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In fuga dalla guerra in Ucraina, le storie delle donne e bambini accolti a Formigine

Sono poco più di una decina le donne ucraine in fuga dalla guerra ospitate in una struttura di Formigine. Provengono da Ivano - Frankivs'k, città ubicata nell'Ovest Ucraina, raggiunta anch'essa dai bombardamenti russi

Sono poco più di una decina i profughi ucraini ospitati a Formigine nelle ultime due settimane, donne e bambini fuggiti dalla guerra a bordo di furgoncini, per mano lo stretto necessario, alcuni attraversando l'Ungheria, altri passando per la Polonia, destinazione Italia. C'è chi è ripartito subito dopo l'approdo a Formigine verso la Spagna, per raggiungere parenti, ma la maggior parte è qui.

VIDEO | In fuga dall'Ucraina, accolte a Formigine: "Siamo scappate sotto le bombe"

Provengono da Ivano - Frankivs'k, città ubicata nell'Ovest Ucraina, raggiunta anch'essa dai bombardamenti russi. Sono sorelle, madri, studentesse, bambini, un signore anziano attualmente ricoverato in ospedale e accudito dalle due figlie ventenni, le donne che hanno guidato ininterrottamente per 1500 km portando in salvo il gruppo in Italia. Persone che da un giorno all'altro hanno visto stravolgersi la quotidianità delle proprie vite, donne che hanno dovuto separarsi dai propri mariti, padri e fratelli, abbandonando abitazioni ed affetti personali. Una ragazza, ha 16 anni, ci racconta - grazie alla traduzione di Natalia, donna ucraina che vive e lavora da sei anni nella nostra provincia - che frequentava le scuole superiori, un liceo linguistico; un'altra, laureata all'Università di Kiyv, dove ha imparato la lingua cinese, stava lavorando. Ci sono due madri, un bimbo e una bimba piccoli che parlano al telefono con i rispettivi padri, chiedono quando li raggiungeranno in Italia.

Il gruppo di profughi alloggia in una foresteria di proprietà comunale messa a disposizione dell'Associazione Chernbyl, fornita di tutto il necessario. Vivono tutti insieme condividendo cucina, bagni e dormitorio. Si recano a fare la spesa, hanno ancora accesso ai conti bancari del paese di provenienza. Passato lo shock iniziale dei primi giorni, ora sono più tranquilli, ringraziano la comunità della nostra città per l'accoglienza e per l'ondata di solidarietà dimostrata dalla cittadinanza e dalle Istituzioni. Non sanno cosa il futuro ha in serbo per loro, ciò che desiderano è che tutto finisca presto, che tutto torni come prima e che possano tornare nelle proprie case, nella loro Ucraina.

Paolo Fontana, Presidente dell'Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano e Formigine, ci racconta di come stiano gestendo l'emergenza profughi dopo un momento di spaesamento iniziale, collaborando con i sindaci del territorio, con la Prefettura ed altre associazioni. Sul piatto ha messo competenze ed esperienze derivate da più di vent'anni di progetti umanitari nella zone di confine tra Bielorussia e Ucraina, nei villaggi della provincia di Braghin, nella regione di Ghomel, a pochi km dalla centrale nucleare di Chernobyl. Al momento i progetti in loco sono bloccati, operativa rimane però la rete delle famiglie accoglienti, la quale ha messo a disposizione dei profughi ucraini una trentina circa di alloggi.

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