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Domenica, 28 Aprile 2024
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La telemedicina arriva nel carcere di Modena per i pazienti con patologie psichiatriche

Il progetto attivo già da alcuni mesi. Il programma emiliano-romagnolo ha visto un finanziamento di un milione di euro e comprende 39 progetti innovativi integrati in un piano strutturato che coinvolge tutte le Ausl della regione, con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la rete di assistenza territoriale

Un piano di percorsi terapeutici e assistenziali innovativi per la promozione e la salvaguardia della salute mentale, la prevenzione e il contrasto alle dipendenze patologiche, il recupero e il reinserimento sociale dei giovani e delle persone che hanno commesso reati.

Avranno il sostegno economico della Regione, che li finanzia con un milione di euro (esattamente 1.008.000 euro), i 39 progetti che saranno realizzati nel 2023 dalle Aziende sanitarie di tutta l’Emilia-Romagna in ambiti particolarmente importanti e delicati, perché riguardano cittadini con fragilità.  La Giunta regionale ha infatti formalizzato il via libera agli interventi, che riguardano l’area Salute mentale, Dipendenze patologiche e Salute nelle carceri, e sono parte integrante del Programma per l’innovazione delle politiche sanitarie e del piano sociale e sanitario regionale del Settore Assistenza Territoriale -Area Salute Mentale Dipendenze patologiche e salute nelle carceri- per l’anno 2023, che ha l’obiettivo di realizzare un piano strutturato su tutto il territorio regionale.

Si tratta di progetti pilota, che rientrano però in un piano strutturato su tutto il territorio, ideati con un preciso obiettivo: affrontare la complessità di queste realtà con nuove soluzioni, che possono diventare esperienze di successo da integrare sistematicamente nella rete di assistenza territoriale della regione Emilia-Romagna.

Il progetto di Modena

Tra i progetti dell’Azienda USL di Modena che hanno ricevuto i recenti finanziamenti regionali nell’ambito della Salute mentale è da sottolineare, in particolare, il progetto di telemedicina nella sanità penitenziaria, avviato nel dicembre scorso nella Casa circondariale di Modena e nella Casa di reclusione di Castelfranco Emilia.

Il progetto riguarda, al momento, i disturbi psichiatrici: il medico del carcere, attraverso una piattaforma informatica, può attivare la consulenza dello psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale che potrà televisitare il detenuto, ovviamente affiancato dal medico della struttura di reclusione. Un progetto particolarmente innovativo che rientra nell’ambito della salute in carcere compreso nei finanziamenti regionali.

“La telemedicina offre una serie di vantaggi che possono contribuire in modo significativo al benessere dei detenuti e al miglioramento complessivo della sanità penitenziaria” sottolinea la dottoressa Giuseppa Caloro Direttore della struttura complessa Salute mentale adulti Area Sud e coordinatrice degli interventi per la salute mentale in carcere. “Innanzitutto, consente consulti e trattamenti riducendo la necessità di trasferimenti costosi e complessi dei detenuti verso strutture sanitarie esterne. Inoltre, consente una consulenza medica specializzata da parte di esperti, anche se distanti dalle carceri, e permette di affrontare in modo efficace e tempestivo casi complessi o specialistici, offrendo ai detenuti un accesso adeguato a cure mediche di qualità senza la necessità di spostamenti fisici”.

Quello psichiatrico è solo il primo degli ambiti in cui l’Azienda USL di Modena sta sperimentando la telemedicina nella sanità penitenziaria. “Stiamo mettendo a punto altri ambiti in cui utilizzare i servizi di telemedicina quali la televisita, la teleassistenza in ambito carcerario – spiega Federica Casoni Direttrice del Distretto sanitario di Vignola e referente del progetto di telemedicina per Ausl Modena – nel medio termine riusciremo ad implementare il progetto”.

Le azioni in campo in regione

Nel campo della salvaguardia della salute mentale una particolare attenzione è stata riservata ai giovani e ai minori: ad esempio saranno potenziati percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali per le psicopatologie nelle fasce d’età 0-13 anni e 14-25 anni; saranno attivati corsi di formazione specifici per l’intercettazione precoce e il trattamento dei problemi di salute mentale in adolescenti e giovani che accedono al Pronto soccorso, ma anche per il riconoscimento e la cura della sindrome da deficit dell’attenzione (ADHD). Tra le varie attività in programma, il coordinamento della rete “Teatro e Salute Mentale” e la formazione indirizzata agli utenti esperti nel supporto tra pari nella salute mentale.

Molte le iniziative mirate a potenziare il settore della prevenzione e del trattamento delle dipendenze patologiche. Si va dal sostegno ai progetti innovativi dei servizi di prossimità di contrasto all’abuso di alcol e sostanze tra i giovani, al supporto alla formazione universitaria in alcologia, fino alla formazione per gli utenti esperti nel supporto tra pari (Esp) all’interno dei Servizi dipendenze patologiche (SerDP). Particolarmente significativo il progetto di allerta precoce per dare la possibilità agli operatori dei SerDP e delle Unità di strada (Uds) di attivare analisi sulle sostanze pericolose, che prevede la stipula di un protocollo di collaborazione con il laboratorio di tossicologia forense dell’Università di Bologna.

Altro ambito dei progetti è l’integrazione socio-sanitaria, con particolare riferimento all’area del disagio e della non autosufficienza. Tra le iniziative finanziate, un progetto co-housing che prevede il sostegno economico all’abitare affiancato da percorsi di miglioramento dell’occupabilità e di reinserimento sociale; un intervento per affrontare il ritiro sociale che colpisce giovani e giovanissimi che tendono a rifiutare ogni forma di contatto con l’esterno (i cosiddetti ikikomori) e la valutazione delle pratiche assistenziali di prevenzione dell’allontanamento familiare, che prevede la promozione di un modello omogeneo per la valutazione del rischio e il monitoraggio degli esiti per i minori e le loro famiglie biologiche e affidatarie.

Saranno, inoltre, realizzati in tutte le Ausl della regione che ospitano un carcere progetti di sviluppo della telemedicina per i detenuti.  

Molti dei progetti sono già pronti per essere avviati, altri sono in fase di programmazione e prenderanno il via nei prossimi mesi. L’attribuzione dei progetti alle diverse Aziende sanitarie è stata stabilita sulla base delle specifiche competenze maturate da ognuna con le pregresse attività di approfondimento e sperimentazione. Riguardano l’intero territorio, in particolare: 10 progetti Ausl Bologna; 2 Ausl Ferrara; 1 Ausl Imola; 5 Ausl Modena; 4 Ausl Parma; 7 Ausl Piacenza, 4 Ausl Reggio Emilia; 5 Ausl Romagna e 1 Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna-Policlinico Sant’Orsola.

Televisita in carcere per pazienti psichiatrici:

il progetto di telemedicina di Azienda USL di Modena realizzato grazie ai finanziamenti regionali

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