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A Modena nella rete idrica si “perdono” 7 milioni di metri cubi di acqua

L' indagine Ufficio Studi Lapam mostra che la nostra provincia è tra le meno virtuose

"La siccità è un problema enorme che si sta acuendo e i dati del nostro Ufficio Studi sono molto preoccupanti: non solo c’è scarsità di acqua a causa delle condizioni meteorologiche e dei cambiamenti climatici, ma a Modena più di un terzo dell’acqua viene persa nella rete idrica. Questo non è accettabile".

Carlo Alberto Rossi, segretario generale Lapam Confartigianato, tuona: i dati dell’indagine dell’associazione non lasciano spazio a dubbi. All’indomani della giornata mondiale dedicata all’acqua che si celebra ogni anno il 22 marzo, la nostra associazione ha realizzato uno studio sulla dispersione idrica. Non tutta l’acqua immessa viene effettivamente erogata agli utenti finali. Nel 2020, nei comuni capoluogo di provincia e città metropolitane dell’Emilia-Romagna, si è disperso il 29,9% dell’acqua immessa in rete (contro il 36,2% medio nazionale), ma quel che è peggio è che Modena supera la media nazionale.

Dall’analisi dei dati pubblicati dall’Istat, sono oltre 7 i milioni di metri cubi di acqua che si “perdono” nel solo comune di Modena, il 36,7% dell’acqua immessa in rete: un dato che fa della nostra provincia la terza peggiore in regione dietro a Parma e Ferrara. Numeri che danno il senso di una emergenza che va affrontata in fretta. "È proprio così – riprende Rossi – anche perché l’indagine che abbiamo portato avanti sottolinea come siano tante, sulle 2000 unità, le imprese sul nostro territorio provinciale che hanno bisogno di acqua per produrre. Al di là dell’agricoltura, infatti, sono una decina i comparti manifatturieri che hanno molto bisogno di acqua per poter produrre".

"L’agricoltura, spiega l’Ufficio Studi Lapam, è il più grande utilizzatore di acqua, con consumi destinati in particolare all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia. Nella manifattura i settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, seguito dal tessile, petrolchimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche, vetro ceramica, cemento, carta, prodotti in metallo. In provincia di Modena, nei dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua (con il 69,3% dei consumi di acqua delle imprese di produzione), operano 2mila imprese con 33mila addetti, di cui due terzi sono imprese artigiane (il 59,5%). Nei settori in esame, le esportazioni modenesi del 2022 valgono 4,6 miliardi di euro, il 26,2% dell’export provinciale".

"Il rischio siccità non impatta solo sul settore agricolo – sottolinea il segretario generale Lapam, Rossi – ed è quanto mai importante tenere accesi i riflettori su questa situazione. Se prendiamo in esame lo stesso periodo dell’anno precedente, il livello dei fiumi non era così critico come lo è di questi tempi. Se il mese di aprile non sarà eccezionalmente piovoso, gli scenari a cui andremo incontro per il periodo estivo saranno decisamente più critici rispetto a quanto vissuto nell’estate 2022. Il problema, purtroppo, sta diventando endemico e va affrontato senza indugi». Rossi chiude con alcuni appelli: «Bisogna che tutti evitino gli sprechi, dalle imprese ai privati cittadini passando per le amministrazioni. Ma serve che le istituzioni pubbliche si adoperino per fronteggi*are una situazione già critica: si dovrebbero, ad esempio, creare degli invasi in grado di raccogliere e trattenere l’acqua piovana quando si verificano eventi atmosferici di portata eccezionale, evitando che questa si disperda a valle, per poi utilizzarla in caso di necessità. L’emergenza è ora, e ci aspettiamo che venga affrontata nel minor tempo possibile"

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