Emissioni inquinanti, Giovanardi chiede all'UE di vietare gli smartphone ai minorenni
Una petizione all'Europarlamento per chiedere misure contro i telefoni cellulari, alla luce delle ricerche che evidenziano l'alto impatto inquinante dell'industria IT, complilce la cosiddetta "obsolescenza programmata"
L'ex Ministro e senatore modenese Carlo Giovanardi, pur avendo abbandonato l'attività in prima linea elle istituzioni, non manca di proseguire le proprie battaglie politiche, da ultimo quella al primo punto dell'agenda odierna: il contrasto ai cambiamenti climatici. Giovanardi ha avviato formalmente una procedura di petizione al Parlamento Europeo chiedendo un intervento presso i singoli stati dell'Unione perchè adottino "provvedimenti tesi a proibire o comunque limitare l'uso di smartphone venendo così incontro all'appello lanciato da Greta Thunberg e alle pressanti richieste degli studenti che in tutto il mondo manifestano e scioperano perché i Governi adottino drastici provvedimenti per la riduzione dell'emissione di Co2".
Nella petizione Giovanardi riporta una ricerca dell'Università californiana MacMaster pubblicata a marzo nella rivista scientifica Journal of cleaner production. La ricerca ha investigato il contributo globale in Co2 di dispositivi tecnologici come pc, monitor, portatili, tablets e smartphone e di infrastrutture come i datacenter e le reti di comunicazione verificando che il contributo dell’industria IT in termini di gas serra se era pari all’1% nel 2007, crescerà al 3,5 nel 2020 per raggiungere il 14,5% nel 2040, cifra, quest’ultima, pari a circa la metà delle emissioni dell’intero settore dei trasporti a livello mondiale. In termini assoluti le cifre fanno paura. Significa che nel giro di 10 anni le emissioni degli smartphone passeranno dai 17 milioni di tonnellate equivalenti di Co2 all’anno a 125 milioni stimati nel 2020 pari ad un incremento del 730%.
“I principali responsabili di questo incremento esponenziale delle emissioni – ricorda Giovanardi nella petizione - sono le società telefoniche che incoraggiano gli utenti a cambiare smartphone ogni due anni attraverso un marketing molto aggressivo su nuovi piani e offerte. I modelli più recenti sono più inquinanti dei loro predecessori anche per l'aumento delle dimensioni dello schermo che implica un maggior utilizzo delle materie prime e consumi più alti. Il risultato – conclude l’ex Ministro - è che la produzione di tonnellate equivalente di Co2 è cresciuta dalle 215 del 2007 alle 774 stimate per il 2020, per due terzi prodotte dalle Datafarm”.