Terrorismo ed eversione, modenese arrestato nell'operazione 'Aquila nera'
Dopo mesi di indagini i Ros hanno fatto scattare un blitz che ha portato in carcere 14 persone, accusate a vario titolo di ordire atti efferati contro lo Stato. Un sodalizio nato tra le fila dell'estrema destra "ordinovista"
Un sodalizio clandestino chiamato "Avanguardia Ordinovista" che secondo i magistrati si sarebbe richiamato agli ideali del neofascismo degli anni '70, che pianificava assassini di politici e attentati contro questure, prefetture e sedi Equitalia, per minare la stabilità dello Stato. Quattordici persone della galassia sotterranea dell'estrema destra nostalgica sono state arrestate dai Ros de L'Aquila con l'accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo o di eversione dell'ordine democratico.
Un gruppo disarticolato che avrebbe avuto propaggini non solo nelle principali città italiane (tra cui Milano, Roma, Torino, Napoli), ma anche a Modena, dove i militari hanno compito stamane una perquisizione e un arresto, nei confronti di una persona le cui connessioni con il gruppo eversivo non sono ancora note. Nell'operazione ribattezzata 'Aquila nera', il ruolo centrale spetterebbe a Stefano Manni, pescarese classe '66, ritenuto il leader del gruppo insieme al 93enne Rutilio Sermonti, ideologo dell'associazione con un passato in Ordine Nuovo.
Secondo gli inquirenti la strategia guardava lontano: minare la stabilità sociale attraverso il compimento di atti violenti nei confronti di obiettivi istituzionali, attaccando di conseguenza direttamente lo Stato. Nello stesso tempo utilizzavano i social network come strumento di propaganda eversiva. Infine presentarsi alle elezioni con un partito politico. Il gruppo si stava già muovendo: i carabinieri del Ros avrebbero documentato ripetuti tentativi degli indagati di reperire armi tramite una rapina già pianificata nei confronti di un collezionista o attraverso approvvigionamenti all'estero, soprattutto in Slovenia.
Al gruppo, che sfruttava Contestata pure l'associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. Oltre agli arrestati, poi, sarebbero scattate anche una serie di perquisizioni nei confronti di altri 31 indagati.