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Capitan Pastene in festa, i 120 anni di una piccola Modena sulle Ande

Nella località cilena l'evento per ricordare l'anniversario della fondazione da parte dei coloni giunti dall'Appennino modenese

Con la tradizionale "sagra carretada" che si è tenuta lo scorso fine settimana, la piccola comunità di Capitán Pastene, in Ciile, ha festeggiato i 120 dalla propria fondazione. Una festa che come ogni anno racconta dei padri fondatori modenesi che, lasciando i loro paesi di origine sul nostro Appennino, attraversarono l'Oceano e le Ande per dar vita ad un villaggio dove costruire una nuova vita. 

La ventesima edizione della Sagra si è aperta con la celebre sfilata dei carri trainati da buoi all'ingresso del paese, carri che riportano i nomi delle famiglie fondatrici - Venturelli, Leonelli, Cortesi, Castagnoli, Beneventi tra le altre - per poi proseguire con tanti spettacoli e più di 40 stand di cibo tradizionale, artigiani ed imprenditori, con pasta, prosciutto e vino della zona. Il tutto fra uno sventolio costante di bandiere tricolori accanto a quelle cilene. 

Mabel Flores, presidente della Corporación Cultural Giuseppe Verdi, organizzatrice dell'evento, ha dichiarato che "abbiamo 20 anni di esperienza nella Sagra e questi sono i 120 anni dall'arrivo dei coloni italiani a Capitán Pastene, dove fondarono questo paese e noi siamo ansiosi e felici di creare questa festa che è stata una grande sfida ogni anno, ma quest'anno è piena di tanta energia, di amore per la nostra storia, che vogliamo condividere con tutta la regione e il paese, affinché scopra Capitán Pastene, un evento culturale che mira anche a sostenere i piccoli imprenditori del comune".

Sagra per i 120 anni di Capitan Pastene - 9 e 10 marzo 2024

Capitàn Pastene, la “Pavullo delle Ande”: storia di una migrazione

Il secondo giorno del mese di febbraio, anno 1904, un gruppo di famiglie provenienti dai comuni modenesi di Pavullo, Zocca, Montese e Guiglia, salpa dal porto francese di Pallice Rochelle a bordo di un vapore della “Pacific Steam Navigation Company”, recante il nome di “Oruba”, alla volta del Cile con la promessa di ottenere appezzamenti di terreno coltivabile a loro destinate.

Dopo un mese di navigazione giungono, il 10 Marzo, a destinazione, ma ciò che si trovano dinanzi altro non è che una terra incolta e non bonificata, un paese da costruire dalle più profonde fondamenta, lungi dalle laute promesse di prosperità assicurate loro dagli impresari Fratelli Ricci.

Vanga alla mano, i coloni modenesi fondano, tanto nella fisicità del territorio quanto nella costituzione di una comunità inclusiva ed integrata con le etnie creola e mapuche, quella che nel 1907, tre anni dopo la grande migrazione, sarà ufficialmente inaugurata dal presidente della Repubblica cilena Capitàn Pastene.

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