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Km zero, arriva il regolamento comunale per i mercati agricoli

Certificazione delle aziende produttrici, indicazioni al consumatore, packaging ridotto e altre regole: il Comune decide di disciplinare i mercati agricoli che si svolgono nelle Circoscrizioni con sempre più frequenza di acquirenti

Dopo un decennio di iniziative anarchiche, ma di grande successo, i mercati agricoli a Km zero (qui una mappa degli appuntamenti in città) saranno ora disciplinati da un regolamento comunale, discusso e votato questo pomeriggio in Consiglio Comunale. L'obiettivo è ovviamente quello di garantire la tutela dei consumatori all’insegna di qualità e trasparenza e, insieme, promuovere e valorizzare i mercati di produttori agricoli nel territorio come forme di commercio e di consumo attento e consapevole. 

Le tipologie di aziende agricole ammesse, singole o associate, dovranno essere comunque registrate all’elenco imprese della Camera di commercio e con sede in regione, con ulteriore certificazione per i mercati biologici. Potranno vendere, tra l’altro, frutta e verdura (in prevalenza di stagione e proveniente dalla regione o comuni confinanti), ma anche farine e prodotti da forno, latte e derivati e prodotti trasformati, come confetture e formaggi o miele e vini, così come uova, carni e fiori e piante. 

Tutto deve essere rispondente alle norme e in prevalenza a km zero, con precise informazioni al consumatore sulla provenienza e chiare indicazioni di prezzo che, nel caso di prodotti trasformati, ci si impegna a mantenere come quello praticato in azienda. I mercatini, che possono esseri affidati a soggetti gestori o coordinatori incaricati anche di far osservare le regole, potranno ospitare, in accordo con le Circoscrizioni - che ne sono spesso copromotrici per il valore di animazione e servizio ai quartieri -, anche visite e attività didattiche di scuole ed eventi collaterali. 

L’ordine di preferenza per la formazione di graduatorie per eventuali posteggi da assegnare premierà con 3 punti le aziende della provincia di Modena, con 2 quelle con certificazioni biologiche e, infine, con 1 punto quelle che coltivano e producono prodotti tipici locali o protetti da marchi di tutela.

Nella valutazione per la selezione dei gestori, il Comune assegnerà inoltre un criterio di preferenzialità ai progetti di mercato che contribuiscono attivamente alla lotta allo spreco, ad esempio con accordi tra produttori e soggetti terzi come associazioni di volontariato, per consegnare a circuiti di recupero o riutilizzo quei prodotti che, al termine della giornata di mercato, sono considerati non più “vendibili” ma sono ancora commestibili e utilizzabili nel rispetto delle norme sanitarie.

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