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Cronaca Mirandola

Terremoto, imprese modenesi e stampa estera a confronto

A sei mesi dal sisma Confindustria Modena e le istituzioni locali fanno il punto con i giornalisti esteri: "Nonostante il colpo al cuore, l'Emilia Romagna sta tornando a lavorare"

Siamo tutti d’accordo che il terremoto di maggio ha colpito l’Italia nel suo punto più forte, l’ha colpita al cuore, al cuore dell’economia. Siamo, però, anche tutti d’accordo che da quel momento terribile, l’Emilia Romagna non si è più fermata. La regione più industriale e produttiva d’Italia piano piano sta tornando a “lavorare”.

Di questo ed altro si è parlato nei giorni scorsi a Roma quando Confindustria Modena e le istituzioni locali hanno incontrato i corrispondenti delle principali testate europee e internazionali per mostrare i risultati degli sforzi compiuti a sei mesi dal sisma. La realtà di Modena si è presentata ai giornalisti esteri.

L’incontro si è svolto presso l’Associazione della stampa estera. Ospiti di Tobias Piller, corrispondente della Frankfurter Allgemeine Zeitung e presidente dell'associazione, Pietro Ferrari, presidente di Confindustria Modena, Marco Arletti, vicepresidente dei Giovani industriali di Confindustria Modena, Giuliana Gavioli, manager della B. Braun Avitum Italia e responsabile della Sezione Biomedicale di Confindustria Modena, Gian Carlo Muzzarelli, assessore alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, e Maino Benatti, sindaco di Mirandola.

“Si tratta del primo disastro in Italia che abbia toccato un'area a forte vocazione industriale, ha sottolineato Pietro Ferrari, mettendo in ginocchio un tessuto produttivo che incide in modo considerevole sul Pil nazionale e che ha una quota export tra le prime della nazione”. Fondamentale, però, l’obiettivo di tutte le imprese di non perdere mercato e clienti: “Modena è una delle prime dieci province italiane per prodotti esportati e perché qui operano importanti multinazionali”.

Giuliana Gavioli si è soffermata in particolar modo sul settore biomedicale, uno dei fiori all'occhiello dell'Area Nord di Modena. «Le aziende del biomedicale sono un centinaio, in alcuni casi fanno parte di gruppi multinazionali (sei), e realizzano prodotti di altissima qualità con caratteristiche innovative molto particolari. proprio per l'estrema specificità dei nostri prodotti, sapevamo che non ci si poteva fermare neanche un giorno, e non l'abbiamo fatto. Siamo riusciti a non fermare mai il flusso delle forniture, e in 15 giorni abbiamo ripreso la produzione.

Gian Carlo Muzzarelli racconta dei 38 campi profughi allestiti in tempo di record, della volontà di voler portare a casa quelle stesse persone, alle quali sono stati garantiti tutti servizi di assistenza e ai giovani la regolarità dell’anno scolastico.

Maino Benatti, sindaco di Mirandola, il comune forse più colpito dal sisma guarda alla storia di questi luoghi oltre che alla loro importanza industriale: “Il segno del nostro tempo non può essere solo quello industriale, assolutamente indispensabile, ma dobbiamo poter lasciare spazi e luoghi significativi a chi verrà dopo di noi. È un compito impegnativo e che non può essere lasciato a ogni singolo comune, per questo abbiamo chiesto alla Regione una legge che indirizzi questo lavoro”.
 

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