, e di bruciare sterpaglie, residui di potatura, simili e scarti vegetali di origine agricola in tutto il territorio comunale. In vigore, inoltre, il divieto di spandimento liquami, con l’eccezione dello spandimento effettuato con interramento immediato dei liquami e con iniezione diretta al suolo.

Il report dell'Agenzia spaziale europea

Nella giornata di domenica, la piattaforma IqAir indicava la città di Milano come la quarta al mondo per livelli di inquinamento nell'aria con un punteggio di 199 (oggi, lunedì 19, il punteggio è sceso a 159, collocandosi comunque come città più inquinata d'Italia). Peggio del capoluogo lombardo per qualità dell'aria, nella giornata del 18 febbraio risultavano solo Dacca in Bangladesh, Lahore in Pakistan e Delhi in India.

L'area veniva indicata con il colore rosso e con la dicitura "non salutare". IqAir indicava inoltre una concentrazione di PM2.5 (una tipologia di poveri sottili particolarmente fine e sospesa nell'aria) tra le 27 e le 29 volte superiore al valore guida della qualità dell’aria indicato dall’Organizzazione mondiale sella Sanità (Oms).

Ma dati così allarmanti non sono ovviamente un caso isolato. L'Agenzia spaziale europea (Esa), ha redatto un report relativo al mese di gennaio 2024 in cui lancia l'allarme sulle concentrazioni di particolato su tutta la Pianura Padana. I dati sono stati raccolti dal servizio europeo di monitoraggio dell’atmosfera Copernicus noto come Cams, ed elaborati in un'animazione grafica dall'Esa.

"L’animazione mostra le concentrazioni orarie di PM10 nella Pianura Padana dal 1° gennaio al 31 gennaio 2024 - spiega l’Esa - Si può vedere chiaramente che la topografia e le condizioni meteorologiche uniche della valle contribuiscono all’accumulo di inquinamento da particolato e al degrado della qualità dell’aria, in particolare durante il clima stagnante".

Le condizioni climatiche e geografiche della Pianura Padana aggravano infatti il problema dell'inquinamento. Come spiega l'Agenzia all'interno del report, si tratta di una regione densamente popolata e altamente industrializzata, "con conseguente emissione di grandi quantità di inquinanti nell’atmosfera. La sua geografia e le sue caratteristiche meteorologiche aggravano il problema".

L'area, "circondata dalle Alpi a nord e dagli Appennini a sud, funge da bacino naturale, creando un microclima che spesso intrappola gli inquinanti. In determinate condizioni meteorologiche - prosegue l'Esa - la valle diventa una conca dove si accumulano inquinanti, tra cui particolato e ossidi di azoto, portando ad elevate concentrazioni di inquinanti atmosferici".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Weekend da bollino nero, picco di smog. Da inizio anno 27 giorni di sforamento

ModenaToday è in caricamento