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Economia

Sospetto riciclaggio e bonifici verso i paradisi fiscali, Modena scala le classifiche

Dati davvero poco incoraggianti sul fronte della legalità quelli che emergono dal rapporto della Banca d'Italia. La Cgil sottolinea nuovamente l'assenza di questi temi dal dibattito pubblico e politico

Puntuale, a fine settembre, il Report dell'Ufficio Investigazioni Finanziarie-UIF di Banca d'Italia, coi dati aggiornati al primo semestre 2017 sulle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio e finanziamento del terrorismo internazionale.  altrettanto puntuale è il commento ai dati da parte della Cgil di Modena e dell'Emilia-Romagna, che ormai da diversi anni si sforza di tenere alta l'attenzione su questo fenomeno, del quale lamenta a ragion veduta l'assenza dal dibattito pobblico.

"Il numero di segnalazioni sospette raccolte da UIF, è solo apparentemente in leggero calo rispetto al 2016, ma in realtà ancora in crescita, se opportunamente letto al netto delle migliaia di casi di "voluntary disclosure" per la regolarizzazione volontaria di ingenti depositi abusivi all'estero", spiega la Cgil. L'utimo semestre vede perciò ancora un incremento nazionale di +18,1% casi sospetti di riciclaggio, e di un +55,7% per sospetto finanziamento del terrorismo. 

L'attività di segnalazione, preziosa e prevista da una buona legge antiriciclaggio, è in grande maggioranza attuata da uffici di banche, poste ed assicurazioni, anche in Emilia Romagna. In calo invece le segnalazioni (-5,8%) portate dai professionisti: bene dai notai, benino da commercialisti, ma dagli avvocati giungono appena 46 casi sospetti su un totale di 49.239 raccolti in Banca Italia.

Nella scala cromatica del numero di segnalazioni la nostra regione appare del rosso più intenso e diffuso, confermando l'estensione radicata del riciclo ed illegalità economiche, che pone l'Emilia Romagna al 5° posto dopo Lombardia, Campania, Lazio e Veneto. Nel 1° semestre di quest'anno, nelle nostre province si sono raccolti 3.250 casi segnalati: ben 522 in più rispetto allo stesso semestre 2015. Da Bologna arrivano 753 segnalazioni. A Modena sono 529, ma la nostra è la prima provincia in rapporto a popolazione ed imprese. Da Reggio Emilia 446, Parma 408, Rimini 311, Forlì 242, Ravenna 224, Piacenza 204, Ferrara 133. 

Si tratta di bonifici ricevuti/ordinati, di vendita/acquisto di titoli, di erogazione/rimborso di finanziamenti, assegni su/da conti e altro ancora. In prevalenza queste operazioni sono eseguite da intermediari finanziari, con una media di 1.385.000 euro a volta. Per gli imprenditori (industria o edilizi) la media scende a 71.500 euro, nel settore commercio e servizi si abbassa ancora a 45.200 euro per ciascuna oeprazione

Altro buco nero sorprendente per l'Emilia Romagna è il persistente podio sul traffico di "bonifici da/verso" Paesi Paradisi Fiscali. Con in primis Modena e Ravenna per circa il 15% del totale dei bonifici esteri. Seguono Reggio e Bologna con circa il 10%.

Il Report introduce da quest'anno una singolare novità che sembra riportare al secolo scorso, ma cela in realtà interessi piuttosto diffusi della criminalità comune. La novità delle "sospette operazioni di scambio oro" per circa 7.500 milioni. Anche qui la nostra regione è in prima fila col 72% di questi scambi in Italia e 28% con l'estero. Con Modena in pole position, seguita da Bologna e Ferrara. 

"Questi dati che descrivono peculiarità negative del nostro oggi, assieme alle già sentenze ed atti processuali -Aemilia e non solo - che leggono fatti malavitosi degli anni passati, e che devono portare tutte le istituzioni, le organizzazioni economiche, sindacali, professionali e civiche, ad agire nella prevenzione e denuncia con maggiore forza ed unità sociale", chiosa Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna.

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