Terremoto, Legambiente: “Sì al riutilizzo delle macerie, ma in ottica green”
Per l'associazione è inaccettabile che la Regione destini le macerie del terremoto alla costruzione di una strada. Meglio sarebbe impiegarle in progetti che non producano nuovo inquinamento
Per esserci, il paradosso sembra proprio che ci sia. Finalmente infatti la Regione Emilia Romagna approva il documento che certifica il riutilizzo delle macerie del terremoto, un’ordinanza di regolamentazione del recupero e del riutilizzo delle macerie, che dovrebbe inserirsi in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente per progetti futuri. E fin qui tutto bene, gli ambientalisti avrebbero anche potuto ritenersi soddisfatti… Peccato che il documento, che porta la firma del Presidente Errani, da mesi nell’occhio del ciclone, ipotizzi un riutilizzo delle macerie per la costruzione della Cispadana, una nuova e grande arteria stradale.
Insomma, ha senso recuperare tutto il materiale di scarto per non intasare ulteriormente le discariche e cercare di preservare per quanto possibile il territorio dove viviamo e l’aria che respiriamo, per poi utilizzarlo per costruire una strada che incentivi ancora di più l’utilizzo di tir e automobili e quindi peggiori per quanto possibile la situazione già grave dell’inquinamento in Emilia?
Legambiente giudica un’inaccettabile forzatura il provvedimento approvato dalla Regione, ritenendo che “invece di avviare un nuovo modello di ricostruzione, si percorrano vecchie politiche di promozione del trasporto su gomma e cantierizzazione di grandi opere, in un momento in cui le priorità delle popolazioni colpite dal sisma sono certamente altre”. E rincara “Cercare di rendere sostenibile un’autostrada con il trucco dell’utilizzo delle macerie del sisma per la sua costruzione, non elimina i problemi reali che una grande arteria porta con sé: ulteriore consumo di suolo fertile, peggioramento della qualità dell’aria e l’implementazione di un modello di mobilità basato sull’uso dell’automobile”.
