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Cronaca

Rapina e sequestro in villa a Serramazzoni, fioccano le condanne

Il Tribunale condanna Salvatore Loreto a 6 anni e 9 mesi e Aires Giglioli a 4 anni e 9 mesi, ideatori della rapina ai danni della famiglia di un imprenditore. In Veneto a giorni processo anche per Adriano Pasqual, che guidò i finti finanzieri durante l'irruzione nella villa

Si è chiuso il primo round del processo che vedeva imputati gi ideatori della truffa, trasformatasi in violenta rapina, ai danni di un imprenditore di Serramazzoni e della sua famiglia. Il Tribunale di Modena ha condannato per rapina e sequestro di persona le due menti del crimine commesso nel marzo del 2014, Aires Giglioli e Salvatore Loreto. Al 66enne modenese Giglioli è stata comminata una pena di 4 anni e 9 mesi di reclusione, mentre per Loreto – pregiudicato di Sant'Agata Bolognese – la pena è salita a 6 anni e 9 mesi.

I due erano stati arrestati dopo lunghi mesi di indagini svolte dalla Polizia di Stato. Gilioli si era finto mediatore in una trattativa fra privati, organizzando un incontro fra la vittima e un presunto acquirente, che si era poi rivelato essere Salvatore Loreto. Sul piatto un piccolo patrimonio di antichità etrusche (e non solo) valutato in alcuni milioni di euro. Il giorno dell'incontro era però trasformato in una tragedia. Mentre Gilioli e Loreto erano in casa dell'imprenditore, intenti a trattare l'affare, un'auto si era presentata presso l'abitazione e da questa erano scese tre persone armate di pistola, con pettorine della Guardia di Finanza, che identificandosi come agenti si erano fatti aprire con il pretesto di un controllo.

Ma una volta all'interno della villa la rapina si era rivelata per quello che era, in tutta la sua violenza. Moglie e marito, insieme al figlio adolescente, erano stati legati mani e piedi e minacciati con le armi, mentre i banditi si impossessavano dei gioielli della famiglia e del tesoro di antichità. Un'ora di puro terrore, con l'imprenditore che aveva visto il ragazzo minacciato di morte da uno dei malviventi, mentre avvitava il silenziatore alla canna dell'arma: “Apri la cassaforte o faccio a pezzi tuo figlio”. Fortunatamente nessuno era rimasto ferito e i rapinatori si erano dileguati con il bottino milionario.

Dopo gli arresti avvenuti a fine 2014, oggi è arrivata la sentenza del Tribunale per i due imputati principali, che tuttavia hanno già fatto sapere attraverso i propri legali che ricorreranno in appello. Nei prossimi giorni invece sarà giudicato presso il Tribunale di Padova l'unico componente della banda dei finti finanzieri che è finito in manette per mano della Polizia, Adriano Pasqual, già legato in passato alla Mala del Brenta.

Operazione "Veive", la refurtiva - Modena 1/20/12/2014

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