Unimore: sciopero nazionale degli esperti linguistici. Un presidio davanti al Rettorato
Con l’escamotage dell’inquadramento di collaboratori, sono previste da contratto 18 ore settimanali, ma in realtà un esperto linguistico arriva a svolgere sino a 24/26 ore di lezione frontale, oltre a fare esami al pari del professore titolare di cattedra
Sciopero nazionale di 8 ore venerdì 30 giugno indetto dai sindacati Flc Cgil e Uil Scuola Rua dei collaboratori ed esperti linguistici (Cel) per rivendicare l’adeguamento delle retribuzioni, il riconoscimento dell’elevato livello di professionalità e l’alta qualità di insegnamento nelle università italiane. I 21 esperti linguistici di Unimore collocati nei diversi dipartimenti dell’Ateneo, daranno vita ad un presidio dalle ore 10.30 alle 11.30 davanti al Rettorato (via Università,4), chiedendo al Rettore di essere ascoltati e ricevuti. L’iniziativa di mobilitazione è nazionale e si svolge in tutti gli atenei italiani.
La didattica delle lingue straniere negli atenei
Dal 2015, con l’avvio dei processi di internazionalizzazione degli ex lettori si è verificato un sensibile aumento del carico di lavoro che non viene adeguatamente
Per questo, gli insegnanti di madrelingua di Unimore, così come quelli delle altre università italiane, chiedono:
Risorse aggiuntive per il rinnovo del Contratto nazionale di Lavoro 2019-2021 per i collaboratori ed esperti linguistici che hanno una retribuzione assolutamente non commisurata alla professionalità richiesta per poter continuare a garantire un insegnamento universitario delle lingue straniere di alto livello;
Riconoscere finalmente, ai fini delle Sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione europea, l’intera ricostruzione di carriera, sentenze che da 4 decenni condannano l’Italia per trattamento discriminatorio dei lettori puntualmente ignorati dal governo italiano;
Riconoscimento di uno stipendio dignitoso e adeguato alla professionalità garantita agli studenti;
Continuare a stabilizzare nell’Ateneo modenese-reggiano gli 11 colleghi che svolgono lo stesso lavoro ma attraverso una ditta esterna, affinché si garantiscano parità di diritti e continuità lavorativa.